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giovedì 24 dicembre 2015

Le false aure

La presenza di quella che sembra un'atmosfera luminosa intorno a una persona è stata segnalata da un grandissimo numero di testimoni nel  corso dei secoli. In epoche dotate di minore spirito critico un'aura di luce era considerata segno di avanzamento spirituale, ma in tempi più moderni viene solitamente giudicata uno scherzo dell'immaginazione o un'indicazione di squilibrio mentale o di disturbi ottici. Vi è qualche giustifiazione per quest'ultima idea, secondo la quale un'infermità degli occhi è responsabile dell'apparizione della luce intorno a una persona, e a questo riguardo c'è una causa comune d'illusione.

Avviene spesso che qualcuno, in mezzo al pubblico, noti l'aura di un oratore che sta ascoltando con attenzione. In certi casi può essere veramente così, ma spesso la causa è puramente fisica, e non ha nulla a che fare con l'influenza radiante chiamata "aura". La spiegazione è piuttosto semplice. Se guardate con estrema attenzione qualcuno per un lungo periodo di tempo, come ad esempio quando ascoltate una conferenza, i muscoli che controllano la messa a fuoco degli occhi si affaticano, e la stessa messa a fuoco si altera all'improvviso.


Quando avviene questo, la nuova immagine ricevuta sulla retina cade in un punto leggermente diverso, e il risultato è che la vecchia immagine viene vista come una "aureola" intorno a quella che stiamo fissando. L'aureola sarà di colore complementare rispetto a quello della persona, e solitamente apparirà come una fascia di luce gialla o bianca che la circonda. E' un fenomeno puramente fisiologico, ma in un grandissimo numero di casi viene interpretato come visione dell'aura.

E' importante, per chi cerca di sviluppare e addestrare la percezione extrasensoria, incominciare coltivando l'onestà più scrupolosa. E' troppo facile scivolare in una facile disonestà e dare descrizioni vaghe e appena abbozzate, meticolosamente formulate, sia pure inconsciamente, in modo da approfittare della mancanza di facoltà critiche in coloro cui viene fatta la descrizione. In poche parole, voi inducete l'interessato a credere ciò che avete dedotto che voglia credere. E' una vera e propria trappola per gli incauti, e il rimedio migliore per no ncadervi consiste nell'adottare elevati criteri di onestà.

E' un criterio che merita di essere seguito, perchè ci permette di fidarci della nostra vista, quando incominciamo ad usarla, e questa è veramente preziosa.



mercoledì 23 dicembre 2015

La fine del mondo per i vichinghi

Del calendario Maya e della fine del mondo secondo questa antica civiltà precolombiana abbiamo sentito molto parlare, e su questo tema sono state fatte ipotesi e teorie. Chi come me è un appassionato di misteri e di civiltà antiche non si ferma ad una valutazione univoca, ma va a cercare altre impronte comuni anche in altre civiltà.


Non dimentichiamo che vi sono miti comuni a tutte le civiltà del mondo ed è molto interessante confrontarli. Uno di questi è 'Ragnarök', il giorno della fine del mondo che secondo la mitologia norrena dei vichinghi si sta avvicinando rapidamente. E' questo un tema che affascina l'uomo da sempre. In un certo senso è come se fosse insita nell’umanità la consapevolezza che tutto ha una fine e che la  storia dell'uomo si dirige verso un completamento. Vi sono psicologi che ritengono che questo mito, la fine del mondo, sia generato dalla  delusione ingenerata dal fatto che il progresso sociale e tecnologico,  non è stato in grado di realizzare le sue promesse di uguaglianza e benessere. Da qui, la voglia di rottura e di discontinuità con una realtà non in grado di generare felicità e senso. Secondo il mito delle antiche popolazioni vichinghe la data considerata come la fine della storia umana sarebbe stata il 22 febbraio 2014 (ma noi siamo ancora qui).

Secondo la leggenda, Ragnarök (destino degli dei),  avrebbe preso il via con il suono del corno del dio norreno Heimdallr. Si racconta che alla fine dei tempi, le forze del caos (disordine) primordiale, sotto la guida di Loki, spezzeranno le loro catene e prenderanno il sopravvento sul cosmo (ordine), dando via alla battaglia finale. I segni della fine saranno individuabili nella elevata immoralità dell’umanità: i fratelli si combatteranno l’un l’altro per uccidersi; nessun uomo avrà pietà per l’altro uomo. Si sentirà di unioni aberranti tra fratelli e sorelle, e tra genitori e figli; la prostituzione sarà ampiamente diffusa.

In base alla leggenda, fra i segni premonitori dell’Apocalisse ci sarà l’avvicendarsi di tre inverni gelidi, uno dietro l’altro. Il Sole si oscurerà  divorato dal lupo Skoll, mentre suo fratello Hati si ciberà della Luna. Cadranno le stelle  e la terra piomberà nell’oscurità eterna. Si susseguiranno terremoti , il mare si riverserà sulla terra e il cielo sarà macchiato di sangue. Le due forze contrapposte si annienteranno a vicenda, distruggendo con loro l’intera creazione. Dalle sue ceneri, tuttavia, risorgerà un nuovo mondo, prendendo il principio da una nuova coppia superstite della battaglia, Líf e Lífþrasir, ricominciando così un nuovo ciclo di ascesa e decadenza (e qui da ricordare il mito del diluvio universale secondo i greci, quello di Deucalione e Pirra).  


lunedì 21 dicembre 2015

Sandalo, olio essenziale

Nome botanico: Santalum album
Famiglia: Santalacee
Provenienza: India
Estrazione: dal legno
Profumo: legnoso, dolce, balsamico, intenso
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole,Giove
Proprietà: antisettico, polmonare e ruinario, tonico, afrodisiaco, antiinfiammatorio, diuretico, espettorante, cicatrizzante, fungicida, antibatterico, antispastico, sedativo
Principali indicazioni: stress, tensione nervosa, insonnia, infezioni respiratorie, infezioni urinarie, tosse, cura della pelle


Il sandalo è un albero originario dell'India, conosciuto e impiegato fin dai tempi antichi per il suo legno pregiato, profumato e inattaccabile dalle termiti, utilizzato sia come materiale edilizio che per bruciarlo come incenso nelle cerimonie religiose. Viene tuttora usato in bastoncini sottili per profumare gli ambienti, elevando lo spirito e favorendo la concentrazione e il raccoglimento.

Il suo olio veniva abbondantemente impiegato per scopi cosmetici e medicinali. Attualmente entra nella composizione di molti profumi, per la sua capacità di fissare e di legarsi agli altri aromi. La profumazione dolce, legnosa e intensa, agisce a livello del sistema nervoso, calmando gli stati di tensione nervosa e favorenso il rilassamento. E' una delle essenze più usate da aggiungersi all'olio da massaggio, inoltre per un bagno serale, combatte l'insonnia e contribuisce ad attenuare le tensioni muscolari.

In Oriente era noto per la sua benefica azione a livello della pelle: infatti aiuta a mantenerla elastica e idratata, combattendo le impurità, eliminando il prurito, le irritazioni e le infiammazioni. E' consigliabile applicarlo mediante impacchi caldi o per vaporizzazioni. Il suo potere antisettico e antinfiammatorio si esplica soprattutto a carico dell'apparato respiratorio, in caso di bronchite, mal di gola, tosse,  e a carico delle vie genitourinarie, dove calma e decongestiona le mucose infiammate. Favorisce la digestione ed è antispastico e astringente in caso di colite o diarrea.


giovedì 17 dicembre 2015

Salvia, olio essenziale

Nome botanico: var. Salvia officinalis, var. Salvia sclarea
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa meridionale
Estrazione: dalle foglie e dalle sommità fiorite
Profumo: dolce, erbaceo, aromatico
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Giove, Luna
Proprietà: tonica, stimolante, antidepressiva, antisettica, antisudorale, deodorante, depurativa, diuretica, antispastica, astringente, digestiva, stimola e regola le mestruazioni, afrodisiaca
Principali indicazioni: depressione, tensione nervosa, stress, frigidità, impotenza, stanchezza, disturbi mestruali, sindrome premestruale, menopausa, riattivazione della circolazione, bronchite, digestione lenta, ipersudorazione, stomatiti, afte, cura della pelle grassa, caduta dei capelli, disinfezione di ferite, ulcere
Precauzioni: non usare in gravidanza. L'essenziale di salvia officinale contiene un principio tossico, per cui è preferibile per l'aromaterapia l'essenza di salvia sclarea


Il re dell'Olimpo greco-latino, Zeus- Giove, secondo la mitologia fu allattato da una capra accanto ad un cespuglio di salvia, il cui profumo avrebbe conferito al latte un potere divino. L'Erba di Giove è stata sempre considerata dotata di straordinari poteri: il nome deriva da latino salvus, cioè intatto, sano, in buono stato. Nell'antica Roma la dea Salus era colei che assicurava la salute, non solo a livello individuale ma anche collettivo, nel senso anche di benessere e felicità dello stato.

La salvia, come pianta di Giove, al vertice della gerarchia degli dei, a livello del microcosmo uomo è capace di agire sull'ipotalamo, quella sorta di "centralino" situato nel sistema nervoso, deputato alla regolazione di tute le funzioni vitali: salvia sanatrix, veniva chiamata dai medici della Scuola Salernitana. Oltre che a Giove, la salvia è legata anche alla Luna. E' infatti un pianta dalle virtù femminili con una connotazione di forza e di attività. La salvia infatti contiene sostanze ad azione ormonosimile, che si sono dimostrate utili in parecchie patologie dell'apparato ginecologico, quali disfunzioni ovariche, disturbi della menopausa, infezioni vaginali, sindrome premestruale, amenorrea, irregolarità mestruali, sterilità. E' una pianta dotata di attività maturante, estrogenica.

Le sue foglie color argento contengono sostanze in grado di regolarizzare i processi della sfera genitale femminile. Dietro l'argentea salvia possiamo quindi riconoscere l'attività delle forze lunari che la compenetrano fortemente: la Luna, nel nostro cielo interno fatto di organi e di funzioni, è la governatrice principale della salute delle funzioni femminili. Attraverso una tisana o una tintura di salvia, possiamo portare nel nostro organismo quelle forze cosmiche specifiche che esprimono lo stesso tipo di energia di organi o funzioni corrispondenti nel corpo.

L'olio essenziale, rispetto alle altre preparazioni ottenibili dalla pianta, concentra le sue qualità più eteriche: è quindi preferibile utilizzare la tintura o l'estratto per agire a livello organico, riservando l'essenza per esercitare un'influenza su un piano più sottile, e cioè per quanto riguarda la componente psicosomatica dei disturbi sopramenzionati. Anche il sistema nervoso è una funzione lunare: sappiamo che la luna piena influenza negativamente le persone che soffrono di disturbi psichici. La salvia eserciterà un benefico influsso in caso di nervosismo, lunaticità, stress, in particolare legati alla sfera riproduttiva, quali sterilità da stress. Disturbi dell'umore in fase premestruale, mestruale e in menopausa.

In tutti questi casi l'essenza di salvia aiuta a restituire il calore delle virtù femminili. C'è un detto popolare che dice: "La moglie in casa comanda quando la salvia cresce rigogliosa in giardino". A livello generale poche gocce di salvia nell'acqua del  bagno donano una piacevole sensazione di benessere e di rilassamento e prevengono l'eccessiva sudorazione; in caso di ipersudorazione alle mani e ai piedi è indicata anche per maniluvi e pediluvi. Per vaporizzazioni è utile in caso di asma o bronchite per la sua azione antispastica. Aggiunta all'olio da massaggio aiuta ad attivare la circolazione, a rilassare i muscoli, a eliminare le tossine e la ritenzione di liquidi. Per sciacqui, diluita in un bicchiere d'acqua, sfiamma e disinfetta in caso di afte boccali o gengiviti. Per frizioni stimola la crescita dei capelli e tonifica il cuoio capelluto.

mercoledì 16 dicembre 2015

Rosmarino, olio essenziale

Nome botanico: Rosmarinus officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalle sommità fiorite
Profumo: fresco, erbaceo, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: stimolante generale, energizzante, tonico, antisettico, epatico, antireumatico, antidolorifico, digestivo, sudorifero, diuretico, antispastico, cicatrizzante, stimola le mestruazioni, antidiarroico, astringente, afrodisiaco
Principali indicazioni: debolezza, superlavoro fisico e mentale, stress, impotenza, frigidità, depressione, convalescenza, cefalea, palpitazioni, dolori reumatici e muscolari, gotta, ipotensione arteriosa, disturbi del fegato, cattiva digestione, colite, diarrea, meteorismo, ipercolesterolemia, influenza, raffreddore, tosse, dismenorrea, disturbi della pelle (acne, seborrea, forfora) caduta dei capelli, pediculosi
Precauzioni: evitare l'uso in caso di epilessia e in corso di gravidanza


Nelle Metamorfosi di Ovidio si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia, della quale si innamorò Apollo, il dio del Sole. Questi entrò con l'inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre punì la debolezza della figlia con la morte. I raggi del sole irradiati sulla sua tomba trasformarono il corpo della giovane, che mise radici tra le zolle di terra trasformandosi in una profumata pianta di rosmarino, che si eresse verso la luce. Da questo mito deriva l'usanza degli antichi Romani di coltivare piante di rosmarino sulle tombe come simbolo di immortalità.

La sua etimologia, da ros-maris, o rosamaris, che significa rugiada o rosa del mare, evoca dolcezza e salute: il rosmarino cresce spontaneamente sulle coste mediterranee e la sua presenza viene da sempre considerata propiziatoria per l'uomo. Un editto di Carlo Magno dell'anno 812, obbligava addirittura i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino, il cui profumo si diceva contenesse l'anima della terra. Infatti la terra dove era piantato veniva considerata sacra e molte pozioni guaritrici contenevano, oltre alla pianta, anche un pizzico di terra grattata dalle radici. Per il suo odore persistente, il rosmarino ha una qualità evocativa intensa: suscita il ricordo dell'amore e veniva usato nella magia amorosa per incantare il cuore. Il suo aroma esaltante veniva fatto aspirare ai malinconici per sollevare lo spirito.

L'essenza di rosmarino è forse la più rappresentativa tra quelle appartenenti alla famiglia delle Labiate, che comprende numerose piante ricche di oli eterei. Tutte le Labiate esercitano un'azione sull'io dell'individuo, rafforzandolo. Il rosmarino accresce la forza spirituale e contribuisce a mantenere l'integrità della propria più intima essenza, quando si è sottoposti a situazioni di sollecitazione e ci si sente deboli o si rischia di soccombere. Con la sua azione stimolante generale, sia a livello del cuore, centro vitale dell'individuo, che del polo metabolico rappresentato dal fegato, che della corteccia surrenale, la ghiandola che presiede alla capacità di adattamento e di resistenza dell'individuo allo stress, il rosmarino accresce la forza e il senso di identità personale e restituisce l'energia e la voglia di fare.

Arricchire il bagno o la doccia mattutini con poche gocce di essenza di rosmarino dà una sferzata di energia, stimolando fortemente l'organismo. Anche in caso di ipotensione arteriosa, cefalea, convalescenza, calo della memoria e dell'apprendimento, torpore, poche gocce massaggiate sulle tempie, ai polsi, o sotto le narici, tonificano attivano le risorse e schiariscono le idee. Anche il metabolismo epatico reagisce prontamente al rosmarino, che ha un effetto di regolazione e disintossicazione del fegato, sia a livello delle cellule che delle vie biliari. L'essenza può essere massaggiata sull'area epatica, dove stimola il drenaggio biliare, coadiuva nelle ipercolesterolemie, stimola la digestione, fluidifica la bile in presenza di calcoli. Non va però applicato in caso di eccesso di bile come nell'epatite, dove sono invece indicati il limone e la camomilla.

E' antispastico e antisettico in caso di infezioni intestinali e diarrea; è utile per le inalazioni in caso di bronchite e influenza; può essere applicato esternamente sulle articolazioni in caso di gotta, reumatismi, dolori muscolari. Per i disturbi della pelle e del cuoio capelluto stimola e deterge in caso di seborrea, forfora, indebolimento dei capelli, acne. Per la cura della pelle è utile l'utilizzo, come tonico, dell'acqua aromatica ottenuta dal processo di distillazione dell'olio essenziale. A livello sessuale esercita una maggiore influenza sulla struttura femminile, così come la santoreggia, un'altra pianta appartenente alle Labiate, si confà di più all'uomo.

Il rosmarino provoca un aumento del flusso sanguigno a livello delle pelvi, esercitando così un'azione di tonificazione sugli organi genitali. Ma siccome il sangue è portatore di coscienza, rafforzerà la "presenza" in quella zona, rendendo la donna più attiva e più partecipe laddove ci sia  insoddisfazione e scarsa partecipazione, secondaria a debolezza del proprio io o a eccessiva aggressività sessuale dell'altro, per cui la donna si lascia sopraffare energeticamente.

lunedì 14 dicembre 2015

Rosa, olio essenziale

Nome botanico: var. Rosa damascena (fiori rosa), var. Rosa centifolia (fiori rosa), var. Rosa gallica (fiori rossi)
Famiglia: Rosacee
Provenienza: Oriente, Persia
Estrazione: dai petali freschi
Profumo: ricco, rosaceo, intenso, dolce
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Venere, Giove (la rosa rossa)
Proprietà: antinfiammatoria, antidepressiva, astringente, blandamente sedativa, afrodisiaca, cicatrizzante, depurativa, emostatica, antispastica, cefalica, digestiva, tonica per l'apparato cardiocircolatorio, per l'utero e per il tubo digerente, lassativa, epatica, antisettica
Principali indicazioni: depressione, disturbi nervosi, cefalea, stress, insonnia, impotenza, frigidità, sterilità, disturbi mestruali, tonsillite e mal di gola, stomatite, gengivite, bronchite, palpitazioni, insufficienza circolatoria, congestione epatica, cura della pelle


La rosa è un fiore dalla tradizione millenaria, fiore degli dei, nato, secondo la mitologia greca, da una goccia del sangue di Venere o dal sangue di Adone, giovane bellissimo amato dalla dea, per gli arabi dal sudore di Maometto. Citato innumerevoli volte in letteratura, in poetica, presente in architettura, nelle arti, in araldica, in alchimia, in magia, nella medicina e nella cosmesi degli antichi, è un fiore dalla pregnante simbologia.  Per la sua grande bellezza e la sua fragilità è il simbolo della vita stessa e della sua caducità.

 Pegno d'amore, emblema della effimera bellezza femminile, ma anche allegoria dell'itinerario spirituale verso la divina sapienza, come è stata immortalata da Dante, nella divina Commedia: la candida rosa dell'Empireo, formata dai beati disposti in cerchi concentrici nella spirale dei petali. La rosa rappresenta anche la coppa del Santo Graal, contenente il sangue di Cristo raccolto da Giuseppe di Arimatea, emblema di pienezza spirituale che porta alla fusione con il divino, meta dei ricercatori di verità di tutti i tempi.  Dello stesso senso, la rosa all'interno della croce divenne il simbolo della fraternita dei Rosacroce, uno dei più noti movimenti occidentali iniziatici. Le spine pungenti rappresentano le difficoltà da superare nel cammino verso la conoscenza. Nelle Metaforosi di Apuleio, Lucio trasformato in asino, dopo molte peripezie che lo portano a un progressivo processo di consapevolezza, attraverso le rose della grande dea Iside potrà finalmente recuperare il suo aspetto umano.

Per i Romani la rosa, creata da Venere, era simbolo di fecondità e di prosperità: enormi quantità di petali di rose venivano usati durante i banchetti e le feste, da sparpagliare sulle tavole imbandite, sul pavimento, da fare cadere a pioggia dall'alto per salutare gli ospiti; ghirlande di rose cingevano il capo dei commensali, perchè si riteneva scongiurassero l'ubriachezza e scacciassero il mal di testa dovuto ad un eccesso di vino, naturalmente aromatizzato alla rosa, molto apprezzato dai Romani; in questo caso aiutavano a far sì che i segreti non sfuggissero a causa del troppo bere. Dal profano al sacro, nei confessionali erano spesso scolpite delle rose, simbolo del silenzio e di segretezza. Rosoni ornano le facciate delle antiche cattedrali e alludono al Paradiso e alla speranza della vita eterna; nel Rosario la rosa diventa preghiera, mentre sotto gli stemmi araldici della mitica rosa bianca di York e della rosa rossa dei Lancaster si consumarono sanguinose  battaglie, prima che le due rose si riunissero, accostate insieme, nello stemma dei Tudor.

La rosa è sotto il domino di Venere che, sul piano spirituale, rappresenta l'armonia, l'equilibrio. E' una funzione squisitamente femminile che mitiga, differenzia e depura. La rosa, pianta venusina per eccellenza, avrà quindi caratteristiche rinfrescanti, depurative, antinfiammatorie, addolcenti. Venere governa la riproduzione, il processo conservante del viso, della carnagione, la circolazione venosa, gli organi generatori interni, l'armonia e il ritmo nel sistema. L'essenza di rosa tonifica il sistema vascolare in caso di insufficienza venosa e l'apparato digerente i n caso di nausea e di cattiva digestione, stimola la produzione della bile, decongestiona il fegato, combatte la stitichezza. E' una delle essenze più legate all'apparato genitale femminile: regolarizza il ciclo mestruale in caso di mestruazioni dolorose e abbondanti, tonifica l'utero e per il suo potere astringente previene il prolasso; è antisettica e antifiammatoria in caso di infezioni delle vie aeree, per inalazioni, per sciacqui e gargarismi trova impiego nel mal di gola, gengiviti e stomatiti (il miele rosato viene usato per lenire il dolore alle gengive nei bambini durante la dentizione).

Conosciuta da secoli come afrodisiaco, non esercita un effetto precipuamente stimolante, come altre essenze, bensì agisce sulla tensione nervosa confortando il cuore e ravvivando lo spirito; sembra anche che stimoli la produzione degli spermatozoi, che diminuiscono in seguito a stress cronico, frequente motivo di infertilità nelle coppie. Elimina gli umori collerici e l'amarezza (infatti lenisce e addolcisce); il suo profumo rinfranca lo spirito, è antidepressiva, combatte gli stati di abbattimento e di dolore. Secondo gli antichi chi soffriva di malattie cardiache doveva vivere in armoniosa vicinanza con un roseto di colore rosso intenso, il cui colore richiama, per la dottrina delle Segnature, il sangue e la forma dei petali il cuore. L'essenza di rosa calma anche le nevrosi ansiose a somatizzazione cardiaca, con palpitazioni e accelerazione del battito. E' naturale che dal fiore simbolo della bellezza della donna ci si aspetti anche che possa aiutare a mantenerla il più a lungo possibile: si dice infatti che l'energia della rosa emana "incarnato di vergine".

Da sempre una boccetta di acqua di rose fa parte degli armamentari per la toilette femminile, cosparsa delicatamente sulla pelle la aiuta a ritrovare le freschezza e a tonificarsi. Se l'acqua di rose rappresenta l'aspetto più leggero, come la rugiada che si posa sulla pelle, l'olio è qualcosa di più corposo, che penetra in profondità, lenisce e addolcisce come una carezza: la pelle irritata, stanca e "stressata" trova sollievo dalle "carezze della rosa", ritrova ciò che perde quotidianamente, si calma e si riequilibra. L'olio essenziale di rosa è assieme la gelsomino, un prezioso alleato per il trattamento di tutti i tipi di pelle, in particolar modo con problemi di couperose, per il suo effetto astringente, per prevenire le rughe, per la pelle asfittica o arrossata. Usato aggiunto a creme o per maschere di bellezza, per il massaggio del viso e del corpo, previene l'invecchiamento e tonifica i tessuti. Va ricordato che l'autentica essenza di rose, che viene prodotta per lo più in Bulgaria, Turchia, Marocco, è molto costosa, per il basso rendimento della procedura estrattiva; per ottenere una sola goccia occorrono ben trenta rose.

L'aroma di rosa, costituente importante di molti profumi, è in relatà costruito chimicamente con un metodo sintetico ed è completamente privo della forza vitale che caratterizza le essenze naturali. Spesso vengono spacciati come olio essenziale prodotti sintetici o altre essenze di minor pregio. La rosa, il gelsomino e i fiori d'arancio (neroli) costituiscono le tre migliori essenze floreali, le più delicate e le più costose, e hanno in comune una grande affinità per la pelle. Usate in piccolissime proporzioni (una goccia di ognuna), arricchiscono un trattamento di bellezza per il viso, rendendolo davvero principesco.


venerdì 11 dicembre 2015

Pompelmo, olio essenziale

Nome botanico: Citrus racemosa
Famiglia: Rutacee
Provenienza: Asia
Estrazione: dalle bucce fresche
Profumo: di agrume, amaro e asciutto
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antisettico, astringente, diuretico, depurativo, tonico, stimolante digestivo
Principali indicazioni: ritenzione idrica, obesità, cellulite, cura della pelle grassa, stress, malattie da raffreddamento


L'essenza di pompelmo, ottenuta dalla spremitura delle bucce fresche, è uno degli ultimi "arrivi" nel panorama dell'aromaterapia. Viene prodotto in California e negli Stati Uniti è diffuso da tempo e trova impiego neli oli da massaggio per la cellulite, grazie alle sue proprietà drenanti, astringenti di miglioramento della circolazione linfatica.

Per bagni aiuta l'eliminazione della ritenzione di liquidi ed è consigliato in caso di obesità, sindrome premestruale, cellulite, stasi circolatoria a livello degli alrti inferiori. E' benefico per la pelle grassa, grazie alle sue proprietà astringenti; tonifica i muscoli e stimola e normalizza il cuoio capelluto in caso di caduta di capelli o di forfora.

Come per gli altri agrumi, è sotto il dominio del Sole e ha un effetto energetico e stimolante in caso di affaticamento, stress, malattie da raffreddamento.



mercoledì 9 dicembre 2015

Pino silvestre, olio essenziale

Nome botanico: Pinus sylvestris
Famiglia: Conifere
Provenienza: Eurasia
Estrazione: dagli aghi
Profumo: forte, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Saturno, Marte
Proprietà: antisettico, stimolante, balsamico, espettorante, antinevralgico, antireumatico, riscaldante, insetticida
Principali indicazioni: reumatismi, dolorimuscolari, bronchite, tosse, sinusite, influenza, raffreddore, infezioni urinarie, ipersudorazione, stress, affaticamento, esaurimento nervoso, impotenza


I miti legati la pino, grande albero molto caro agli antichi, sono legati a grandi eventi luttuosi dell'universo maschile: è sotto un pino che il giovane, bellissimo Attis si sacrificò, evirandosi e morendo dissanguato, in nome della grande madre Cibele e venne trasformato da Zeus in pino; il più grande tra i Paladini di francia, Orlando, nella battaglia di Roncisvalle perì, con la spada in pugno, ai piedi di un pino. Nella costruzioni delle navi, impresa maschile per eccellenza, era impiegato legno di pino. Il pino, come il cipresso, è albero funerario e fallico, legato ai temi della virilità e della fertilità spirituale, della morte ma anche della resurrezione: la pigna simboleggia il membro virile ma i pinoli in essa contenuti sono il frutto di Cibele, la Grande Madre.

Dal sangue di Attis caduto sul terreno spuntano violette; l'esperienza della morte, in cui la terra si riprende coloro che ha generato, è necessaria perchè possa avvenire una nuova fecondazione e ripetersi un nuovo ciclo di generazione. Il pino è anche caro al Dio Dioniso, colui che fa crescere i frutti e per gli Assiri esso è il guardiano della vita. Camminare in un bosco di pini aiuta a riconnettere con i propri cicli vitali e a riarmonizzarsi con gli eventi naturali: con la sua mutilazione Attis, l'iniziato, si ricongiuge agli dei e pone fine alla sua corsa verso l'indefinito materiale, sacrifica il suo corpo per risorgere come Albero della Vita. riposarsi o addormentarsi sotto un pino, pianta simbolica, fa rinvigorire la gioia di vivere, ritrovando le giuste proporzioni tra la componente materiale e quella spirituale.

 Albero simbolo di immortalità, con la sua energia arborea esso restituisce la speranza a chi ha smarrito le motivazioni e la gioia di vivere. Il mito del giovane Attis che si evira può essere anche letto, in chiave più limitata, come la rappresentazione del figlio schiavo della grande Madre, alla quale sacrifica la sua mascolinità, cioè del maschile che non riesce a distaccarsi dall'immagine materna e ne viene in un certo qual modo risucchiato, limitando la sua maturazione affettiva e sessuale (nel mito la tragedia avviene proprio il giorno delle nozze di Attis con una fanciulla, interrotte dall'arrivo della dea che scatena una follia collettiva).

Jean Valnet, un'autorità in campo aromaterapeutico, inserisce tra le indicazioni dell'essenza di pino anche la voce impotenza. Secondo la legge dell'analogia, che accomuna eventi dello stesso senso, e poichè "il simile si cura con il simile", è possibile che l'essenza di pino, così legata per simbologie e miti al mondo maschile, possa agire stimolando la libido negli "Attis"del mondo moderno che soffrono di un complesso materno, per cui, trattenuti virtualmente sotto l'ala della loro "Grande Madre", hanno difficoltà a esprimere la propria virilità.

Non è un caso che la pubblicità di un noto bagnoschiuma al pino silvestre abbia per anni mostrato l'immagine di un cavallo selvaggio sprizzante di energia, che galoppa senza freno. L'essenza di pino ha un effetto stimolante e dinamizzante di energia sulla corteccia surrenale, la ghiandola endocrina deputata alla reazione dell'organismo allo stress: quindi è indicata anche in caso di affaticamento, stanchezza, convalescenza, caduta della libido per surmenage. In questi casi, un buon bagno stimolante al mattino con qualche goccia di pino dà una sferzata di energia e aiuta ad affrontare le incombenze della giornata.

A livello dell'apparato respiratorio il pino, come tutte le Conifere, svolge un'azione balsamica, antisettica e emolliente (i sanatori per la cura della tubercolosi venivano infatti costruiti in mezzo ai boschi di pini). Per vaporizzazioni, inalazioni, frizioni sul petto, trova impiego in caso di bronchiti, tosse, raffreddori, tracheiti. Bagni, pediluvi o maniluvi sono indicati per l'eccesso disudorazione, per reumatismi e gotta. E' indicato anche in caso di disturbi epatici e calcolosi alla cistifellea e per le affezioni urinarie (cistiti, prostatiti), frizionato a livello del quadrante addominale inferiore.

venerdì 4 dicembre 2015

Pepe nero, olio essenziale

Nome botanico: Piper nigrum
Famiglia: Piperacee
Provenienza: India
Estrazione : dai frutti (i grani seccati e triturati)
Profumo: legnoso, caldo, speziato, secco
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Marte, Sole
Proprietà: antisettico, antimicrobico, stimolante, tonico, digestivo, antifebbrile, analgesico, diuretico, riscaldante, antitossico
Principali indicazioni: atonia gastrica, cattiva digestione, inappetenza, meteorismo, stitichezza, diarrea, malattie da raffreddamento, tosse, bronchite, dolori reumatici, e muscolari da freddo, contratture e strappi muscolari, ritenzione idrica
Precauzioni: per le sue proprietà riscaldanti evitare in caso di arrossamenti cutanei; usare in dosi moderate


Il pepe nero è un arbusto rampicante originario dell'India, i cui frutti, come chicchi seccati, vengono usati per scopi culinari e medicinali fin dall'antichità. Per i Romani era considerata una spezie estremamente pregiata che, grazie a un intenso commercio dall'Oriente, andava ad arricchire i piatti delle mense dei ricchi. Da un'antica pianta provengono sia il pepe nero che il pepe bianco: il primo, dall'aroma più pungente, è ottenuto raccogliendo i frutti non ancora giunti a maturazione e facendoli seccare completi della loro scorza, fino a che diventano neri; il secondo invece si ottiene dai frutti raccolti a maturazione avvenuta, privati della scorza attraverso una macerazione in acqua: di conseguenza il pepe bianco ha un sapore più delicato.

Il pepe è una pianta sotto il dominio di Marte, che rappresenta l'energia intensa, riscaldante e combustiva, positiva, astringente, accelerante, impetuosa. E' una forza dinamica costruttiva e focalizzata. L'essenza del pepe afferma la sua azione marziana riscaldando e rinforzando gli organi, in particolare l'apparato digerente, dove stimola l'appetito, promuove la digestione, rinforza lo stomaco, asciuga i catarri intestinali. Giova in tutti i disturbi causati o aggravati dal freddo: dolori reumatici e spasmi muscolari, raffreddore, bronchite, nevralgie, mal di denti; aggiunto in piccole quantità ad un olio da massaggio allevia i dolori e gli indolinzimenti muscolari da affaticamento fisico; stimola la diuresi e facilita l'eliminazione dei ristagni di liquidi in caso di insufficienza circolatoria agli arti inferiori o di cellulite con pelle fredda al tatto.

Pur essendo un'essenza calda ha proprietà febbrifughe e veniva usato per il trattamento della febbre malarica. L'azione riscaldante, stimolante e intensificante si esplica anche nella sfera psichica, dove il pepe può stimolare l'attività e le funzioni cerebrali, dando vigore e forza alle idee che si sono "raffreddate", rinsaldando il coraggio affievolito e rinforzando la mente. I monaci viandanti, in Oriente, ne sfruttano l'azione corroborante ed energetica, masticando grani di pepe durante i loro lunghi pellegrinaggi a piedi.

L'essenza ha anche proprietà afrodisiache e aumenta la libido, nel senso di stimolare la sessualità più aggressiva, appassionata e vulcanica, proprietà tipiche di Marte. E' utile quindi per riscaldare un desiderio che si è "intiepidito" o per dare coraggio e argomentazioni a chi si sente timido e insicuro. Va invece evitata in caso di persone colleriche, eccesivamente impulsive, focode o gelose, perchè in tal caso le qualità marziane andrebbero in eccesso.

giovedì 3 dicembre 2015

Dimostriamo a qualcuno che abbiamo bisogno di lui, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Capita  a tutti, prima o poi, di avere bisogno di sentirsi necessari, di sapere che sono utili agli altri e fanno parte di un gruppo. Eppure, ci sono tantissime persone che si sentono profondamente sole, escluse, inutili, perfino quando hanno accanto una famiglia o degli amici. Questa settimana possiamo fare molto per aiutarle.


  • L'azione di questa settimana su cui lavoreremo nei prossimi giorni ci darà l'opportunità di meditare sull'impotanza di sentirsi necessari agli altri e di soddisfare, nel nostro piccolo, un loro bisogno
  • Pensiamo ai nostri amici e famigliari: ci verrà in mente almeno un a persona a cui questo gesto farà piacere, qualcuno che ha il desiderio profondo di sentirsi valorizzato e benvoluto. Forse lo grida al mondo tutti i giorni o al contrario si chiude in se stesso e soffre in silenzio. In ogni caso, siamo qui per aiutarlo
  • Dobbiamo sforzarci di essere più attenti e perspicaci, più sensibili alle necessità di chi vive accanto a noi....insomma, più simili a creature spirituali
  • Per prima cosa, pensiamo attentamente alle persone che conosciamo: c'è qualcuno a cui servirebbe una bella iniezione di autostima? Qualcuno a cui farebbe bene sentirsi indispensabile? Ora individuiamo un piccolo compito da affidargli per fargli capire che è importante e che occupa un posto speciale nel nostro cuore
  • Immaginaimo quanta gioia ci regalano le buone azioni che svogliamo per gli altri. Facciamo un elenco di missioni che potremmo affidare a qualcuno per farlo sentire necessario
  • Individuiamo ogni giorno una persona che sarà il nostro angelo. Scegliamo con attenzione e ricordiamo di non pretendere troppo da lei. Diciamole quanto l'apprezziamo e la riteniamo importante, quanto ci faccia piacere che sia parte della nostra vita
  • Sappiamo come ci si sente a rimanere "fuori dal gruppo", quando si è incompresi o ignorati dagli altri. Attraverso l'azione di questa settimana renderemo qualcuno felice di sentirsi parte di un tutto e, al contempo, rafforzeremo il nostro senso di appartenenza a un progetto comune.

martedì 1 dicembre 2015

Patchouli, olio essenziale

Nome botanico: Pogostemon patchouli
Famiglia: Labiate
Provenienza: Malesia, India
Estrazione: dalle foglie
Profumo: ricco, persistente, pungente
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: afrodisiaco, antidepressivo, stimolante, sedativo, antitarmico, antiparassitario, antisettico, cicatrizzante, repellente per gli insetti, antinfiammatorio, deodorante
Principali indicazioni: ansia, depressione, stress, diminuzione della libido, problemi della pelle

L'aroma inconfondibile del patchouli, per le sue caratteristiche particolari, o è molto amato e ricercato, oppure ingenera una sorta di rifiuto e di fastidio. Il suo odore, pesante e persistente, attiva reazioni personali: per alcuni, gli amanti del patchouli, ha qualcosa di animalesco, di piacevolmente stordente, sensuale e stimolante, che accende l'immaginazione e richiama alla memoria atmosfere orientali pesanti, cariche di profumi, di spezie, di stoffe drappeggiate, di mistero e di emozioni; per altri, i detrattori, meno poeticamente ricorda l'odore stantio di muffa che si sprigiona all'apertura di un vecchio baule in soffitta.

 Al di là delle caratteristiche intrinseche delle singole essenze, le reazioni individuali ai profumi variano da persona a persona e dipendono dalle emozioni e dalle memorie che, durante la vita, si collegano a un determinato odore: l'effetto fortemente afrodisiaco del patchouli, riconosciuto tra le sue proprietà, non va affatto dato per scontato; può essere inebriante e stimolare la libido, oppure nauseare e infastidire. Quindi, prima di sperimentarlo nella vita amorosa, è consigliabile fare una piccola indagine preliminare con il proprio partner. Le proprietà del patchouli non si fermano però all'alcova: infatti è uno degli oli più utili per il sistema nervoso in caso di disturbi emotivi e  d'ansia.

Essenza solare, come il Sole è tonico e stimolante, in caso di depressione e di torpore mentale, dove aiuta nella concentrazione; è invece sedativo e tranquillante in caso di ansia. E' molto benefico per i disturbi della pelle: svolge un'azione antinfiammatoria nelle dermatiti, acne, screpolature, bruciature; è battericida e antimicotico per le infezioni e le micosi cutanee. Massaggiato sull'addome è astringente in caso di diarrea o emorroidi. In Oriente viene usato per inattivare il veleno in caso di morso di serpenti velenosi; nei nostri climi, più semplicemente, può essere usato per tenere lontani gli insetti e in caso di punture. Per uso domestico, negli armadi, preserva il vestiario da tarme e insetti.


venerdì 27 novembre 2015

Soia, pubblicità controproducente, parte seconda

L'ideologia alimentare in genere è figlia della linea dietetica che trionfa, e la linea che s'impone è spesso dettata dalle grandi industrie che hanno investito notevoli risorse finanziarie in campagne promozionali inventate proprio per creare nuovi consumi, nuovi desideri, nuove mentalità alimentari. E in un primo momento la soia è sembrata rientrare nel filone. «Il corpo del reato? La propaganda sugli oli di semi avviata in tutta Europa dalle multinazionali, e in particolare dell'olio di soia, con l'appoggio di una scienza medica che troppo spesso sembra pensare all'unisono con gli interessi commerciali.
Una campagna che ha rischiato (all'insegna dell'insaturo) di spazzare dalla scena il millenario olio di oliva in cui si identificavano vecchie culture all'insegna del silenzioso cambiamento che ha sconvolto non solo la mappa dei grassi, ma tutto il sistema alimentare nazionale ... », racconta Piero Camporesi, saggista e storico, scomparso qualche tempo fa, nel suo bel libro La Terra e la luna (ed. Saggiatore).


Perché questa citazione? Semplicemente perché in Europa per molti anni «soia» ha voluto dire soprattutto olio di soia: un' operazione che ha oscurato tutti i derivati della soia. C'è voluto 1'affermarsi delle diete vegetariane e salutiste per riportare il fenomeno nelle sue giuste proporzioni e per far scoprire al consumatore il prodigioso legume.  Esagerazioni? Certamente no: la soia è l'ideale per chi, sia per motivi etici che di salute, pronuncia un deciso no alla dittatura di carne e formaggi. E non si tratta solo di macrobiotici, vegetariani e cultori di strane «alchimie alimentari », ma anche di chi non riesce a tenere sotto controllo ipercolesterolemia, diabete e ipertensione. Patologie assai diffuse che non richiedono la semplice risposta farmacologica, bensì vanno tenute sotto controllo attraverso un regime alimentare adeguato dal punto di vista terapeutico e gastronomico.

Poi, c'è chi non ha problemi particolari da risolvere, ma per assicurarsi giovinezza e una buona forma psicofisica ha deciso di attenersi a una dieta «verde». Le proprietà «dietetico-farmacologiche » delle sostanze contenute nella soia sono note da tempo: diverse indagini hanno evidenziato che le popolazioni orientali, la cui dieta è a base di soia, sono assai meno soggette alle malattie «del benessere» e da invecchiamento, tipiche delle civiltà occidentali: patologie cardiovascolari, infarto, tumori alla mammella e alla prostata, disturbi della menopausa, osteoporosi.

giovedì 26 novembre 2015

Palmarosa, olio essenziale

Nome botanico: Cymbopogon martini
Famiglia: Graminacee
Provenienza: India
Estrazione: dalla pianta fresca
Profumo: dolce, floreale
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Venere
Proprietà: antisettica, battericida, astringente, cicatrizzante, stimolante della circolazione, tonica, afrodisiaca
Principali indicazioni: stress, esaurimento nervoso, cura della pelle, acne, dermatiti, atonia digestiva, infezioni intestinali


La palmarosa è una pianta erbacea dai fiori rossi diffusa in Oriente che, per la sua somiglianza con il geranio, era nota come geranio dell'India o della Turchia. Il suo aroma dolce può ricordare quello della rosa, e viene utilizzato talvolta per adulterare il suo pregiato olio essenziale. Una caratteristica importante dell'essenza di palmarosa è la sua notevole capacità antibatterica, che si esplica soprattutto sui germi intestinali; sarà quindi utile in caso di diarrea, gastroenterite, infezioni genitali, malattie infettive in generale.

L'altra caratteristica della palmarosa è la sua tollerabilità e l'azione benefica e rivitalizzante sulle cellule della pelle: qualche goccia di essenza arricchirà qualsiasi trattamento cosmetico per il viso e il corpo, grazie al suo effetto di stimolo sulla circolazione, di regolarizzazione della secrezione sebacea, di cicatrizzazione: un massaggio o una maschera facciale con essenza di palmarosa è auspicabile al pari di altri oli ben più pregiati come rosa, gelsomino o neroli. A livello della sfera psichica, la palmarosa ha un effetto rilassante, schiarisce i pensieri e addolcisce; inclina verso l'aspetto più romantico dell'amore, come la rosa, e diversamente dall'ylang-ylang e dal gelsomino, che invece accentuano l'erotismo.

Le qualità della palmarosa, che richiamano quelle della rosa, in modo meno spiccato e più sfumato, possono utilmente venire impiegate nelle miscele a uso maschile, per ammorbidire e addolcire, soprattutto nei caratteri rigidi, senza che questo venga rigettato perchè sentito come qualcosa di eccessivamente estraneo e "altro da sè". Unita a sandalo o a cedro forma un mix seducente dolce, ricco, caldo, che aiuta a ritrovare la calma, a disperdere ansietà o apprensione, a elevare la capacità di entrare in contatto con i propri sentimenti e in intimità profonda con il partner.


Siate una fonte inesauribile di apprezzamenti, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quelli altrui

Quando siamo felici e spensierati è facile essere gentili e generosi con gli altri. Ma quando ci sentiamo tristi, depressi, arrabbiati o delusi, spesso riversiamo le nostre frustrazioni sulle persone che ci circondano. E non abbiamo alcuna voglia di comportarci bene. Ma non dobbiamo darci per vinti!


  • Quando tutto va a gonfie vele è facile vivere, amare, lavorare...anche compiere una buona azione, se non richiede un grande sacrificio. Voler bene agli altri e dimostrarlo non sempre è così semplice, anzi.
  • L'azione di questa settimana consiste nel fare un complimento a tutte le persone che incontriamo durante la giornata. Troviamo un modo carino per renderle felici, rivolgiamo loro un apprezzamento
  • I pensieri sono fatti di energia e per questo non conta solo ciò che diciamo o facciamo, ma anche il modo in cui ragioniamo. I complimenti che nel corso della settimana rivolgeremo a chi ci sta intorno non saranno soltanto un dono per loro, ma anche un regalo per noi: ci renderanno più saggi e sensibili
  • Nel cercare un parola gentile e sincera da offrire a chi incontriamo, prenderemo inevitabilmente coscienza del modo in cui pensiamo e potremo lavorare per trasformare la nostra energia negativa in energia positiva
  • Non esitiamo, dimostriamo la nostra generosità: appena ne abbiamo l'occasione, rendiamo felici le persone rivolgendo a chi ci circonda un complimento. Anche se è difficile, impegniamoci per renderlo possibile. Alla fine della settimana ci accorgeremo che ne è valsa la pena e ci ritroveremo a sorridere

giovedì 19 novembre 2015

Che cos'è l'aura?

"L'aura è una sottile essenza invisibile, o fluido, che si dice emani dai corpi umani e animali, e persino dalle cose; un effluvio elettro-vitale, elettro- mentale, che partecipa egualmente della mente e del corpo, quindi l'atmosfera che circonda una persona; carattere, personalità."

L'aura è vista solitamente come un'atmosfera luminosa intorno a tutte le cose viventi, inclusa quella che secondo la consuetudine è chiamata materia inanimata. Il progresso della conoscenza comincia a suggerire allo scienziato che anche nella cosiddetta materia "morta" sono all'opera forze viventi: e questo conferma ciò che disse l'antico poeta persiano: "La Vita dorme nel minerale, sogna nella pianta, si desta nell'animale e diviene conscia di se stessa nell'uomo".

Sono molti gli affreschi o i quadri in cui vediamo rappresentazioni di Cristo o degli Apostoli, dove l'aura (o aureola) è raffigurata come un cerchio di luce dorata. In molti casi vi è un solo nimbo luminoso intorno alla testa della figura, ma in altri circonda l'intera forma. La stessa convenzione pittorica si trova in certi dipinti buddhisti molto antichi.

Naturalmente in questo caso potrebbe esservi l'influenza dell'antica Chiesa cristiana nestoriana, che inviò i suoi missionari in tutto l'Oriente, sebbene si debba osservare che lo stesso modo d'esprimere la spiritualità della persona ritratta si trova nell'antica arte indù e persiana. Una spiegazione più semplice può essere che gli artisti ideatori di questo modo convenzionale di indicare la statura morale di certe persone erano capaci di vedere con i loro occhi lo strano fenomeno chiamato "aura".

Ricordiamoci di chi vive nel mondo dello spirito, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Ciascuno di noi ha qualcuno che veglia su di lui dal mondo dello spirito: una persona cara che vorremmo rivedere o riabbracciare, con cui ci piacerebbe poter comunicare ancora, qualcuno di cui sentiamo la mancanza. L'azione di questa settimana è dedicata proprio a loro.


  • Perdere una persona cara e pensare che non la rivedremo mai più può essere tremendo da sopportare. Per quelli che credono nella vita dopo la morte è un po' più facile, perchè sappiamo che quando lasceremo questo mondo ci ricongiungeremo con coloro che amiamo. La parte difficile da accettare è che finchè proseguiamo il nostro cammino terreno non possiamo vederli o sentirli, nè sapere se sono felici e in compagnia di creature celesti
  • Ciò di cui molte volte non ci rendiamo conto è che anche chi abita nel mondo dello spirito sente la nostra mancanza e condivide il desiderio di continuare a vivere assieme a noi. L'azione di questa settimana ha lo scopo di dare a chi non c'è più, la possibilità di farsi ascoltare e di essere partecipe della nostra esistenza
  • Spesso i momenti più semplici e apparentemente banali della vita si rivelano i più profondi, e rappresentano il miglior rimedio per curare le ferite del cuore. Ce ne renderemo conto svolgendo l'azione di questa settimana
  • Quando parliamo con gli abitanti del mondo dello spirito tendiamo a non dare loro la possibilità di ribattere. Dobbiamo imparare ad ascoltare, a prestare attenzione a ciò che vediamo, sentiamo e proviamo
  • Ritagliamoci dieci minuti ogni giorno per una piccola "riunione" con i nostri cari defunti. Chiudiamo gli occhi e respiriamo lentamente: quando siamo pronti informiamoli che quel momento è tutto per loro, perchè vogliamo che facciano parte della nostra vita e speriamo così di realizzare anche un loro desiderio. Se sono occupati, non importa. rimaniamo in silenzio e ascoltiamo, senza pretendere segno alcuno. Poi apriamo gli occhi e riflettiamo su come ci sentiamo
  • Se continueremo a praticare questa azione con costanza un domani riuscirai a vedere, sentire e comunicare con le persone amate che pensavamo di non incontrare più. La ricompensa sarà un'esistenza più piena e felice.

mercoledì 18 novembre 2015

Noce moscata, olio essenziale

Nome botanico: Myristica fragrans
Famiglia: Miristicacee
Provenienza: Molucche, Sri  Lanka
Estrazione: dai semi
Profumo: balsamico, caldo, speziato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole ,Giove
Proprietà: antisettica, digestiva, stimolante, tonica, afrodisiaca, antireumatica, analgesica, stimolante delle mestruazioni
Principali indicazioni: dolori reumatici e muscolari, digestione difficile, nausea, diarrea e infezioni intestinali, affaticamento, frigidità, impotenza


Originaria delle Indie e importata successivamente in Europa, la noce moscata è una spezie largamente usata per aromatizzare i cibi. Le sue proprietà digestive sono conosciute da secoli, per cui si aggiunge agli alimenti, specie se ricchi di grassi, per renderli più digeribili oltre che per insaporirli, grazie al suo aroma intenso e leggermente piccante. L'essenza di noce moscata, assieme a quella di rosmarino, unita a un olio vettore, è un balsamo antireumatico con proprietà analgesiche in caso di dolori alle articolazioni e ai muscoli.

Massaggiata a livello della regione gastrica, facilità la digestione  stimolando i succhi gastrici. E' stata inoltre ipotizzata una possibile azione dissolvente dei calcoli biliari, per cui è consigliabile massaggiarla a livello dell'area di proiezione della cistifellea. Per la sua azione tonica e stimolante, può essere impiegata, sottoforma di bagni o unita a un olio vettore per massaggi, in caso di calo della libido in seguito ad affaticamento e stress.


sabato 14 novembre 2015

Niaouli, olio essenziale

Nome botanico: Melaleuca viridiflora
Famiglia: Mirtacee
Provenienza: Australia e Nuova Caledonia
Estrazione: dalle foglie e dai ramoscelli
Profumo: dolce e fresco, leggermente canforato
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Mercurio, Venere
Proprietà: antisettico, anticatarrale, fluidificante, antireumatico, cicatrizzante, febbrifugo
Principali indicazioni: febbre, malattie da raffreddamento e tosse nei bambini, sinusite, infezioni urinarie, infezioni intestinali, ferite, bruciature, acne, reumatismi


L'essenza di niaouli, chiamata in Francia gomenol, per l'antica provenienza dalla località di Gomen, nelle Indie orientali, ha caratteristiche analoghe all'olio di eucalipto e di cajeput, ma è molto più delicato e meno irritante. Rappresenta quindi l'essenza di scelta per le malattie da raffreddamento dei bambini, per vaporizzazioni, spugnature, lavaggi, frizioni sul petto diluito in un po' d'olio di mandorle, o diffuso nell'ambiente per mezzo di un vaporizzatore.

Per le sue proprietà antisettiche e cicatrizzanti viene utilizzato per la disinfezione e la riparazione di ferite, foruncoli, bruciature. Per sciacqui e gargarismi, diluito in acqua, è utile in caso di stomatite e o mal di gola. Una o due gocce fatte cadere sul fazzoletto, aiutano a disostruire il naso in caso di raffreddore.

giovedì 12 novembre 2015

Le tre sedie, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

A tutti è capitato di attraversare un momento doloroso, tutti abbiamo una storia da raccontare. Molti di noi rimangono ancorati alla propria sofferenza: è un espediente per non separarci dal passato e da ciò che è stato, ma in questo modo non facciamo che procurarci altro male. L'azione di questa settimana ci permetterà di liberarci del dolore e aiutare il prossimo a fare altrettanto.


  • Nei prossimi giorni ci eserciteremo a raccontare e rifletteremo sui diversi modi in cui una storia può essere narrata. Non scoraggiamoci! Ricordiamoci che più la salita è ripida, maggiore sarà la ricompensa una volta conquistata la vetta.
  • A volte teniamo per noi i segreti dolorosi del passato, altre volte li confidiamo a qualcuno. Tuttavia gli episodi che ci hanno fatto soffrire di più rimangono impressi nel nostro  cuore e nella nostra anima e possono pesare come macigni, annientando la nostra voglia di vivere. Seguiamo dunque tre mosse e ritroveremo tutta la nostra energia
  • La sedia del dolore. Accomodiamoci sulla "sedia del dolore" e affidiamo la nostra storia a un quaderno o a una persona che ci conosce bene, come un amico o un parente. Questo ci aiuterà a tirare fuori la sofferenza nel corso del racconto
  • La sedia del divertimento. Adesso proviamo a esporre lo stesso episodio, immaginando però di essere seduto sulla "sedia del divertimento". Per quanto la vicenda sia triste, questa volta dovremo sforzarci di trovare al suo interno qualcosa di divertente, magari un dettaglio buffo che avevamo dimenticato e che ci fa sorridere o ci strappa addirittura una risata
  • La sedia dell'ispirazione. Raccontiamo la storia una terza volta. Ora cerchiamo di narrarla in modo da ispirare noi stessi e il nostro lettore immaginario o la persona che abbiamo di fronte. Descriviamo la forza che abbiamo conquistato grazie a quella prova difficile, gli amici che abbiamo conosciuto, la saggezza accumulata e la capacità di metterci nei panni degli altri....insomma, tutti i doni che la sofferenza ci ha portato. 
  • Raccontiamo ciò che ci accade, sforzandoci di applicare sempre la regola delle tre sedie per vedere la vita da prospettive diverse. Ascoltiamo le storie degli altri e incoraggiamoli a trarne un esempio per motivare se stessi e il prossimo. Pensiamo almeno che Dio ci sottrae qualcosa per darci qualcos'altro in cambio. Impariamo a trovare anche negli avvenimenti più tristi un motivo per sorridere.

mercoledì 11 novembre 2015

Neroli (fiori d'arancio), olio essenziale

Nome botanico: Citrus aurantium ver. amara
Famiglia: Rutacee
Provenienza: Estremo Oriente
Estrazione: dai fiori freschi
Profumo: floreale, caldo, ricco, intenso e delicato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antidepressivo, afrodisiaco, digestivo, depurativo, ipnotico blando, tonico cardiaco e circolatorio, antispastico, antisettico, battericida
Principali indicazioni: ansia, depressione, insonnia, tensione nervosa, palpitazioni, stress, agitazione nei bambini, cura della pelle, coliche intestinali, spasmi, disturbi digestivi di origine nervosa


L'essenza di fiori d'arancio deve il suo nome e la sua celebrità alla civetteria di una principessa del XVII secolo, Anna Maria di Nerola, la quale amava cospargersi abbondantemente di questo profumo, tanto da lasciare un'odorosa scia al suo passaggio. Poichè nelle  corti europee dell'epoca si usava regalare e portare guanti profumati, i "guanti di Neroli" divennero di moda per le dame di corte. L'olio di neroli è una delle essenze più pregiate, non solo per l'inimitabile aroma, che entra nella formulazione di pregiati profumi, ma anche per il basso rendimento durante il processo di estrazione: è infatti una delle essenze più costose.

 La sua sfera d'azione principale è il sistema nervoso: esercita un'efficace azione riequilibrante e calmante in caso di turbe emotive, nervosismo, somatizzazioni a carico dell'apparato digerente, come spasmi, cattiva digestione, meteorismo, e a carico dell'apparato cardio-circolatorio, in caso di palpitazioni e ipertensione. Concilia il sonno ed è molto utile per i bambini in caso di sovraeccitazione e di difficoltà di addormentamento. I fiori d'arancio partecipano, secondo la medicina antica, delle peculiarità caratteristiche di altri fiori di colore bianco, quali il ciliegio, il tiglio, il mughetto, il biancospino.

I Cinesi raccomandavano, in caso di stanchezza e di affaticamento, di attendere la fioritura del ciliegio per staccarne una fronda con cui cingersi il capo fino all'appassimento. I medici della storica Scuola Salernitana consigliavano addirittura di non staccare il ramo dall'albero, ma di massaggiarsi con i fiori ancora attaccati all'albero, in modo che le benefiche vibrazioni energetiche della pianta si potessero trasmettere all'uomo. Secondo gli antichi quindi il massaggio floreale con i fiori bianchi è in grado di curare la stanchezza fisica e mentale, di restituire nuove energie e di fugare la tristezza.

Varrebbe la pena quindi di seguire questo consiglio, per combattere le nevrosi, e se non è possibile passeggiare in un boschetto di ciliegi o di zagare, si può più semplicementefare un bagno aromatico usando l'essenza di neroli o utilizzandola per massaggio rilassante o per leggere frizioni alle tempie. A livello della pelle è molto delicata e ben tollerata anche incaso di pelle sensibile e irritata. Ha un'azione rigenerante a livello cellulare, tonifica, previene l'invecchiamento, deodora. Seguendo l'esempio di Anna Maria di Neroli, può essere utilizzata utilmente nella preparazione di principesche maschere di bellezza o in aggiunta a creme nutrienti (nella misura di una goccia per un cucchiaino di olio o crema base).


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