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giovedì 23 giugno 2016

Bellezza capelli: la ricetta di Berenice

Bellezza capelli: la ricetta di Berenice, regina d'Egitto, famosa e nota a tutti per la sua splendida capigliatura che curava con amore


Vi sarà certo capitato di sentire parlare della chioma di Berenice, famosa regina d'Egitto, moglie di Tolomeo Evergete, terzo sovrano della dinastia Tolemaica e del suo amore per lui. Un amore così forte che, quando Tolomeo partì per la guerra in Siria, Berenice consacrò ad Afrodite la sua chioma. Al tempo i capelli erano parte integrante della bellezza femminile e questo era un enorme sacrificio, in più i capelli di Berenice erano di per sé già noti perché splendidi. Ma come faceva Berenice a mantenere capelli tanto belli? La storia ci tramanda una ricetta



Occorrente:  un pezzo di corteccia di olmo non troppo lignificata lunga almeno 10 cm per lato, 2 litri di acqua, un mazzetto di ruta

Procedimento: bollire per un'ora nell'acqua la corteccia di olmo tenendo il recipiente coperto. Filtrare ed aggiungere un mazzetto di ruta e far bollire per altri 15 minuti e lasciare intiepidire. Nel frattempo procedere a lavare i capelli usando uno sciampo neutro. Quando il cuoio capelluto sarà ben pulito, frizionare a lungo la cute con l'acqua così ottenuta e asciugare come di consueto. Ripetere almeno una volta alla settimana per un mese in primavera ed in autunno.



mercoledì 22 giugno 2016

Rificolona, rimettersi in palla

Rificolona, rimettersi in palla, rinnocare, altri detti toscani con una cantilena per memorizzare il concetto


RIFICOLONA: termine fiorentino (da "fierucolona", cioè lume da fiera) che indica un lampioncino (carta colorata sagomata in varia forma, con una candelina all'interno) portato da ragazzi e da allegre comitive appeso in cima a una canna o a un bastone per le strade e lungo l'Arno la sera della vigilia della SS. Annunziata, la festa che cade l'8 settembre. Questa luminaria è accompagnata da una cantilena che dice:

Ona,ona, ona
o che bella rificolona,
ell'è più bella la mia
di quella della zia


Per estensione, rificolona, indica anche una donna di popolo, sciatta e vestita in modo vistoso.



RIMETTERSI IN PALLA: tornare in buono stato, in perfetta salute. "Qui' cognacchino m'ha rimesso in palla"

RINNOCARE: ripetere una cosa, ricominciarla. Il verbo viene dal gioco dell'oca: quando il giocatore va a finire sulla figura dell'oca prosegue di altrettanti punti raddopiando il numero ottenuto con i dadi, perchè è regola che sull'oca non si metta segno.

Crema corpo idratante fai da te in pochi minuti

Crema corpo idratante fai da te in pochi minuti, vi sembrerà forse impossibile, ma si può fare e in pochissimo tempo avrete crema e benefici. Scoprite come


Benchè siamo ormai molte le App che possono aiutarci a scegliere i prodotti cosmetici naturali con un buon INCI, non sempre abbiamo il tempo per fare una scelta oculata o denaro per comprare quello che vorremmo. Perciò, se il nostro intento è quello di usare un cosmetico che sia più naturale possibile possiamo farcelo noi. Oggi vedremo il procedimento per realizzare una crema corpo idratante che può andar bene per tutti i tipi di pelle. Devo sottolineare un particolare: le creme fatte in casa, non hanno una lunga conservazione poichè prive di conservanti artificiali. Benchè la presenza della vitamina E funga da conservante, è sempre meglio tenere la crema in frigo e farne uso per periodo di due settimane.


Quella che andremo a fare oggi è una crema la cui consistenza non è eccessivamente oleosa, e se la vostra è una pelle molto secca come la mia, potete sempre aumentare la quantità di olio, o, se molto grassa, aggiungere aloe vera. Questa crema ha la funzione specifica di idratare, nutrire e migliorare la circolazione. Con questa crema otterete alcuni vantaggi perchè essa ammorbidisce, idrata, calma le irritazioni, previene rughe e smagliature.

Occorrente:  50 ml di olio di mandorle,  50 ml di gel di aloe vera,   10 gocce di olio essenziale di arancia,  10 gocce di olio essenziale di rosmarino,  20 gocce di vitamina E
Procedimento: versare in una ciotola l’olio di mandorle e l’aloe vera e mescolare bene, poi aggiungere gli oli essenziali e mescolare il tutto fino ad amalgamare tutti gli ingredienti. Come accennato prima conservare la crema in un contenitore di vetro scuro in frigorifero per  massimo quindici giorni.

Come fare gli zuccheri aromatizzati

Come fare gli zuccheri aromatizzati è cosa semplice con risultato che sarà la delizia del palato e delle vostre tisane o dei vostri tè, ma anche di qualche speciale biscotto. Vediamoli insieme


Da molto tempo ormai faccio uso dell zucchero integrale di canna, rinunciando completamente allo zucchero raffinato. Notoriamente lo zucchero integrale di canna è meno dolce di quello raffinato ma molto più sano. Inoltre si presta ad essere aromatizzato, perché dona alle tisane, sia calde che fredde un nota deliziosa. Preparare lo zucchero aromatizzato è molto semplice ecco alcune idee. 

Zucchero alla scorza di arancia e limone
Ecco come fare: per 120 gr di zucchero ci vogliono 2 cucchiaini di polvere di agrumi essiccati. Effettuare l'essiccazione essiccare delle bucce è un'operazione piuttosto veloce: ogni volta che si andrà ad utilizzare agrumi, mettere da parte le bucce e affettarle finemente, quindi porle in forno a 50 gradi fino a quando non saranno bene essiccate. Trasferitele nel mixer, frullate fino ad ottenere una polvere profumatissima e aggiungerle allo zucchero mescolando.
Uso: questo zucchero aromatizzato si utilizza per addolcire la tisana pronta oppure si può già aggiungere all'acqua in fase di bollitura in modo che l'aroma di arancia e limone sia più intenso.



Zucchero alla cannella 
Particolarmente adatto in inverno, considerate le proprietà scaldanti della cannella, questo zucchero si prepara aggiungendo 1 cucchiaino colmo di cannella in polvere su 120 gr di zucchero.

Zucchero alla mela e cannella 
Si devono essiccare le mele. Per 120 gr di zucchero servono 50 gr tra mele e polvere di cannella: si prende una mela, la si taglia in piccole e fini mezze lune di circa 2-3 cm di spessore. Quindi si fanno essiccare  in forno a 50 gradi con lo sportello semi aperto. Oppure le potete acquistare nei negozi di alimentazione biologica. Una volta ben essiccati, gli spicchi di mela si riducono in piccoli pezzettini e si miscelano alla cannella in polvere e allo zucchero. Lasciar riposare 15 giorni prima dell'utilizzo.

Zucchero alla violetta
Le viole si prstano a moltissime preparazioni, anche ad aromatizzare lo zucchero. Raccogliete i capolini in luoghi possibilmente lontani dalle strade, si sbattono bene per toglierne eventuali insetti e formichine e si mescolano allo zucchero di canna, tagliuzzandoli grossolanamente. Esponete, quindi, il preparato al sole per qualche giorno, rimescolando spesso, fino a quando le violette si saranno seccate. Si conserva in vasetti di vetro.

Zucchero ai fiori di sambuco
Come per lo zucchero alla violetta, si può preparare quello ai fiori di sambuco quando a fine aprile ci allietano di profumo e bellezza.

Zucchero alla menta
Per avere una bevanda rinfrescante, in estate raccogliete la menta e fatela essiccare, poi polverizzatela e aggiungetene 1 cucchiaino per ogni 120 gr di zucchero.

Zucchero aromatizzato al cacao e alla vaniglia
Per 120 g zucchero aggiungete 2 cucchiaini circa di cacao amaro in polvere: le proporzioni variano anche a seconda dei propri gusti. Per quello alla vaniglia, sempre per 120 g di zucchero mescolate i semi di 1 baccello di vaniglia. Questi due zuccheri aromatizzati sono indicati anche nella preparazione di biscotti e torte.

Pulire gli organi emuntori dallo smog

Pulire gli organi emuntori dallo smog dovrebbe essere una delle nostre priorità: la pelle, i polmoni e il nostro apparato digerente dovrebbero essere curati ciclicamente. Vediamo come


Più che mai in inverno il nostro organismo assorbe lo smog e a soffrire sono in primis la pelle e i polmoni, ma soffre anche l'apparato digerente, per l'azione inquinante che passa dall'aria alla terra e quindi nei prodotti agricoli che mangiamo.  Quindi: monossido di carbonio e benzene si accumulano nel nostro organismo portando ossidazione e infiammazioni. Entrambe sono fertile terreno per l'installarsi di  bronchiti, tosse, riniti croniche. Dal canto suo la pelle può risultare sciupata e irritata. E' l'ora di ripulirsi, in tre modi.


Pelle:  sarà utile la violetta di campo, per la presenza di acidoacetilsalicilico che favorisce sudorazione ed espulsione di sostanze tossiche.  Potete fare delle abluzioni con l’acqua di violetta: procuratevi tre manciate di fiori (possibilmente freschi) schiacciateli in un mortaio e versateli in un litro d’acqua bollente. Far macerare bene e quando l’acqua si è intiepidita passatela con un panno morbido sulla cute. Ripetete per 10-15 giorni questo trattamento e le tossine invernali se ne andranno.

Apparato digerente:  fate una centrifuga con qualche foglia di cavolo e una carota, mescolate con un cucchiaio d’olio extravergine e con succo di un limone. Bevetelo al mattino, per un paio di settimane. Grazie ai tiocianati del cavolo si limitano le mutazioni genetiche ingenerate dallo smog e sono utilissimi principi anti-tumorali.

Polmoni:  bruciate qualche grano d’incenso negli ambienti. L’incenso è un ottimo disinfettante dell’apparato respiratorio. Ripulirà i polmoni da tutte le impurità. Utilizzatelo nelle settimane di cambio di stagione e continuate a farlo, se vi piace, anche dopo. Bruciatelo nelle camere dei bambini e degli anziani: il loro apparato respiratorio sarà in questo modo particolarmente protetto contro tutti gli agenti nocivi presenti nell’aria.

martedì 21 giugno 2016

Ridossino, ridursi alla porta co sassi

Ridossino, ridursi alla porta co' sassi, ridursi sulle cinghie, rimetter le dotte, detti toscani per descrivere alcuni modi di trovarsi a mal partito


RIDOSSINO: concorrenza. Chi apre un negozio accanto, o vicino (a ridosso) a un altro dello stesso genere, "fa un ridossino" al primo.

RIDURSI ALLA PORTA CO' SASSI: ridursi all'ultimo momento per far qualcosa. A Firenze, in altri tempi, coloro che abitavano vicino alle porte della città avevano l'abitudine di uscire le sere d'estate a godersi l'aria e il fresco della campagna. A una certa ora le porte venivano chiuse; ma prima, per avvertire quelli che ancora non erano rientrati, il gabellotto di guardia picchiava un sasso su un battente: a quel sengale i ritardatari si affrettavano. Da qui il detto, che è rimasto aggiornando il significato.


RIDURSI SULLE CINGHIE: ridursi al mal partito, in miseria, o i ncattiva condizioni di salute. L'origine è dal linguaggio di scuderia: quando il cavallo, per malattia o per vecchiaia, non si regge più sulle gambe, viene sorretto con le cinghie. Ma non sembra estraneo neppure il riferimento alla lettiga sulla quale i Fratelli della Misericordia assicurano con le cinghie l'ammalato durante il traasporto all'ospedale. Il modo di dire fiorentino non ha nulla a che vedere con il "tirare le cigne", apparentemente analogo, diffuso nell'alta Versilia e a Massa. "Tirare le cigne" significa darsi da fare, agitarsi per arrivare a qualcosa.

RIMETTER LE DOTTE: riprendere il tempo perso; o, anche, rimettersi in salute. E' un modo di dire antico: da "dotta" e "otta" che significava "ora" (locuzione in disuso: ad otta, a tempo convenuto). Spesso, nel linguaggio comune, si dice, ovviamente sbagliando, "rimettere le rotte".

Tarme: allontanarle in maniera naturale

Tarme: allontanarle in maniera naturale senza ricorrere a sostanze chimiche di sintesi è possibile, basterà qualche piccolo accorgimento e l'utilizzo di naturali profumazioni che queste impertinenti farfalline odiano


Le tarme sono quelle piccole farfalline che abitano felici sia nelle case che nei magazzini e che si nutrono di tessuti e derrate alimentari. Sono comuni ovunque nel mondo e ve ne sono diverse varietà. Non amano la luce quindi si nascondono là dove la luce solitamente non arriva, come l'interno delle credenze, sotto i tappeti, negli armadi. Alla base della loro alimentazione c'è la cheratina, che viene trasformata in cibo. In particolare è bene sapere che  le larve della tarma sono attratte particolarmente da indumenti sporchi, quindi è facile vengano attratte dai tappeti e i vestiti usati.


Per allontanare le tarme, prevenire le loro fastidiose visite si possono usare metodi naturali, e in primis vediamo come possiamo prevenire la loro presenza:

1) Dato che le tarme prediligono gli ambienti umidi, fate sempre asciugare bene gli abiti sudati o sporchi e controllate che gli ambienti siano privi di umidità. Lavare a secco i vestiti prima di riporli, è un buon metodo per eliminare l’umidità e conservare i vestiti in sicurezza.
2) Tappeti e dispense vanno tenuti molto puliti questo è fondamentale per evitare la comparsa delle tarme.
3) Si possono piazzare delle trappole ai feromoni, per cercare di controllare la riproduzione delle terme allo stadio adulto, e prevenire quanto meno una grave infestazione.

4) Munirsi di sacchetti di lavanda e metterne uno in ogni busta in cui verranno riposti i vestiti puliti e ben asciutti, è il metodo che funziona meglio nella prevenzione naturale delle tarme e lascia un piacevole profumo agli indumenti.
6) Ottimi anche i chiodi di garofano e i bastoncini di cannella, da mettere nei sacchetti per ogni busta che andrà a contenere i vestiti.
7) Anchce il legno di cedro è sgradito alle tarme, se si ha la fortuna di avere un mobile con questo legno forse sarebbe meglio riporci i vestiti.
8) Per quanto concerne gli alimenti usate sempre i contenitori in vetro per conservarli, oppure metallo con chiusura ermetica.

Ma se nonostante questi accorgimenti il problema tarme persiste sarà necessaria una vera e propria dichiarazione di guerra. Intanto si dovranno disinfettare gli indumenti e purtroppo gettare gli alimenti contaminati, indi, ripulire con molta cura il lluogo in cui vestiti e alimenti sono stati riposti  passando l’aspirapolvere e poi passare al contrattacco:

- per eliminare gli insetti dagli indumenti sarà necessario lavarli ad elevate temperature ( almeno 50°) per più di 30 minuti,
- oppure congelare l’oggetto infestato a -0° per più giorni.
- ricordate non sono le tarme adulte a mangiare i nostri abiti, ma le larve a causare i buchi negli indumenti
- evitate di ricorrere a metodi come l'uso di foglie di menta, alloro o scroza di limone, invece di allontanarle ne favoriscono la presenza.



Uova naturali uguale arterie pulite

Uova naturali uguale arterie pulite: E' necessario fare un po' di chiarezza in merito a tutto ciò che viene detto sulle uova e su alcuni falsi miti che spesso condizionano la nostra alimentazione


Parliamo oggi delle uova naturali, un prezioso alimento, completo e sano, ma anche magro se consumato nella maniera giusta naturalmente, cioè in camicia, sodo o alla coque. Perché magro? Meglio sfatare alcuni insani miti che da troppo tempo indicano l'uovo quale alimento da consumare con gran cautela. L'uovo è un prezioso alleato del fegato, del sangue e anche del sistema circolatorio perché il tuorlo contiene acidi grassi insaturi in quantità maggiore rispetto a quelli saturi (il 65% contro il 30%), in più se consumato al naturale con un condimento leggero è anche fonte di proteine e vitamine e contiene solo 70 calorie. Per chi è vegetariano è ottima fonte di vitamina B12, che contribuisce a far funzionare bene le cellule nervose, a mantenere in salute la pelle, i capelli e le cartilagini.


Ciò che è oggi più che mai importante scegliere le uova prodotte dalle galline allevate all'aria aperta, riconoscibili al momento dell'acquisto da un ben preciso codice stampato sul guscio (e anche sulla confezione), nel caso specifico i codici  “0” e “1”,  perchè in esse è stata rilevata una presenza maggiore di betacarotene (precursore della vitamina A), di vitamina E e di acidi grassi Omega 3 che sono sostanze dalle proprietà antiossidanti. Inoltre nel tuorlo dell’uovo sono presenti due importanti antiossidanti, che si trovano in gran quantità anche nei vegetali a foglia verde: luteina e zeaxantina che proteggono nei confronti dei raggi UVA e rinforzano la vista. Vi sono poi le lecitine nel tuorlo che trasportano il colesterolo dalle artiere al fegato (trasporto inverso).

Per scegliere le uova naturali, ribadisco, bisogna saper leggere il codice stampato sul guscio dell'uovo sul quale viene riportato, stottoforma di sigla,  il Paese di provenienza (IT, che sta per Italia), il comune di origine e un numero che indica il tipo di allevamento. Codice 0: indica l'allevamento biologico dove galline possono muoversi liberamente dentro e fuori dei capannoni su un terreno coltivato secondo le metodiche biologiche; anche il cibo è bio. Codice 1: indica l'allevamento all’aperto in cui le galline possono razzolare in terra fuori dal capannone alcune ore al giorno e le uova possono essere deposte sul terreno o nei nidi. Il cibo è mangime convenzionale. Codice 2: indica l'allevamento a terra dove le galline vivono libere all’interno di capannoni illuminati da luce artificiale (ma che altera il ritmo sonno-veglia degli animali) e non possono accedere all’esterno. Il calore e la luce continua accelerano la produzione di uova rendendo il processo ovaiolo innaturale.


Scrub naturali contro i peli incarniti

Scrub naturali contro i peli incarniti per prevenire e ostacolare la follicolite dovuta a varie cause. Per evitare dunque questo fastidioso problema possiamo autoprodurre degli economici scrub naturali altrettanto efficaci.


Molte donne converranno con me che i peli incarniti sono un fastidiosissimo problema, oltre al fatto che sono antiestetici. Purtroppo essi si manifestano spesso a causa di una epilazione o depilazione non ben fatta.  In pratica il pelo si incarnisce perché crescendo non riesce a superare lo strato epiteliale e quindi non esce in superficie poiché il poro è occluso da cellule morte, germi e grasso. Di solito essi si manifestano con rossore e fastidio, ma sarebbe bene cercare il più possibile di contrastarne la formazione perché si potrebbe generare una follicolite.


Fate mente locale a come vi epilate o depilate tenendo conto che: se usate il rasoio non passatelo contropelo, ma seguite la direzione dei peli,  altrimenti il pelo diventa molto aguzzo e  rischia di crescere non verso la superficie ma verso altre direzioni. Se usate la ceretta, i peli incarniti si manifestano quando questa non è preceduta né seguita da una corretta pulizia della pelle e quindi ricrescendo il pelo non troverà via d’uscita a causa dell'occlusione dei pori, e si arrotolerà su se stesso. Stesso dicasi di epilatori elettrici e creme depilatorie. Anche gli abiti stretti, come pantaloni o leggings o calze, non favoriscono la normale crescita del pelo.

Che fare? E' possibile autoprodurre scrubs esfolianti che possono eliminare le cellule morte altre impurità per avere una pelle liscia e ricca di ossigeno, così da permettere al pelo di crescere normalmente. Abbiate cura di avere sempre un guanto esfoliante per distribuire il composto sulle gambe in modo uniforme prima di procedere.

Olio di mandorle e zucchero di canna:  mescolate sei cucchiai di zucchero con quattro cucchiai di olio. Applicare il composto sulla pelle umida, magari dopo aver fatto una doccia. Massaggiare delicatamente aiutandovi anche con un guanto. Basta ripetere questo scrub ogni settimana o ogni dieci giorni.

Scrub con le cipolle: le cipolle sono idratanti e antinfiammatorie, grazie ad esse  i pori si apriranno facilmente facendo uscire i peli incarniti. Tagliare le cipolle in piccoli pezzetti e metterle a marinare sotto sale, preferibilmente il sale grosso, per  circa un’ora. Poi aggiungere un cucchiaio di olio di oliva. Dopo aver mescolato per bene, mettere tutto in acqua calda e aspettate un’altra ora. Applicare l’unguento sulla parte interessata.

Scrub forte agli agrumi e sale: vi servono un’arancia e un limone, di essi vi servirà  ¼ , due cucchiai di sale grosso, un cucchiaio di miele e uno di bicarbonato. Spremete gli agrumi in una ciotola, insieme alla loro polpa e buccia grattugiata, aggiungere poi il sale grosso, il bicarbonato e il miele e mescolare tutto. Una volta mescolato tutto applicare con un massaggio delicato. Si tratta di uno scrub molto aggressivo per la presenza del sale grosso e del bicarbonato, è preferibile quindi applicarlo almeno una settimana prima di procedere con l’eliminazione dei peli suiperflui.

Questi rimedi dovrebbero essere usati anche come routine preventiva almeno una volta alla settimana, ovviamente se il problema persiste non esitate a consultare uno specialista.

lunedì 20 giugno 2016

Ribollita

Ribollita oggi ritornata in auge grazie alla riscoperta della cucina povera, è un piatto tipico toscano davvero sano e saporito


RIBOLLITA: chi l'avrebbe detto che la minestra di magro avanzata dal giorno prima nelle case dei contadini sarebbe diventata una specialità gastronomica nella società dei consumi? La ricetta delle massaie campagnole era istintiva e usava quello che c'era sottomano, cioè pochissimo: pane, soprattutto, qualche odore, cavolo verzotto e cavolo nero, qualche patata e una carota, fagioli lessati e il loro bel brodo profumato.


Questa in realtà era la mamma della ribollita; cioè la minestra di magro che veniva fatta il venerdì, ma in quantità  tale che ne avanzasse: la mattina dopo, il primo che si alzava da letto la riscaldava nel tegame di coccio e il profumo che pervadeva la casa faceva da sveglia per gli altri. Il meglio, naturalmente, era il rosticciolo che rimaneva sul fondo senza bruciare. Questa dunque, la vera ribollita; una specie di anticaffellatte per gente che prende le cose di petto già dal primo mattino.

Ora una ricetta addomesticata la troviamo perfino nei manuali di cucina delle sposine dispeptiche: è un piatto-snob, da cena civil-rustica; non è più di magro (fra gli ingredienti c'è pancetta o carne secca), si fa con i fagioli in scatola (il cui brodo è assolutamente anonimo) e, soprattutto, non è ribollita.

Estate: conservare frutta e verdura senza sprechi

Estate: conservare frutta e verdura senza sprechi può sembrare logico e banale, ma bisogna prestare attenzione e con qualche piccolo trucco possiamo allungare la durata di frutta e verdura ed evitare quegli sprechi in più che il caldo facilita.


Come mantenere frutta e verdura freschi il più a lungo possibile durante la calda stagione estiva ed evitare inutili sprechi? Intanto dobbiamo imparare ad usare correttamente i ripiani del frigorifero e poi usare al meglio la nostra dispensa.


Frigorifero: come sappiamo ogni ripiano o cassetto del frigo (e lo si vede bene anche dalla simbologia impressa sopra) sono destinati ad alimenti specifici. La temperatura interna del frigo è diversa da ripiano a ripiano e varia dai  4°C, 2°C del ripiano più basso ai 10°C dei cassetti, ideali per ospitare frutta e verdura. Usiamo quindi un criterio logico, riponiamo la frutta e la verdura negli appositi cassetti, e, nel caso siano pieni la frutta e la verdura vanno riposte sui ripiani stando attenti a non posizionare gli ortaggi troppo vicino alla parete posteriore, evitando temperature troppo basse che rischierebbero di rovinarne le proprietà.

Sacchetti di carta: evitate i sacchetti di plastica, poichè favoriscono l'umidità e il deterioramento dei cibi. Usate piuttosto i sacchetti di carta, perchè favoriscono la circolazione dell'aria e sono riciclabili.

Fresco e buio per le patate:  la luce favorisce nelle patate la fotosintesi (che le fa diventare verdi e amare) e le temperature da temere sono il troppo freddo e il troppo caldo, ideale una temperatura tra i 6° e gli 8° C. Per evitare che germoglino, tenerle lontane dalle cipolle e dai frutti che producono etilene come banane, kiwi o pesche.

Asparagi:  in un mazzo, in piedi e immersi in pochi centimetri d’acqua. Abbiate l'accortezza di incidere con un coltellino la parte finale più dura. Attenzione però a non bagnarne le punte, che devono rimanere asciutte per una perfetta conservazione.

Rucola:  si mantiene in frigorifero per pochi giorni. Può essere conservata con il gambo immerso in acqua fresca oppure, se le ha ancora, con le radici avvolte in un foglio di carta inumidito.

Pomodoro: si mantengono meglio se conservati a temperatura ambiente, il fresco del frigo interrompe il processo di maturazione che conferisce al pomodoro il suo caratteristico sapore e la sua consistenza.

Aglio e cipolla: andrebbero conservati al buio, in un locale fresco e ben aerato per evitarne la germogliazione. L’ideale sarebbe poterli appendere a qualche centimetro di distanza l’uno dall’altro, mantenendoli così asciutti e saporiti.

Ciliegie: per conservarle più a lungo, privatele del picciolo, ed eventualmente  denocciolatele adagiandole su un tagliere e con l’aiuto di un coltello. Per evitare poi che le ciliegie perdano colore, basterà immergerle in una ciotola con del succo di limone.

Fragole:  immergerle in una soluzione composta da 10 parti di acqua e 1 di aceto di mele, purificandole dai batteri che ne causano il deterioramento.

Mele: sarebbe opportuno sistemare le mele all’interno di cassette di legno o di cartone ondulato, ben distanziate fra loro, coperte da un vecchio lenzuolo che le protegga da insetti e impurità ma lasci circolare l’aria. Va prestata massima attenzione alle mele marce: ne basta una per intaccare tutta la scorta.


Impacco o un impiastro?

Impacco o impiastro? Oggi poco interessa, ma sapere la differenza che corre tra i due è sempre utile, sono vecchi rimedi che possono aiutarci


Tra i ricordi che mi porto dietro dall'infanzia, ci sono le reminescenze dei vecchi rimedi di cui le mie nonne parlavano. Fra questi spesso esse rammentavano l'uso  di impacchi e impiastri, in caso di febbri, bronchiti, raffreddore e tosse.

Impacco
Nella mia mente di bambina vedevo solo qualcosa di fumante e caldo, ma non riuscivo a trovare un'immagine calzante che potesse distinguerli. Ebbene diventando più grandicella, decisi di fare un po' di chiarezza, se non altro per capire. Del resto in alcuni libri antichi, dove sono elencati i rimedi che si possono trarre dalle piante officinali, impacco e impiastro sono sostantivi ricorrenti.

IMPACCO: applicazione a scopo terapeutico di panni, garze o cotone idrofilo imbevuti di un liquido medicamentoso, di cui si voglia sfruttare l'azione fisica (umidità e temperatura) o quella chimica.

IMPIASTRO: dal latino emplastrum (unguento). Preparato farmaceutico per uso esterno, costituito di sapone di piombo (impiastro semplice), o a base di resine, cere, grassi, metalli (impiastro composto), di consistenza solida, capace di rammollisrsi alla temperatura del corpo umano acquistando proprietà adesive; steso in strato sottilissimo sopra un leggero tessuto di cotone, lino o seta, costituisce il cerotto, ad azione revulsiva, vescicatoria, a seconda delle sotanze utilizzate.

Impedire alle emozioni di allontanarci dalla gente

Impedire alle emozioni di allontanarci dalla gente significa prestare attenzione alle emozioni negative e ai nostri atteggiamenti che possono essere altrettanto distruttivi.


Se esaminiamo accuratamente le nostre emozioni negative, scopriremo che esse sono sempre dirette contro qualcuno. Anche quando sembriamo indignarci per un nostro fatto, segretamente o apertamente noi biasimiamo gli altri per quel fatto. Così bisogna chiarire i nostri sentimenti quando si riferiscono ad altre persone. Ciò contribuirà a chiarire le cose. E' strano come gli esseri umani omettano i fatti quando si tratta di atteggiamenti negativi nei confronti degli altri. Un uomo proclive all'odio raramente ragiona: "L'odio per gli altri ci rende infelici, e quindi sarebbe meglio rinunciarvi".
Raramente un individuo pieno di risentimento penserà: "Il risentimento contro gli altri dissecca le mie forze e distrugge il mio potere mentale. Lo eliminerò dalla mia vita".


I sentimenti negativi avviluppano l'uomo nell'oscurità, al punto che egli non può vedere ciò che fa a se stesso. Presto o tardi, ognuno deve accorgersi che i sentimenti negativi nei confronti del prossimo sono nocivi soprattutto a noi stessi. E' possibile che il nostro intento di assimilare queste idee sia contrastato da una resistenza interna. E' un buon segno, significa che stiamo lottando contro le false nozioni. Ricordiamo che ogni contraddizione interna sta tra la verità che è dentro di noi e l'errore. Continuiamo a combattere le false idee.

Quando spariscono il conflitto cessa. Allora saremo veramente in pace con la nostra verità. Ma che pensare delle persone che non combattono le loro false convinzioni? Sono in pace? Sono esenti da conflitti interiori? No, il loro conflitto è solamente mascherato. La maggior parte della gente è infelice nel subcosciente. Non spaventatevi per l'aumento di ansietà che appare ogni volta che combattiamo una falsa nozione. E' temporaneo, è la tensione di un momento. La maggior parte delle persone cerca di nascondersi quando un sentimento è esposto alla luce della coscienza. Possiamo essere degli eroi. Non temiamo la luce del giorno. Ci accorgeremo che questa luce che noi temiamo è la vera luce della vita.


domenica 19 giugno 2016

Regio, regola e norma, repente, resie

Regio, regola e norma, repente, resie, rialto, fra carte da gioco rafforzativi, i modi di dire toscani sono la seconda lingua italiana


REGIO: è il re nelle carte da gioco

REGOLA E NORMA: due voci equivalenti che molto spesso vengono accoppiate nel vernacolo fiorentino per dar forza al discorso: "Pe' tto regola e norma, caro mio, i' ddì là d'Arno t'un me l'ha toccare" (da Vita fiorentina  di A. Meriggioli)


REPENTE: più che provvisorio, in vernacolo fiorentino vuoledire "forte", specialmente parlando di vino o di liquore, e anche "piccante" parlando di una pietanza molto drogata

RESIE: bestemmie, dette anche MADONNE pur non coinvolgendo necessariamente la Vergine. Ecco qualche esempio scelto fra le più veniali, quasi eufemismi esclamativi: "madonna campo" evitando in extremis (dopo il ca) il peggio. "Porca Madosca" altro svantaggio in extremis; comunque, Madosca come nome a sè non esiste. "Proca Maremma" ovviamente nessun maremmano si risente

RIALTO: è qualcosa in più aggiunto al solito pranzo, per festeggiare qualcuno a una ricorrenza. "Far rialto"


Incenso e Buonumore con la magia

Incenso e Buonumore con la magia, quelle delle piante e delle erbe, per giocare magicamente e divertirsi ad essere un po' maghe e un po'fate


Per andare d'accordo anche con i parenti più difficili questo rimedio è ottimo. Dato che le giornate sono più lunghe, potrebbe essere di aiuto un piccolo pic nic o un tè pomeridiano cui associare questo incantesimo. Si tratta di un filtro che può essere sperimentato su chiunque e in qualsiasi situazione, come un' occasione in cui certi ospiti non vanno d'accordo. E' ideale per un ricevimento di matrimonio o di fidanzamento, proprio quando svariati membri della famiglia si daranno convito per qualche ora.


Occorrente: un piccolo braciere con dell'incenso che arda senza fiamma ( incenso a carbonella, oppure olio nell'acqua), qualche fiore di borragine, del succo di limone, un cucchiaino di zucchero, qualche fragola tagliata a fettine, una bottiglia di vino frizzante o spumante

Predisponete l'ambiente con un rapido rito purificatorio spruzzando di olio d'incenso la tovaglia su cui mangerete (serve anche a tener lontani gli insetti), quindi bruciatene un po' per tutta la durata del ricevimento. Preparate la bibita qualche ora in anticipo per permettere alle proprietà della borragine di fare il loro effetto. La borragine ha infatti poteri sedativi e si dice che, mescolata al vino, infonda uno stato di oblio. Amalgamate i fiori con un cucchiaio di succo di limone e un cucchiaino di zucchero e lasciate a macerare il composto per un'ora. Quindi aggiungete le fragole a fettine e fate marinare per un'altra ora: la borragine altererà leggermente il gusto del composto, rendendolo squisito. Unite il vino o lo spumante circa un'ora prima di berlo, avendo cura di coprire la bibita perchè non disperda l'effervescenza.

Servite agli ospiti, e poi mettetevi un po' in disparte per osservare i parenti smettere di battibeccare e iniziare a ridere tutti insieme.

Rimedi naturali all'alito cattivo

Rimedi naturali all'alito cattivo, che spesso ci imprigiona in un imbarazzante silenzio. Le cause dell'alito cattivo possono essere varie, vediamole insieme e come rimediare


Di norma il nostro alito dovrebbe essere inodore, ma sappiamo purtroppo che può capitare di sentirlo molto pesante. Le cause possono essere molte, in primis la cattiva igiene orale e i problemi a denti e gengive, ma anche il fumo di sigaretta, problemi digestivi, o anche particolari alimenti, o addirittura i farmaci. E non ultimo anche uno stato di salute poco buono del nostro organismo può essere causa di alito cattivo. Mentre di apprestiamo a indagare le cause possiamo però cercare di migliorarlo con qualche semplice rimedio naturale. Oggi abbiamo qui due soluzioni davvero efficaci: un infuso e un mellito. 


Infuso: Menta piperita foglie monde g. 20, Rosmarino foglie  g. 20, Melissa foglie monde g. 20, Salvia foglie  g. 20, Anice verde frutti g. 20. Da bere una tazza dopo i pasti principali e usarlo come collutorio.

Mellito alle spezie: Miele di acacia g. 500, Rosmarino foglie polvere g. 25, Salvia foglie polvere g. 10, Garofano chiodi polvere g. 5, Cannella Ceylon corteccia polvere g. 2, Noce moscata seme polvere g. 2
Mescolare insieme al miele in maiera molto accurata e trasferire in un vasetto a vetro scuro al sole
per 10-15 giorni. Sciogliere lentamente in bocca un cucchiaino da caffè la mattina a digiuno.

sabato 18 giugno 2016

Querciola, racca, ragia, regger l'anima co denti

Querciola, racca, ragia, regger l'anima co'denti per dire capriola, gentaglia, inganno e debolezza cronica


QUERCIOLA: capriola. "Far querciola" è stare a testa in giù e gambe in aria. Si dice anche "quercia ritta". E' famosa la storiella di quel prete piemontese che venne mandato in una parrocchia della campagna toscana. Uno dei primi giorni, un bambino, in confessione, fra i suoi peccatucci gli disse di aver fatto una "querciola" in classe mentre la maestra era voltata alla lavagna. Il prete, non sapendo cosa fosse la "querciola", chiese spiegazioni e il ragazzo si offrì di darne un esempio subito, lì sul posto. Così l'incuriosito sacerdote si affacciò alla tendina del confessionale e il ragazzo si mise in testa a giù e a gambe in aria. Due vecchine che aspettavano il loro turno per confessarsi pensarono che fosse una penitenza nuova di quel prete forestiero e colte dal panico scapparono a casa a mettersi le mutande.


RACCA: gentaglia; compagnia equivoca. "Far racca" significa far baccano smodato e anche mettersi d'accordo con qualcun poco raccomandabile

RAGIA: inganno; astuzia. "Scoprire la ragia"; "Capire la ragia". Ragia, per l'esattezza, è la resina del pino e serve, tra l'altro, a preparare la pània per catturare gli uccelli i quali vi rimangono invischiati e prigionieri: da qui il significato di "inganno"

REGGER L'ANIMA CO' DENTI: modo di dire per definire una persona estremamente debole, magra, rifinita. Come "star ritti per scommessa"

Sandy Byers: carte di credito per dipingere

Sandy Byers: carte di credito per dipingere, un modo davvero originale per creare dei quadri. Pensiamo sempre alla pittura con i classici pennelli, ma a volte, si fa di necessità virtù.


Più volte abbiamo parlato di artisti che per le loro opere d'arte usano particolari materiali, che li hanno resi famosi, proprio per la creatività che hanno dimostrato. Così oggi parliamo di Sandy Byers, una ex dipendente della Microsoft, che  per dedicarsi totalmente alla pittura, ha lasciato il suo lavoro. Ciò che contraddistingue l'arte di Sandy è ciò che usa per dipingere: non pennelli, ma carte di credito.


L'uso delle carte di credito per dipingere è arrivata per caso nel 2013, quando durante un viaggio, Sandy si accorse di aver dimenticato i pennelli per dipingere. Che fare? Sandy non si perse d'animo e cercando fra ciò che aveva a disposizione nella borsa, trovò la sua carta di credito: così decise di dipingere con quella.

Non si aspettava certo molto da quell'improvvisato esperimento, ma il risultato fu incoraggiante, tanto che decise di abbandonare definitivamente l'uso dei pennelli. Ora Sandy per dipingere usa solo le carte di credito. L'originalità della sua arte le è valsa una mostra organizzata da Mastercard, e come ha commentato la curatrice dell'evento: “Non ci sono altri pittori che usano una carta di credito per dipingere. Mi è sembrata una cosa molto creativa”.

Metodi di applicazione delle tisane

Metodi di applicazione delle tisane. Le tisane non si assumono solamente per via orale, ma hanno anche altri metodi di applicazione per via esterna che le rendono adatte alla cura del corpo


Le tisane come tutti sappiamo, si assumono per via orale, cioè bevendo. Ma ciò che forse alcuni ancora non sanno è che esse possono essere usate anche in maniera differente, cioè per via esterna, ovvero sotto forma di bagni tradizionali, impacchi, spugnature, bagni oculari. In particolare:


Bagno: si prepara preventivamente un infuso concnetrato o decotto . Il liquido filtrato si aggiunge all'acqua del bagno, facendo attenzione che la temperatura non suoeri i 38 gradi. Il tempo di immersione varia da dieci a venti minuti

Impacco: qui è necessario l'uso d una carza o una compressa dicotone che viene immersa prima in un liquido (sempre infuso o decotto). L'impacco va rinnovato, immergendo ripetutamente la comrepssa nel liquido, e mantenuto in posizione per un certo periodo di tempo

Spugnature: per ottenere un effetto benefico su una superficie dicute estesa, si fanno le spugnature, una metodologia attraverso cui si tampona ripetutamente la parte del corpo interessata

Collirio: si applica sulle palpebre, sotto forma di bagno oculare, oppure impacco. Si prepara un infuso che, per la particolare tipologia di applicazione va filtrato in maniera molto accurata e privo quindi di particelle in sospensione.

E ora facciamo chiarezza: vediamo quale differenza intercorre tra tisana, infuso e decotto.
La tisana: è un metodo di preparazione fitoterapica che sfrutta l'acqua calda per estrarre i principi attivi delle piante (cioè una loro parte: fiori, foglie, frutti). La preparazione avviene attraverso due metodologie: l'infuso, per capirsi, come avviene per il tè. Si versa  la quantità di acqua bollente (200 ml circa) su una dose ( un cucchiaio) di pianta o di miscela di piante già posta sul fondo di un recipiente atto allo scopo (teiera), Si mescola e si lascia riposare per cinque o dieci minuti, poi si filtra con un colino e si versa in tazza. Gli infusi si preparano freschi al momento e possono essere dolcificati.

E poi c'è il decotto, che è un metodo di estrazione dei principi attivi più energico rispetto alla tisana. Si prepara mettendo la parte della pianta (o miscela) in acqua bollente (250 ml), si copre il recipiente e si prosegue l'ebollizione a fiamma bassa per pochi minuti. Si filtra attraverso un colino e si consuma caldo o tiepido, ma mai bollente o freddo.

venerdì 17 giugno 2016

Quand'è vacca un coce, quando r diavolo scote r cencio

Quand'è vacca un coce, quando 'r diavolo scote 'r cencio, quanti fichi fa il mi pero, quarantotto, quel paese detti di cui in paio, entrati nel parlar comune nazionale


QUAND'E' VACCA UN COCE: è inutile cercare di convincere o dare buoni consigli. Così dicono a Viareggio, ed è praticamente lo stesso di: "Quando la carne 'un vole 'i sale è inutile salare"

QUANDO 'R DIAVOLO SCOTE 'R CENCIO: modo di dire livornese per: molto di rado; difficilmente

QUANTI FICHI FA IL MI' PERO: si dice per prendere in giro un bambino uggioso, che fa le moine


QUARANTOTTO: è uno dei numeri che stranamente sono entrati nei modi di dire (come ottanta, in "fare un casino dell'ottanta"). A parte "fare un quarantotto" e "a carte quarantotto" che sono espressioni non esclusivamente toscane, è curioso l'uso che si fa di questo numero per prendere in giro chi è solito rimpiangere i tempi andati. "Be' mi' tempi!" dice uno. E l'altro pronto: "Fa quarantotto"!

QUEL PAESE: "Mandare a quel paese" ha cessato d'essere espressione dialettale ed è lingua italiana: ormai lo dicono anche le signore. Quasi tutti, però, ignorano che  "quel paese" mai nominiamo esiste davvero ed è Borgo a Buggiano, in Val di NIevole, provincia di Pistoia: tanto onore è dovuto comunque solo al fatto che Buggiano ha la stessa radice di "buggerare", verbo transitivo derivato dal tardo latino "Bulgari", poi "Bugari" e "Bugeri" che nel Medio Evo significò anche sodomita

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