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domenica 29 novembre 2015

Biscotteria, Biscotti all'avena

Ecco una bella idea per una merenda ottima e nutriente. Buona, golosa, e piuttosto semplice da realizzare.

BISCOTTI ALL'AVENA
Difficoltà: media
Tempo: 20 minuti per la preparazione + 30 minuti di riposo
Cottura: 30 minuti
Calorie: 410 a porzione
Proteine: 8 a porzione
Grassi: 18 a porzione

Ingredienti
250 gr di farina 
100 gr di fiocchi di avena
100 gr di zucchero di canna (meglio se quello integrale)
50 gr di uvetta
20 gr di pinoli
15 gr di lievito di birra
10 gr di miele
125 gr di burro
2 uova
essenza di vaniglia
zucchero vanigliato

Lavorat ele uova con lo zucchero di canna, il miele, il burro ammorbiditoe una goccia d iessenza di vaniglia: ottenuta una amalgama perfetta, incorporate, uvetta, pinoli, fiocchi di avena, lievito e farina, lavorando fino ad ottenere un composto omogeneo che dovrà riposare mezz'ora. Acceso il forno regolate il termostato a 180° C. Dividete l'impasto in palline grandi come una noce, che deporrete in una teglia da forno rivestita dell'apposita carta: premetele con il palmo per schiacciarle leggermente e mettete la teglia in forno per 20 minuti. Al momento di servire, spolverate i biscotti di zucchero a velo. 

Pochi grammi di fibre per dimagrire

Chi consuma fibre dimagrisce più velocemente, sente meno il morso della fame e riesce a conservare il peso forma senza troppi sacrifici. Inoltre se si consumano cibi crudi, integrali, poco raffinati e quando possibile con la buccia, anche si ingrassa si riesce a tronare in forma più rapidamente.  Perchè?
Le  sostanze vegetali contengono fibre composte da una parte insolubile, che regola la peristalsi intestinale e ripulisce il colon in profondità e da una parte solubile che si mescola all’acqua e migliora il metabolismo dei grassi e degli zuccheri, evitando che l’organismo ne assimili in eccesso.


Le fibre pure, nel senso stretto del termine in natura non si trovano, esse sono solo insolubili o solo solubili: perciò le troveremo presenti nei cibi in percentuali diverse, per cui avremo cibi più insolubili (come la crusca) o più solubili (come le mele). Ricordate che chi soffre della sindrome del colon irritabile deve consumare in dosi ridotte le fibre insolubili.

A cosa sono utili? A metabolizzare meno zuccheri, poichè  quando vengono introdotte nell’organismo tramite l’alimentazione, le fibre si mescolano con acqua e succhi gastrici, aumentano il loro volume e formano un bolo alimentare che, espandendosi nello stomaco, favorisce il senso di sazietà. Dopo, il bolo di cibo scivola nell’intestino: il passaggio sulle pareti intestinali è molto veloce e questo riduce l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri. Ne consegue che se il corpo assorbe meno zuccheri, si riduce la risposta insulinica e si previene la tipica fame fuori pasto.

 E poi quando arrivano nel colon,  le fibre presenti nel bolo fermentano e producono metano, acqua, anidride carbonica e una serie di acidi organici, tra i quali spiccano l’acido propionico, che limita la produzione di grassi da parte del fegato; l’acido butirrico, che agisce come un probiotico e favorisce la crescita dei batteri buoni sulla mucosa intestinale, evitando ristagno di tossine e formazione di gas che favoriscono la stipsi e gonfiano la pancia.

Perciò nella nostra alimentazione le fibre dovrebbero essere costanemente presenti e dovremmo accompagnarle con tanti liquidi, circa  litro e mezzo di acqua al giorno, poichè in questo modo aumentano di volume e combattono il senso di fame, la stipsi e il sovrappeso. I nutrizionisti oggi consigliano di assumere 35 gr di fibre (solubili e insolubili)  ogni giorno, tanto basta per ottenere risultati soddisfacenti.

Orientatevi sempre su fibre scure e biologiche perchè in questo modo sarete sicuri di poter consumare alimenti crudi con la buccia ed essere meglio assimilati dalll'organismo. I cibi biologici integrali, in particolare i cereali, si riconoscono dal colore più scuro, dovuto alla presenza del tegumento e garanzia della mancata raffinazione.

sabato 28 novembre 2015

Risus abundat in ore stultorum

Quanto mi piace questo adagio, direi che è esplosivo. Mi ripeto se dico che non lo usa più nessuno? No non mi ripeto. Eppure è una bomba ad effetto, detto al momento giusto, a quelle persone sciocchine, che si credono in possesso di un eloquio superiore a quello altrui, quei pappagalli che blaterano e blaterano perchè amano follemente il suono della loro voce, e che credono di avere un senso dell'umorismo spiccato e pungente. 

Sono quei personaggi che si sentono in diritto di far battute, mentre gli altri parlano o esprimono la loro opinione, senza nemmeno ascoltare quello che hanno da dire, partendo dal presupposto che l'opinione altrui non vale un tubo rispetto alle perle di saggezza partorite da quei pochi neuroni che vagano spersi nella loro scatola cranica.

Risus abundat in ore stultorum: il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi. Versione del latino volgare di un motivo classico già presente in un frammento del commediografo greco Menandro

Il luogo della non pietà

Esiste un luogo dentro di noi, lontano dalla nostra razionalità consapevole, che rimane inesplorato quasi totalmente. E' un luogo buio, dove la luce quasi mai giunge a rischiararne la vastità. Non facciamo caso alla sua esistenza e forse in una vita intera molti di noi  ignorano proprio che esista.
Siamo presuntuosi, il nostro comportamento è dettato dalla convinzione di poter prevedere e controllare le nostre azioni come quelle altrui, perchè è grande l'importanza personale che diamo a noi stessi.


E la sordida ansia di gestire razionalmente ogni comportamento, il desiderio che la nostra personalità sia al di sopra di tutto e tutti, il solipsismo che ci induce a rapportare tutto a noi stessi come centro del mondo, fa divampare dentro di noi l'incontrollabile fuoco che governa il nostro attaccamento a tutto, persone, animali, cose, idee. Per questo perdiamo il naturale contatto con la conoscenza silenziosa, fonte da cui attingere il sapere di come fare e farlo bene.

E questo perenne riflesso di noi stessi ci rende degli egoisti assorbiti dalla narcisistica immagine di noi stessi. Senza la posizione abituale che abbiamo di noi stessi, tramite quelli che definiamo i nostri punti di riferimento, l'immagine di sè non può essere sostenuta e senza la sua pesante enfasi si perde l'autocommiserazione e con essa la presunzione.

Ma se riusciamo a mettere da parte questo vestito blindato che ci portiamo addosso, smantellandone l'armatura pesante che lo riveste, allora e solo allora raggiungiamo il luogo della non pietà, o se vi piace, il centro della spietatezza (intendo nell'analisi che si fa di se stessi, non del senso di umanità, o pietà nei confronti del resto del mondo). I nostri occhi sono legati solo superficialmente al mondo della vita di ogni giorno, il loro legame profondo è con l'astratto. Siamo bravi a mascherarci dietro ragionevolezza, generosità, disponibilità verso gli altri, ma se gli altri dimostrano palesemente di non accorgersene, o se ci fanno intendere che per loro li stiamo solo ingannando, dove credete che andremo a trovarci? Nel luogo della non pietà, al centro della spietatezza. E se riflettiamo bene questo stato d'essere lo abbiamo provato qualche volta, la freddezza assoluta, che forse ci ha spaventato, anche solo inconsciamente, e che la nostra sordida ansia ha prontamente ricacciato nel buio gelido del suo regno.


Olio infuso di calendula

E' incredibile ciò che possiamo fare in casa risparmiando soldi, utilizzando prodotti di qualità, inquinando poco o nulla, e recuperando anche manualità e creatività. E' solo una questione di organizzazione, un minimo impegno e consapevolezza.

Se vi siete appassionati ai prodotti di bellezza home made, potete anche realizzare un olio all'infuso di calendula, un ottimo lenitivo, miracoloso per la pelle. 

OLIO ALL'INFUSO DI CALENDULA
Prendete, per prima cosa, un barattolo di vetro perfettamente asciutto e fate attenzione che anche gli strumenti che andrete a utilizzare siano completamente asciutti e puliti. Mettete una manciata di fiori secchi di calendula nel barattolo e poi ricoprite completamente di olio d'oliva di qualità. 

Lasciate macerare i fiori nell'olio, senza chiudere il barattolo, per diverse ore; dopodiché l'olio dovrebbe essersi leggermente assorbito, ma non del tutto (altrimenti aggiungerne ancora un po'). Ora potete coprire il vasetto con un panno pulito di cotone (fermato, magari, con un elastico) e conservarlo in un posto luminoso per circa 10 giorni; poi, scolate i fiori e conservate l'olio miracoloso in una bottiglia di vetro. Sarà efficace anche per un anno intero!
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