Simply

Visualizzazione post con etichetta raffreddore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta raffreddore. Mostra tutti i post

martedì 26 aprile 2016

In barba di micio, in bernecche, incappellata, incavolata

Dagli atteggiamenti degli animali, alle ubriacature, ai piatti tipici...motti e detti traggono ispirazione da tutto

IN BARBA DI MICIO: oziando, senza far nulla. Dice il Rigutini e Fanfani: "Stare agiatamente e quasi pavoneggiandosi a suo agio, come fa il gatto satollo, che se ne sta seduto, leccandosi ogni tanto i baffi"

IN BERNECCHE: un po' ubriaco; sbronzo, ma non in modo sconcio. Secondo il Giacchi deriverebbe da "bernesco", perchè "apesso gli avvinazzati scherzano e cianciano lietamente". Dice il Camaiti in Parva selecta:
Vogliono dir ch'io sono un crapulone,
perchè amo il Chianti e adoro le bistecche;
ma non mi busco mail l'indigestione
e nessuno mia hamai visto in bernecche 


INCAPPELLATA: raffreddore, costipazione. "Prendere una incappellata"

INCAVOLATA: non è, come i pochi toscani sospeterebbero, un'arabbaitura, dal gergale "incavolarsi" eufemistico di "incazzzarsi" e, quindi, "incazzzatura". A Serrevezza e a PIetrasanta, in Versilia , si chiama INCAVOLATA la minestra tradizionale nella quale, oltre alla farina di granoturco, alla salvia, al lardo e ai fagioli freschi, entra il cavolo nero



mercoledì 6 aprile 2016

Raffreddori, Bronchiti e Reumatismi: curarli con l'edera

I colpi di coda del freddo, soprattutto in primavera, possono provocare raffreddore, qualche bronchite e altri antipatici sintomi influenzali. Per contrastare queste malattie da raffreddamento la natura ci viene in soccorso con l'edera, sotto forma di infuso, tintura o capsule. Vediamo come esplica i suoi effetti e le precauzioni da usare.

L'edera, o hedera helix,  esplica la sua azione nei confronti delle bronchiti e dei raffreddori, allevia la tosse e a libera le vie respiratorie, ma si dimostra efficace anche contro i reumatismi; può inoltre essere utilizzata sotto forma di applicazione cutanea, ad esempio per calmare le ustioni.

Uso interno: per raffreddore,  bronchite e anche pertosse, la sua azione aiuta a liberare le vie respiratorie e a calmare la tosse grassa; è inoltre utile nel trattamento dell'artrosi e dei reumatismi.

Uso esterno: ottima contro le malattie della pelle,  riduce il prurito e le ustioni; favorisce inoltre la cicatrizzazione delle piaghe e ha un effetto anticellulite.


Riassumendo: favorisce la cicatrizzazione e il trattamento dei pruriti e delle ustioni, e aiuta in particolare a curare i duroni. Nell'antichità e in particolare nella Grecia antica veniva abitualmente preparata una bevanda, composta di un mélange di vino e foglie d'edera, per proteggersi dall'avvelenamento. Successivamente, in Europa, si credeva che l'edera avesse delle proprietà febbrifughe, purgative, sudorifere e vermifughe e quindi le si attribuivano molte più proprietà benefiche rispetto a oggi. In tempi più recenti la pianta è stata utilizzata per alleviare le ustioni, le ulcere, i dolori reumatici e nevralgici. 


In fitoterapia le foglie sono le parti utilizzate, perché contengono dei saponosidi (o saponine) triterpenici e dei flavonoidi.  I principi attivi infatti, sono principalmente le saponine e le ederasaponine, che hanno proprietà espettoranti (in caso di bronchite) e antispasmodiche, inoltre contiene anche flavonoidi, steroli e acidi fenolici,  derivati del falcarinolo, che a volte possono avere effetti allergizzanti. 

Dosaggio: i preparati a base di edera per il trattamento delle vie respiratorie sono diversi.
- In infuso: lasciare in infusione in acqua bollente 300 mg di foglie essiccate per dieci minuti. Bere l'infuso tre volte al giorno.
- In capsule: assumere 300 mg al giorno di polvere di foglie essiccate, mentre per l'estratto fluido si raccomanda di prendere 0,3 ml al giorno.
- In tintura, infine, la dose raccomandata è di 1,5 ml al giorno.
- Per ottenere un effetto anticellulite, anche se non è realmente dimostrato, si consiglia di preparare un decotto facendo bollire 100 g di foglie fresche per 10 minuti in 0,5 L d'acqua; mescolare a dell'argilla verde in polvere, per poter applicare la preparazione nelle zone più colpite dalla cellulite; lasciar agire venti minuti e poi risciacquare. 

Se si rispettano le dosi indicate per le terapie, non si deve prestare particolare attenzione. Se la pianta viene utilizzata intera (e quindi non in forma di foglie essiccate) è possibile che compaiano delle reazioni allergiche: si raccomanda perciò di consultare il medico o uno specialista prima di iniziare un trattamento. Fate attenzione perchè l'edera può aggravare i bruciori di stomaco o le ulcere già esistenti. Chi è allergico alle piante della famiglia della araliacee (come l'eleuterococco o il ginseng) non deve assumere l'edera, così come i bambini di età inferiore ai 12 anni. Anche in caso di gravidanza questa pianta è da evitare, perché può provocare delle contrazioni uterine. A lungo termine possono comparire delle allergie, in grado di provocare reazioni cutanee come eczema o pruriti o persino edemi. In casi rari sono stati riferiti disturbi gastrici e diarree. Non ha alcun'interazione con altri farmaci

domenica 31 gennaio 2016

Per un sollievo immediato dal raffreddore, ecco gli oli essenziali appropriati

RAFFREDDORE

Inalazione secca e diffusione ambientale: Albero del Tè, Alloro, Cajeput, Canfora, Eucalipto, Issopo, Lavanda, Pino silvestre, Ravensara .

Suffumigio: Abete rosso, Eucalipto, Mirto, Niaouli, Pino cembro, Ravensara, Timo rosso. Per il suffumigio ricorrere a essenze diverse da quelle utilizzate in inalazione secca e diffusione ambientale

Miscela per pediluvio e maniluvio: in un bicchiere di aceto di mele stemperare 6 gocce di Abete
rosso, 8 di Albero del Tè oppure di Cajeput, 4 di Eucalipto e 4 di Ravensara. Versare la miscela in una bacinella di acqua calda.



Uso interno: Basilico, Cannella foglie, Elicriso, Issopo, Mirto, Pepe nero, Ravensara, Zenzero.

martedì 22 dicembre 2015

Tutte le proprietà del succo di zenzero

Ho parlato spesso dello zenzero e delle sue proprietà multitasking per la nostra salute, proprietà conosciute fin dai tempi più remoti. Come già sapete lo zenzero può essere usato in vari modi, ma oggi ci soffermeremo in particolare sulle proprietà e i benefici del suo succo e di come farlo.

Vediamo intanto come procedere per ottenere il prezioso succo: comprate una radice di zenzero, pelatela e tagliatela a cubetti, metteteli in un mixer e aggiungete un po' d'acqua. Frullate e poi filtrate. Come sapete lo zenzero ha un gusto piuttosto acuto ed è anche piccante, quindi se vi risulta difficile berlo così puro, potete sempre addolcirlo con dello zucchero o miele, oppure unirlo ad altri succhi, come ad esempio quello di carota o papaya. Ma quali sono le sue proprietà?


1) Dato che lo zenzero favorisce il flusso di sangue pulito, poichè elimina le impurità, esso funge da antinfiammatorio in particolare per le articolazioni.

2) E' un buon preventivo contro l'insorgere del cancro.

3) Contrasta efficacemente l'ipertensione.

4) Ottimo contro l'insorgere di crampi, contro il mal di denti e persino contro l'emicrania o mal di testa e questo perchè impedisce alle vene di infiammarsi aiutando la circolazione sanguigna.

5) Aiuta la digestione poichè migliora il transito dallo stomaco verso l'intestino, ripulendo lo stomaco dalle impurità e dando sollievo a coloro che soffrono di mal d'auto e di aereo.

6) Previene l'artrite per le sue proprietà antinfiammatorie.

7) Abbassa i livelli di colesterolo cattivo nel sangue e di conseguenza previene l'insorgere delle più comuni malattie cardiovascolari.

8) Contrasta influenza e raffreddore poichè è un ottimo antivirale.

9) Può essere usato per favorire la crescita dei capelli, tamponando la cute con il succo (meno diluito possibile in acqua): avrete così capelli forti e brillanti.

10) Fa bene alla pelle, in particolare è efficace contro acne e foruncoli.

Adesso non avete più scuse, fatevi il vostro succo di zenzero e bevetelo con costanza e i risultati non si faranno attendere.


martedì 15 dicembre 2015

Digestione: il tè al mandarino

Quella dei Pu'er è una vasta categoria di , solitamente originari del sud-ovest della Cina. In questa categoria rientrano vari tipi di tè: verdi, oolong semifermentati, tè neri, ma anche alcuni rari tè bianchi. Questi tè hanno alcune virtù medicinali poichè sono considerati brucia grassi, digestivi ed espettoranti.

Solitamente questi tè si trovano confezionati in tavolette o panetti e proprio con questi potete preparare una ricetta al mandarino, per potenziare i benefici sulla digestione e nelle cure del raffreddore e della tosse. Ecco gli ingredienti:

4 grammi di bucce di mandarino essiccate; 6 grammi di foglie di tè

Infondete gli ingredienti in mezzo litro di acqua bollente per circa dieci minuti e poi filtrate. Consumate due volte al giorno dopo i pasti.



sabato 12 dicembre 2015

Piccola digressione sul basilico

Il Basilico, dal greco basilicòs (regale), è un'erba probabilmente originaria dell'India, coltivata in tutta l'Asia fin dal 2000 a.C. Intorno a questa pianta sono fiorite numerose leggende, una delle quali racconta  che l'imperatrice Elena, madre di Costantino la trovò sul luogo della crocifissione  di Gesù e da costei fu diffusa in tutto l'Occidente.

Basilico
Altre leggende popolari hanno associato il Basilico all'idea dell'amore terreno, tanto che un vaso di Basilico sul balcone di una giovane doveva essere interpretato come segno di disponibilità a ricevere l'innamorato. 

In fitoterapia il Basilico è indicato per i suoi effetti benefici sul sistema nervoso (agitazione, insonnia), lenitivo in caso di dolori gastroinstesinali e  di giovamento contro  raffreddore, tosse e catarro.



Contro il raffreddore: tè nero allo zenzero

Le malattie da raffreddamento sono un fastidioso disturbo che l'autunno e l'inverno ci regalano gratuitamente e che infastidiscono molto le nostre giornate: il naso cola, siamo intasati, ci viene il mal di testa, starnutiamo ripetutamente. Ecco perchè nella medicina tradizionale cinese le malattie da raffreddamento vengono trattate con il tè nero allo zenzero.

Perchè il tè nero? Perchè la fermentazione delle qualità nere del tè lo rendono "tiepido", come si dice in gergo, e proprio per questo motivo molto più adatto a combattere il freddo rispetto al fresco tè verde (non fermentato). Tra gli alimenti tiepidi, indicati nella cura e nella prevenzione dei raffreddori, anche lo zenzero viene classificato come tiepido.

Ecco quello che vi occorre: tè nero, qualche fettina di zenzero
Dovete solo lasciar riposare a lungo l'infusione di tè con lo zenzero e aggiungete, se lo gradite, un buon miele, che è contemporaneamente energizzante e dolcificante.


lunedì 30 novembre 2015

Il lime per sconfiggere raffreddore e mal di gola

Quando il raffreddore e il mal di gola non ci danno tregua rischiando di tormentarci per tutta la stagione invernale, possiamo ottenere un valido aiuto da un frutto ormai molto diffuso: il lime. Noi tutti lo conosciamo come ingrediente di molti cocktail, ma in realtà è un toccasana per i problemi delle vie respiratorie.  Il lime infatti ha delle ottime proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie e per questo è adatto alla cura di tosse e riniti.


Esso contiene infatti sostanze antiossidanti, in particolare vitamina C, tra l'altro esso veniva usato anche dai marinai per curare lo scorbuto, malattia causata dalla carenza vitaminica. Questa vitamina dev’essere assunta attraverso la dieta in quanto il nostro corpo non è capace di produrla autonomamente. In particolare è in grado di proteggere le vie respiratorie poiché è fondamentale nella formazione dell’interferone, una molecola che blocca l’entrata dei virus all’interno delle cellule. In questo modo, la vitamina C contenuta nel lime impedisce alle cellule sane di essere infettate.

Le sostanze contenute nel lime, e negli agrumi in generale, hanno un effetto benefico nel prevenire alcuni tipi di cancro, come ad esempio quelli della pelle, dei polmoni, della bocca e dello stomaco. Il merito è dell’elevato contenuto di antiossidanti di cui, fra l’altro, beneficia anche il sistema cardiovascolare. Il lime inoltre, è capace di abbassare il livello di colesterolo nel sangue. In particolare è stato rilevato che i livelli della proteina Apo B secreta dalle cellule del fegato (e normalmente elevati nei casi di colesterolo alto) calano nettamente con l’assunzione di lime ai pasti.

Spremuta:  bevete 2 bicchieri al giorno di acqua tiepida mescolata al succo di un’arancia e di un lime: l’acido citrico vi corazzerà contro le infezioni.

Tisansa calmante: se il gusto del lime vi risulta troppo acido, provate a usarne la scorza in tisana: fate sobbollire 10 minuti un cucchiaio di fiori di malva (lenitiva) insieme alla scorza di un lime biologico, poi dolcificate con un cucchiaino di miele: sfiamma la gola ed elimina eventuali placche.

Gargarismi:  mettete un lime tagliato in 4 in una ciotola, cospargetelo di sale, mescolate e aggiungete un cucchiaino di questo concentrato a un bicchiere con dell’acqua calda. Con questa soluzione fai dei gargarismi 3-4 volte al giorno. Il lime mischiato al sale (che ne aumenta l’acidità) aiuta a uccidere i microrganismi più aggressivi.



giovedì 19 novembre 2015

La Menta, degli usi straordinari in cucina con alcune ricette e le indicazioni della medicina popolare

Mentha è il nome di una ninfa mitologica; piperita significa "piccante". La leggenda più classica, narrata da Ovidio,favoleggia della ninfa Mintha, figlia del fiume infernale Cocito, amata da Plutone e trasformata in vegetale dalla gelosa Proserpina. Un' altra leggenda greca vede Giove preso in giro da una ninfa provocante che stava spesso sdraiata al sole intrecciando i suoi biondi capelli raccolti in crocchia alta sul capo e ornati di fiori. Era molto fredda alle proposte di Giove, anzi si nascondeva e scappava non appena lo vedeva arrivare.

Alla fine il potente Giove, infastidito, la trasforma in pianta e la castiga mettendola nei luoghi umidi, salvo poi ripensarci e donarle un pennacchio di fiori rosati e profumati. Mintha, sempre dispettosa, si trasforma continuamente restando fredda, come fredda è la prima sensazione di chi mastica una foglia di menta. Questa pianta ha sempre goduto il favore di chi si occupa di erbe: l'Antico Testamento ci tramanda che gli ebrei la usavano per profumare le mense ed elevare lo spirito; il papiro di Ebers la annovera tra le erbe più preziose, era sacra a Iside e al dio della medicina Thot, mentre tutte le formule che la contenevano venivano scritte sulle pareti del tempio di Edfu dedicato a Horus.


In quella società solo i sacerdoti potevano usarla e con la menta veniva preparato un unguento magico che aveva la facoltà di guarire tutti i mali. In Turchia la menta era considerata afrodisiaca e se ne distribuivano grandi quantità sui pavimenti, mentre le spose romane intrecciavano i fusti fioriti nelle corone nuziali per essere gradite ai loro sposi. Di essa scrissero Plinio e Marziale, mentre Apicio ne usò a piene mani, osservando che bene insaporiva i piatti rustici e campagnoli. Sempre a Roma, fu molto apprezzata per le sue virtù taumaturgiche. Il febbricitante che per tre albe consecutive avesse offerto pane o vino, pepe o sale, a una piantina di menta, ossequiandola, ma anche comunicando le che la propria febbre si sarebbe trasferita ad essa, in capo a tre giorni avrebbe visto seccare la pianticella ma si sarebbe sfebbrato. Nel corso dei secoli la menta continuò ad essere oggetto di grande consumo, tant' è vero che molti si affannarono a contenerne lo spreco e addirittura Carlo Magno emise feroci editti per proteggerne la specie. Ma quale sarà stata la menta di cui parlano gli antichi autori? Sicuramente alcune fra le numerose specie che sono diffuse in natura. La menta piperita, di cui trattiamo, è la più famosa ai giorni nostri ed è un ibrido naturale fra la Mentha aquatica e la Mentha viridis,formatosi, secondo gli studiosi, attorno al '600.

Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea aromatica perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee (ex Labiate). E provvista di un fusto sotterraneo (rizoma) ramificato dal quale si dipartono le appendici da cui si sviluppano le radici e i rami. I fusti sono alti circa 50-60 cm, eretti, ramificati e di colore viola o verde. Le foglie sono opposte, ellittiche e seghettate. I fiori, all'attaccatura delle foglie superiori, sono raggruppati su brevi spighe; essi possono essere bianchi o roseo-violacei. Il frutto è costituito da 4 parti ovoidali e lisce. Esistono due forme di menta piperita: la rubescens Camus, detta anche menta nera, con i fiori roseo-violacei e le foglie verde scuro, e la pallescens Camus, o menta bianca, caratterizzata da fiori bianchi e foglie color verde chiaro. La menta piperita è ritenuta originaria dell'Europa. In Italia si trova raramente allo stato spontaneo, mentre a volte la si può trovare come specie inselvatichita. Cresce in pianura, ma anche in collina fino a 700-900 m. È abbastanza resistente e vegeta senza difficoltà in zone con climi continentali. Non teme i freddi invernali e le gelate tardive, ma deve essere coltivata in zone protette dai venti e con media esposizione al sole. Preferisce i terreni sciolti, ricchi di humus, profondi e permeabili. Non sopporta gli ambienti umidi. Le foglie vengono raccolte a giugno, prima della fioritura, mentre le sommità fiorite in luglio-agosto. Si raccomanda di raccogliere in mattinata o nel tardo pomeriggio, mai durante una giornata piovosa. Le foglie e le sommità fiorite vengono essiccate disposte all'ombra, in un locale aerato, su dei graticci. Il prodotto va stagionato per circa un mese e conservato al riparo dalla luce e dal calore al fine di limitare le perdite di olio essenziale per evaporazione. La conservazione del prodotto non deve mai superare l'anno perché si possono avere delle perdite di circa il 40% delle sostanze attive. I principi attivi contenuti sono olio essenziale, sostanze amare e poche resine. La menta piperita ha proprietà toniche, calmanti, digestive.

Utilizzo 

Oggigiorno, in cucina, la menta entra in alcune salse e numerose pietanze, oltre che in molte bevande alcoliche e non.
Salsa trentina alla menta: far bollire acqua, aceto e zucchero; appena lo zucchero è sciolto versare sulle foglie di menta tritate. Mescolare e lasciar raffreddare. E indicata sugli arrosti, soprattutto d'agnello.
Sciroppo alla menta: mettere a macerare 20 g di foglie di menta in 50 g di alcol a 90° per 24 ore; aggiungere dapprima 1 dl d'acqua poi 200 g di sciroppo, ottenuto facendo bollire 130 g di zucchero e 70 g d'acqua. Filtrare e imbottigliare lo sciroppo.
Liquore di menta: in 6 dl di alcol a 60° versare 50 g di foglie secche di menta e lasciarle a macerare per una settimana. Aggiungere 500 g di sciroppo, ottenuto facendo bollire 330 g di zucchero e 170 g d'acqua. Filtrare e imbottigliare.
Grappa alla menta: inserire 2 rametti molto fogliati di menta lunghi circa 10 cm e 20 g di zucchero in una bottiglia contenente un litro di grappa, scuotere e macerare per tre mesi prima dell'uso.
Vodka alla menta: inserire 25 foglie di menta e 10 spighe fiorite di menta un una bottiglia di vodka. Tappare la bottiglia, macerare per due settimane, filtrare, imbottigliare nuovamente e lasciar maturare altre due settimane prima dell 'uso. E ottima sul gelato di limone.
Mint Julep: è la tipica bevanda estiva del Kentucky e si prepara mettendo in un grosso bicchiere uno strato di foglie di menta seguito da uno di ghiaccio tritato, poi menta, altro ghiaccio tritato e così via sin che si desidera. Si ricopre il tutto di Bourbon whisky, si lascia riposare qualche minuto e si sorseggia lentamente con una cannuccia.
Numerosi anche gli usi della menta nella medicina popolare.
Sciacqui per l'alito cattivo: in un litro di vino bianco di buona qualità versare 30 g di foglie fresche di menta e qualche goccia di essenza. Lasciar macerare per 48 ore, poi filtrare il vino e usarlo più volte al giorno per sciacquare la bocca.
Infuso contro la nevrosi cardiaca: versare in una tazzina di acqua calda zuccherata qualche goccia di essenza di menta e bere subito.
Infuso contro l'insonnia: in una tazza d'acqua calda versare un pizzico di foglie fresche di menta. Filtrare, addolcire e bere.
Per calmare l'irritazione dovuta alle punture degli insetti: schiacciare qualche fogliolina fresca di menta e applicare sulla parte colpita.
Suffumigi per il raffreddore:versare in una catinella colma d'acqua bollente e fumante alcune gocce di mentolo e aspirare il vapore con le narici tenendo, al di sopra del recipiente, il capo coperto da un asciugamano.

lunedì 14 settembre 2015

Settembre fiacco? Si riparte con il Ginseng

Chi non conosce il Ginseng? Ebbene, molto usato nella medicina cinese, questa portentosa radice custodisce moltissimi principi attivi, ma due in particolare ci interessano: i ginsenosidi e i polifenoli. Entrambi hanno un ruolo importante per il nostro organismo, poichè sono un valido aiuto in caso di affaticamento sia fisico che psichico. Quindi, dopo l'estate e dopo le ferie, per ripartire alla grande, il ginseng rappresenta un ottimo aiuto per tutto il nostro corpo: migliora la salute generale, frena la stanchezza, e dona energia e resistenza. Ma non è tutto, stimola la mente, la concentrazione e la memoria.


Siamo in Settembre, periodo in cui il tempo cambia, arriva il fresco e anche le prime piogge e dopo il caldo estivo ne siamo refrigerati, ma attenzione, è questo il periodo in cui possiamo cadere vittime dei primi mal di gola e dei raffreddori: ecco che il ginseng ci difende dai primi virus, perchè stimola le difese immunitarie aiutandoci ad affrontare l'autunno. Questa preziosa radice inoltre, per il suo contenuto di fitoestrogeni è un ottimo alleato contro i disturbi della menopausa.

Ma perchè fa bene proprio a tutto? Perchè il suo estratto è in grado di aumentare i livelli di acetilcolina, che a sua volta  migliora il rendimento intellettuale. Inoltre, è un “vaccino” naturale: rafforza gli anticorpi e li aiuta a reagire subito a infiammazioni, infezioni e contagi.

Quanto e come prenderlo? Meglio andare sul sicuro e acquistare l'estratto secco in erboristeria o in farmacia e assumerlo per un mese (0,25-2 g al giorno). Vi sono anche i preparati fluidi o il prodotto liofilizzato. Basta una dose al dì la mattina prima di colazione, con acqua.


martedì 1 settembre 2015

Dalla natura potenti antivirali per sconfiggere inflenza e raffreddore


Arriva il freddo, e con esso lo stramaledetto raffreddore e l'inflenza. Sonnolenza, febbre, mal di testa, perdita di appetito, malessere generale...uff che scocciatura. 

Analizziamo il caso. I comuni mali di stagione sono provocati da microrganismi patogeni: i virus. In particolare l'inflenza è dovuta a virus di tipo A e B che appartengono alla famiglia degli Orthomixovirus, mentre il raffreddore è innescato dal Rhinovirus.

I virus pur possedendo un corredo genetico, non sono in grado di replicarsi autonomamente perchè non dotati delle strutture biochimiche necessarie e sono obbligati, quindi a penetrare nelle cellule per sfruttarne le funzioni biologiche e sopravvivere. Per questo sono definiti come "parassiti endocellulari obbligati". 

Questa loro caratteristica fa sì che essi vengano a contatto con il materiale genetico delle cellule attaccate: conseguenza è che questo porti ad una "instabilità genetica" con lo sviluppo di virus con corredo genetico mutato. Fattore predisponente principale ad essere attaccati dai virus è un sistema immunitario non efficiente, causato spesso da uno stile di vita sregolato, da un'alimentazione troppo ricca di zuccheri raffinati carboidrati, grassi saturi a scapito di alimenti ricchi di fibre, e di vitamine.
Come viene argianto il problema dalla medicina convenzionale? Essa ha sviluppato molecole come l'amatadina, l'oseltamivir, lo zanamivir o per dirla in parole semplici, i famigerati antibiotici. Questo approccio però non si è rivelato risolutivo date le continue e imprevedibili mutazioni virali, ma per contro ha spesso fatto sì che alcuni virus abbiano sviluppano una certa resistenza, continuando imperterriti a debilitare il nostro organismo e la nostra salute. Non solo, siamo sinceri, l'uso degli antibiotici è stato anche smodato. 

Ma la natura è una fonte inesauribile di rimedi eccezionali, efficaci e senza effetti collaterali. Perciò l'azione ricercata in un rimedio vegetale sarà in primis quella antivirale che potrà essere diretta o indiretta. Diretta si intende l'azione esercitata da una molecola o da un pool di molecole sulla struttura biochimica del virus, indiretta invece, si intende tutto ciò che conduce al migioramento dell'efficienza della risposta antivirale del Sistema Immunitario. Domani vedremo come Estratto di semi di pomplemo, fitocomposto a base di Ocimum Sanctum e Salviam, Prunella, Sambuco ed Echinacea son l'antibiotico migliore che possiamo assumere all'apparir di influenza e raffreddore.


domenica 12 luglio 2015

Come curare un raffreddore, Abracadabra

Mie dolci adepte, questo che vi propongo è un efficacissimo rimedio per il raffreddore.

COME CURARE UN RAFFREDDORE

Occorrente: 450 gr di cipolle fresche, radice di zenzero, aglio, fiori di sambuco ( possibilmente freschi, altrimenti una buona tisana di sambuco in commercio), miele (se lo gradite o se avete anche la tosse), due cucchiaini di polvere di senape essiccata, olii essenziali di zenzero e di eucalipto

Affinchè il rimedio sia efficace dovrete agire non appena scorgerete i primi sintomi del raffreddore, in modo da prevenirne lo sviluppo vero e proprio. Prendete una cipolla e tagliatela in quattro, quindi mettetene un quarto in ogni angolo della vostra casa, che intanto contrasterà il diffondersi dell'infezione. Con lerestanti cipolle fate una zuppa alla francese (ma di quelle vere, non in busta!) con cui cenerete per diversi giorni. 

Mentre la zuppa cuoce, preparate il ricostituente alle erbe: grattugiate un po' di radice di zenzero fresca e mettetela in una tazza con un po' d'aglio schiacciato, aggiungete i fiori di sambuco (o la tisana di sambuco) e, prima di berlo, lasciate in infusione per dieci minuti. Addolcitelo con il miele se necessario. Nel frattempo preparate in una bacinella un pediluvio aggiungendo all'acqua calda la polvere di senape essiccata, immergetevi i piedi e intanto continuate a sorseggiare la tisana. Sedetevi in una posizione comoda e rilassatevi; sentite il piacevolissimo calore che emana dai vostri piedi sentitelo salire lentamente lungo tutto il corpo, come lo rilassa, ne allenta le tensioni e fa scomparire il malessere. 

Nel giro di dieci minuti cercate di sentire il corpo tutto pervaso di calore trionfare sull'infezione. Continuate a bere la tisana e fate il pediluvio due o tre volte al giorno, e a questa pratica fate seguire un pasto leggero a base di zuppa di cipolle. Combattete questa guerra al massimo per tre giorni: ne uscirete vincitrici o vincitori. Durante questo periodo bruciate in casa anche degli olii: neutralizzeranno la malattia e voi ne assorbirete le loro essenze curative.


giovedì 25 giugno 2015

Lavare le cavità nasali con la lota

Raffreddore, sinusite, naso chiuso, riniti, voce cavernosa..... Sono tutti disturbi che irritano le cavità nasali, che andrebbero lavate spesso e mantenute ben pulite  per evitare ulteriori peggioramenti o il trascinarsi nel tempo degli strascichi che queste patologie comportano. Esiste un metodo molto efficace per lavare le cavità nasali e trovare sollievo: sichiama Jala neti, e fa parte della tradizone dell'Hata yoga.


Il lavaggio del naso effettuato con questa tecnica è ottimo anche per il drenaggio dei seni frontali e più in generale per disinfettare le vie respiratorie e pulirle dall’inquinamento atmosferico oltre che, naturalmente, per sciogliere il muco e poter così respirare meglio. Per effettuare questa operazione si usa la lota.  Il funzionamento della lota è semplicissimo e serve a far fluire dolcemente una soluzione di acqua e sale da un narice all’altra. Ma vediamo meglio come fare...


COME USARE LA LOTA Il piccolo recipiente va riempito con acqua tiepida a cui bisogna aggiungere un cucchiaino di sale marino integrale ogni 500 ml di acqua utilizzata (ottimo per le sue proprietà anche il sale rosa dell’Himalaya). Non superate le dosi perché altrimenti il sale potrebbe causare bruciori. A questo punto mettetevi sul lavandino piegatevi un po’ in avanti e infilate il beccuccio della lota in una narice piegando leggermente la testa dal lato opposto e fate fluire l’acqua che entrando da una narice uscirà da quella opposta (ovviamente per fare questo dovrete respirare dalla bocca).

Finita la pulizia da un lato, soffiate dolcemente il naso e procedete nuovamente infilando il beccuccio nell’altra narice. Se la testa è inclinata correttamente e si respira con la bocca, l’acqua fluisce naturalmente da una narice all’altra. All’inizio magari vi occorrerà un po’ di tempo per trovare la posizione ideale ma poi vedrete che si tratta di una tecnica semplicissima e che richiede pochi minuti. Finito il lavaggio soffiate delicatamente ma bene il naso per lavare via tutte le impurità.

Questa pratica può essere eseguita ogni giorno anche più volte soprattutto se avete il raffreddore, soffrite di sinusite o riniti allergiche. Mentre possono bastare un paio di volte alla settimana se volete semplicemente pulire il naso dalle polveri inquinanti e dagli allergeni che avete respirato. Buona regola è praticarla ogni mattina insieme alla pulizia della lingua. Questa tecnica viene sconsigliata solo a chi soffre di emorragia cronica.

DOVE SI COMPRA Non è semplicissimo trovare la lota in erboristeria o farmacia a meno che non siano particolarmente specializzate.


Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.