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sabato 30 aprile 2016

I Pavoni di Rolling Hills

I Pavoni di Rolling Hills sono una vera propria attrazione per i turisti che si trovano a passare nei pressi di Los Angeles..

Voi sapete dove trovare il Re dei Pavoni? Tanto tempo fa una principessa si mise in testa di cercarlo, avrebbe sposato solo il Re dei Pavoni, ma dovette pensare non poco per trovarlo. Di certo non sapeva che avrebbe fatto meno fatica se avesse saputo che a Rolling Hills, a sud di Los Angeles, i residenti da quasi un secolo, convivono con i pavoni selvatici. Tutto iniziò negli anni venti, quando Frank Vanderlip Sr, proprietario terriero, acquistò o ricevette in regalo, dei pavoni che poi hanno dato vita ad una numerosa discendenza. Oggi sono circa mille.


Il problema però è che il numero dei pavoni comincia ad essere un problema per i cittadini, nonostante siano diventati una grande attrazione turistica, perchè girano indisturbati per le strade e stanno felicemente appollaiati sui tetti. Gli abitanti di Rolling Hills però sono divisi fra amanti dei pavoni e non amanti, i quali  sottolineano come gli uccelli siano rumorosi, danneggino le auto e sporchino dappertutto. Qualcuno ha anche pensato di eliminarli da solo, con il risultato che sono state  introdotte multe fino a 20.000 dollari per l’uccisione di uno di questi animali.

In passato erano state proposte varie soluzioni per risolvere il problema dei pavoni: una di queste prevedeva l’installazione di distributori di cibo lontano dalle case, per incentivare gli animali a non disturbare e a non fare danni nell’abitato. I distributori però non sono stati realizzati, perché nessuno era disposto a partecipare alla spesa.

Stipsi in Gravidanza: rimedi naturali

Stipsi in gravidanza : una problematica molto comune e piuttosto fastidiosa per le donne in dolce attesa. Oltre ad essere un periodo davvero delicato, quello della gravidanza è anche un lasso di tempo in cui il corpo di una donna cambia sotto molteplici aspetti, sia fisici che ormonali.

La stipsi in gravidanza è una delle conseguenze del cambiamento che subisce il corpo femminile sia chimicamente, fisicamente che a livello ormonale. Ciò è dovuto anche al cambiamento del funzionamento del sistema gastrointestinale. Dato che in gravidanza il problema della stipsi non può essere contrastato farmacologicamente, è bene conoscere quali possono essere i rimedi naturali.


Principalmente è un ormone che causa la stipsi, il progesterone, soprattutto nel primo trimestre. Il progesterone ha la funzione di controllare le contrazioni uterine e rilassare i muscoli dell’utero per permettere la crescita del feto, ma proprio per questo rallenta i movimenti della peristalsi. Inoltre si deve considerare anche il peso che l’utero gravido comprime sul suo tratto finale.

Quali rimedi?  Ottime sono le fibre solubili alimentari che devono essere accompagnate da una considerevole quantità di acqua,  queste fibre infatti contengono mucillagine, che a contatto con l’acqua crea un gel che lubrifica le feci e le aumenta di volume. Così, essendo più morbide non si ha nessuna difficoltà di espulsione.

SEMI DI PSILLIO:  lassativo naturale ricco di mucillagine e con proprietà antinfiammatorie. Grazie alla consistenza gelatinosa delle mucillagini,   le feci si ammorbidiscono e quindi si eliminano più facilmente. Inoltre ripuliscono tutte le pareti dell’intestino. Immergere un cucchiaio di semi di psillio per circa un’ora in una tazza con dell’acqua. Una volta che hanno rilasciato tutte le loro proprietà nutritive potete ingerirli. Preferibilmente a digiuno la mattina. Questa operazione la potete fare anche con dello yogurt.

GLUCOMANNANO: si ricava dalla pianta erbacea che appartiene al gruppo delle Aracee. Anche il glucomannano è a base di mucillagine e quindi è utile assumerlo con del liquido per favorire ancora di più il suo rigonfiamento nell’intestino. Basta assumere tra i 3 e i 4 gr di sostanza al giorno.

MALVA:  oltre ad essere lassativa  svolge un’azione antinfiammatoria e idratante. Può essere assunta preparando un decotto fatto con delle foglie di malva immerse in infusione in acqua e poi messe a bollire sul fuoco. Prima di berlo è consigliato filtrare la bevanda. E’ ideale per un’assunzione da parte sia delle donne gravide che per i bambini e gli anziani.

MANNA:   linfa estratta dalla corteccia degli alberi tra cui il Frassino. Ha un’azione lassativa e contribuisce a regolare l’attività intestinale e a rinfrescante. La manna in polvere può essere assunta tra i 20 ai 50 gr mescolati in un liquido come l’acqua o il latte.

TAMARINDO: lo si trova facilmente in commercio anche sotto forma di sciroppo. E’ consigliato assumerne una piccola quantità, 10 ml, diluita in acqua.

Prima di ricorrere comunque ad uno qualunque di questi rimedi è sempre bene rivolgersi al vostro medico curante.

Beviamo troppo poco: errato stile di vita

Beviamo troppo poco, e non c'è peggior abitudine di questa, anzi è uno stile di vita del tutto errato. La corretta idratazione invece, può aiutaci a prevenire moltissime patologie e ci aiuta a vivere una vita molto più sana.

Lo vediamo spesso in televisione quando guardiamo i films americani: di solito in America nessuno beve acqua o ne beve davvero poca per lasciare spazio ad un'infinita varietà di bevande zuccherate. Il Centers for Disease Control and Prevention ha proprio per questo dato vita ad un lungo studio per rilevare quanto influiscano negativamente età, zona di provenienza e stili di vita poco salutari  sul giusto apporto idrico che dovrebbe invece essere garantito al nostro corpo. I dati sono stati raccolti a partire dal 2007 con la collaborazione del National Cancer Institute prendendo un campione di 3.397 adulti e valutarne le caratteristiche, così il team ha raccolto questi dati:


-il 7% degli adulti beve acqua regolarmente ogni giorno
-il 36% degli adulti ha riferito di bere 1-3 bicchieri di acqua al giorno
-il 35% degli adulti ha dichiarato di consumare 4-7 bicchieri di acqua al giorno
-il 22% degli adulti ha riferito bere 8 bicchieri o più al giorno

In conclusione è stato messo in evidenza come molte persone pur potendolo fare non ha bevuto i classici 8 bicchieri di acqua al giorno raccomandati, anzi è stata trovata una correlazione tra la poca assunzione di acqua e lo stile di vita. Bevono meno coloro che  consumano  poca frutta e verdura e preferiscono bevande zuccherate e, coloro che fisiologicamente sentono meno lo stimolo, cioè gli anziani.

Ma oltre allo studio, il CDC ha dato anche consigli per poter aumentare la quantità di acqua che beviamo ogni giorno:
- Portare una bottiglia d'acqua con sé significa avere la possibilità di bere ovunque
- L'aggiunta di una fetta di lime o limone in acqua può dare un vantaggio diverso che può migliorare il gusto senza alterare il suo valore nutrizionale

venerdì 29 aprile 2016

Labbrata, lacca, lacchezzo, la corpa morì fanciulla, l'acqua bollita le donne le pela

Come ben sapete ci sono tanti modi per dire schiaffo..oggi ne abbiamo due, tipicamente toscani, ma parleremo anche di un modo diverso per dire raggiro e altro ancora

LABBRATA: l'esattezza sarebbe un manrovescio, ovvero uno schiaffo tirato sulla bocca col dorso della mano; ma non fa differenza, soprattutto per chi la riceve, se anche quando arriva su una guancia e con la palma della mano la chiamano lo stesso LABBRATA

LACCA: sberla. Sembrerebbe onomatopeico, ma forse deriva dalla coscia di quadrupede, anca e, per estensione, letteraria e anatomica, natica umana. In Lucchesia significa anche mancia e ricompensa sottobanco


LACCHEZZO: raggiro; imbroglio; combinazione

LA CORPA MORI' FANCIULLA: "Perchè nissuni la voleva" aggiungono in qualche località della costa tirrenica dove questo modo di dire proverbiale è molto diffuso

L'ACQUA BOLLITA LE DONNE LE PELA: si dice scherzosamente quando ci si scotta. E si può continuare: "E se l'è di quella bona pela le donne e gli uomini ancora". Una cantilena con la quale nel PIsano le mamme addormentavano i bambini dice:

Lallarallera, lallarallera
l'acqua bollita le donne le pela
e le pela sul groppone
o cche donne pillaccherone.
Se son belle le pela mezze
Se son brutte le pela tutte

Vodka: usi alternativi

Se non siete bevitori incalliti, questo post sarà di sicuro illuminante. Oggi infatti parliamo degli usi alternativi della Vodka.

Sono molti gli amanti della vodka, superalcolico molto usato sia puro che aromatizzato per cocktails e anche in cucina. Ma la vodka si rivela utile anche per usi alternativi al di fuori di cucine e bar. Ovviamente per gli usi che andremo a descrivere  usate una vodka di bassa qualità, liscia naturalmente.


1) Forse non sapevate che la vodka va benissimo per lucidare le cromature, il vetro e la porcellana, basterà inumidire un panno con la vodka e passarlo sulle superfici di ceramica come quelle del vostro bagno oppure sulle cromature della vostra cucina: risulteranno luccicanti e pulite.

2) Qualche goccia  di vodka unita ad un cucchiano di zucchero può aiutare i fiori recisi in vaso a durare piu’ a lungo se disciolte nell’acquai. Ricordate che i due ingredienti andranno aggiunti ogni giorno.

3) La vodka funge da ottimo repellente contro gli insetti in sostituzione  di composti chimici pericolosi per la salute: diluire alcune gocce di vodka in acqua e mettetele in un flacone spray. Spruzzate sulla pelle il repellente cosi’ realizzato: non temete di odorare di superalcolico, la vodka pura e’ inodore ed incolore!

4) In caso di punture di medusa puo’ essere utilizzata come disinfettante e come rimedio di primo soccorso in assenza di amuchina o di prodotti appositi. Imbevete un fazzoletto di carta e lasciatela agire sulla puntura. Ovviamente è un rimedio d'urgenza, dopo è necessario utilizzare prodotti appositi a seconda della gravita’ della puntura.

5) Usata pura e’ anche un ottimo antimuffa. Mettete la vodka in un vecchio spruzzino e spruzzatela sulla parte della parete ricoperta da muffa. Lasciate agire per quindici minuti ed in seguito raschiate la muffa usando uno spazzolino oppure una spazzola a setole dure.

Tosse: elisir con bacche di rosa canina

Se per il prossimo inverno volete avere in casa un toccasana per la tosse, è bene che vi prepariate per tempo. Quindi già da ora vi dico che a Settembre dovrete andare in cerca delle bacche di rosa canina per preparavi questo elisir.

Prendete nota di questa ricetta per preparare l'elisir di bacche di rosa canina perché potrà esservi davvero utile nel periodo invernale che verrà. Tenetela da parte perché per raccogliere le bacche di rosa canina dovrete aspettare fine Settembre e potrete poi andare avanti per tutto il mese di Ottobre. Le riconoscete bene in quanto sono di colore rosso arancio molto polpose. Fate attenzione perché al loro interno hanno i semini ma anche una folta peluria urticante perciò prima di passare alla preparazione dell'elisir aspettate almeno 3 o 4 giorni. Queste bacche sono ricchissime di vitamina A e C, e fanno molto bene in caso di tosse e mal di gola, per cui questo elisir può essere per voi un toccasana. 

Occorrente per un litro di sciroppo:  mezzo litro di acqua, 500 gr di miele, 100 gr di bacche di rosa canina, 10-15 grammi di foglie di menta, 10 millilitri di tintura di propoli.

Procedimento: togliere  i semi e i peli interni dalle bacche  lasciando solo la polpa, poi ridurle in purea con un pestello.  Portare a ebollizione una pentola con l'acqua e, appena raggiunge l'ebollizione, versarvi la purea di bacche di rosa, abbassare la fiamma e cuocere al minimo per 30 minuti. Spegnere e aggiungere la menta, tenendo in infusione per almeno 10 minuti a pentola coperta per non far evaporare i principi attivi. A questo punto, munitevi di un colino in cui porrete una garza e filtrate spremento bene la garza, aggiungete il miele sciogliendolo, se occorre rimettete un po' sul fuoco. Adesso fate raffreddare del tutto, aggiungere la propoli e mescolare energicamente, altrimenti la propoli potrebbe attaccarsi alla pentola. Ora non vi resta che imbottigliare in un contenitore di vetro scuro. Si conserva sei mesi in firgorifero.  In caso di mal di gola e tosse, prendetene 3-4 cucchiai al giorno lontano dai pasti.



Primavera: disintossicarsi con l'Asperula

La Primavera è il periodo migliore per depurarsi e aiutare il proprio corpo alla transizione estiva. Per farlo al meglio possiamo farci aiutare dall'Asperula odorata. Ecco perché.

L'Asperula,  Asperula odorata L., è una pianta che si rivela insostituibile per le cure primaverili disintossicanti. L'Asperula contiene lipidi, vitamina C (le foglie), cumarine e pigmenti. E' depurativa, diuretica, sedativa, tonica, antisettica, colagoga.


Si usa l'intera pianta ad eccezione della radice.Va fatta essicare a mazzi in luoghi bui e ventilati. Con l'essicazione la pianta l'asperula sviluppa tutto il suo aroma anche se annerisce.

L'infuso è utile per le digestioni difficili o quando ci si sente nervosi. Le compresse dell'infuso sono ottime da appore sulla pelle arrossata e congestionata. In Alsazia, Germania e Belgio si macera la pianta intera nel vino che in questo modo sviluppa proprietà toniche e digestive.

Il nome deriva dal fatto che se si passa la mano sopra la superficie di una foglia si ha una sensazione di ruvido. Anticamente una volta essicata era utilizzata per profumare la biancheria, allontanare gli insetti e purificare l'aria delle stanze della casa.

giovedì 28 aprile 2016

In quantunque, in senna, intrafinefatta, intruglia, in un fondo di letto, invinata (con ricetta incorporata)

Provate anche voi a fare l'intruglia o l'invinata....prima che qualche famoso chef le riproponga come piatto speciale in qualche inarrivabile risotrante

IN QUANTUNQUE: in etichetta

IN SENNA: sull'orlo; in cima; in fuori. Lo dicono in certe zone pisane e a Empoli

INTRAFINEFATTA: immediatamente

INTRUGLIA: è un piatto gustoso, molto popolano, nelle zone interne della Versilia; roba da contadini e da montanari, ma non ci sarebbe da stupirsi che, grazie anche alla curiosità per il suo nome poco invitante, prima o poi apparisse nel menù di qualche tipico ristorante turistico alla moda. Ecco la composizione: acqua sale, cipolla, sedano, peperone, fagioli neri, cavolo lombarello, olio d'oliva o cotenna di maiale, farina gialla.

Intruglia

IN UN FONDO DI LETTO: quando uno è malato cronico o paralizzato da tempo è in un fondo di letto

INVINATA: energetico usato nell'Alta Versilia per i giorni più freddi dell'inverno, magari dopo cena, a veglia attorno al focolare: far cuocere farina dolce di castagne dentro il vino un po' allungato con acqua, tenendo l'impasto molto tenero.




Come fare una spesa sostenibile

Spesso osservando gli altri fare la spesa ci permettiamo di criticare il loro modo di fare senza pensare minimamente a come invece la facciamo noi. Siamo in grado di fare una spesa sostenibile? ecco alcuni consigli utili.

La spesa la facciamo tutti, ma non tutti la facciamo allo stesso modo. C'è chi non guarda minimamente a cosa mette nel proprio carrello e chi invece sta attento a ciò che compra. Perché? Essere consapevoli di ciò che acquistiamo ci consente di valutare in primis la qualità del prodotto e poi ci rende personalmente responsabili del rispetto dell'ambiente. Un prodotto infatti può incidere in maniera negativa sull'ambiente in vari modi:  per i km percorsi per giungere nel vostro supermercato; le energie sprecate per produrlo; il materiale usato per suo imballaggio. Con qualche piccolo accorgimento però possiamo fare una spesa sostenibile contribuendo al rispetto del pianeta.

-Tenete sempre nella vostra borsa dei sacchetti di tela. Sono ecologici, in fibre naturali che impediscono l'uso degli inquinanti sacchetti in plastica. I sacchetti in tela durano moltissimo tempo e si ripiegano facilmente occupando pochissimo spazio. Si possono anche tenere in macchina se non volete portarli in borsa. E per fare meno fatica ci sno anche i comodi carrellini con le rotelle.

- Per quanto riguarda i prodotti, orientatevi sempre su quelli di stagione e a chilometro zero. Sono nostrani, vicini, di stagione e quindi qualitativamente migliori e più gustosi. Preferite sempre i formati famiglia quando disponibili: se avete necessità di confezioni più piccole, potrete dividere il prodotto a casa in piccoli contenitori.

- Se nella vostra citta sono presenti, andate nei nuovi negozi dove è possibile comprare i prodotti alla spina, alimentari e non. E poi in tutti i sueprmercati oggi ci sono apposite sezioni dedicate proprio a questo: pasta, cereali, legumi, frutta secca, detersivi, ecc. E poi potete portarvi  i contenitori da casa, eliminando così confezioni inutili. Anche i salumi e i formaggi è meglio comprarli al banco perché, oltre ad essere più freschi e a volte più economici grazie alle offerte del giorno, si evita di acquistare anche la vaschetta di plastica. Per le uova, se non le si può comprare sfuse, prediligete le confezioni di cartone (meglio se riciclato), perché più facili da smaltire.

-Infine preparate sempre la lista della spesa, valutando bene ciò che vi manca, eviterete così di comprare ciò che non vi serve.

Come fare lo sciroppo di salvia

In primavera e in estate possiamo anticiparci nel preparare alcuni rimedi che ci faranno estremamente comodo in inverno. Oggi parliamo dello sciroppo di salvia.

Oggi vorrei suggerirvi come preparare un dolce elisir fatto in casa che sarà un ottimo compagno nei giorni invernali ma che va preparato in primavera o estate, per aumentare la concentrazione degli oli essenziali: si tratta dello Sciroppo di Salvia.


Occorrente per 1 litro: 50 – 60 foglie di salvia, 500 ml di acqua vite, 200 gr di zucchero semi integrale di canna. Procedimento: pulite le foglie di salvia da impurità ed animaletti e riponetele in un contenitore di 600-700 ml di capienza con il collo alto. Versatevi l'acquavite e sigillate con tappo ermetico: le foglie di salvia che non saranno ricoperte con l'acquavite si ossideranno e il liquore prenderà una tipica colorazione marroncina. Agitare bene il contenitore e lasciare in infusione per 30 giorni su un davanzale assolato. Dopo i 30 giorni, si prepara lo sciroppo cuocendo a fuoco lento lo zucchero in 200 ml di acqua finché non si sarà completamente sciolto, e far raffreddare. Filtrare l'infuso di salvia mediante con un colino dentro una bacinella capiente, unite lo sciroppo e mescolate bene con un cucchiaio di legno. A questo punto non vi resta che imbottigliate in una bottiglia da litro o in bottiglie più piccole che avrete sterilizzato (20 minuti dall'ebollizione in un pentolone pieno di acqua) e decorate con una o due foglie di salvia imbevute di acqua vite. Si conserva per 12 mesi.

Come da me descritto nel post relativo alle proprietà dell'olio essenziale di salvia, essa è calmante, lenitiva, regolarizza il ciclo mestruale, aiuta in menopausa a calmare gli sbalzi legati alla temperatura corporea, espettorante, abbassa la glicemia, digestiva. Grazie alla concnetrazione dei principi che avrette ottenuto con questo sciroppo potete assumerne un cucchiaino da caffè al giorno come ricostituente e corroborante, soprattutto nelle fredde giornate invernali.

Psicopittografia: bandire la noia

La noia,  uno stato penoso: uno stato che svuota la vita della sua ricchezza. 


Si narra la storia di un uomo eternamente seduto al piano a suonare lo stesso tasto. Ogni giorno si sedeva al piano e suonava unicamente quella nota. Ciò l'annoiava a morte. Quando i parenti gli chiesero perché suonasse sempre quella nota noiosa rispose: "Non so perché lo faccio, ecco tutto".

Quando i vicini si lamentavano, diceva: "Sono dolente, ma è così. Mi auguro che qualcuno mi dica come suonare un'altra nota": Fu chiamato alla fine un noto insegnante di pianoforte. Egli esaminò il problema e decretò: "La ragione per cui suona unicamente quella nota sta nel fatto che non si accorge che vi sono altre note da suonare. Egli è ipnotizzato da quell'unica nota". L'uomo che era presente replicò: "Ma è sciocco. Io posso vedere tutte le altre note. Le vedo chiaramente".

"No", spiegò il professore, "se lei vedesse realmente quelle note, cercherebbe di suonarle. Lei suona un'unica nota perché pensa che non ne esistano altre. Lei deve scoprire le altre note. Non deve spaventarsi per i suoni strani che produrranno. Più suonerà e più diverranno familiari. In seguito questa familiarità si trasformerà in armonia. Ed allora non sarà più spaventato ed avrà la chiave per suonare".

La noia è indice di mancanza di penetrazione nel vasto campo della vita. Noi suoniamo ipocritamente l'unica nota che vediamo, quella della preoccupazione e della depressione, e non ci accorgiamo che tali note non possono dare l'armonia. Il nostro primo scopo è quello di divenire individui liberi. Impariamo allora le nuove note che producono varietà ed armonia. Chi si entusiasma per la verità nei confronti della vita, non ha mai bisogno di preoccuparsi per il proprio entusiasmo, nei confronti della vita.

mercoledì 27 aprile 2016

Incazzissi, in che mo, incimurrito, inculata, in filo, ingazzurrire

Dalle parole tronche ai termini sartoriali: gli infiniti usi del vecchio italiano

INCAZZISSI: innamorarsi pazzamente

IN CHE MO'?: letteralmente "in che modo? Ma nei dialetti lungo la fascia tirrenica significa: perchè? per quale motivo? "In che mo' un sei ito a la scuola?". In altre zone della Toscana si usa "in che maniera?" e sempre con l ostesso significato interrogativo di : Perchè?


INCIMURRITO: raffreddato. Da cimurro, che pur essendo una malattia che colcpisce cani e cavalli, nel linguaggio familiare indica anche il raffreddore delle persone

INCULATA: grave danno, perdita di denaro a causa di un impbroglio. "Ho preso un'inculata di diecimila lire"; "m'ha inculato di mezzo milione"

IN FILO: pronto; disposto. Stare in filo viene spesso usato in senso ironico: "Gli è stato in filo a piglià moglie!", come dire che l'ha fatta la sua a sposarsi

INGAZZURRIRE: invogliare di qualcosa. A Pisa c'è un altro modo di dire cha significato analogo: "Mette e dento 'n frega".

Donne e Idratazione

Abbiamo visto quanto sia importante il tema dell'idratazione per il nostro benessere e per un corretto funzionamento del nostro organismo, ma anche a scopo preventivo. Oggi invece andremo a considerare il "Fattore Donna", cioè il particolare rapporto che la donna ha con l'idratazione. E' noto che quando sudiamo perdiamo elettroliti e fluidi che sono comunque necessari ad alcune fondamentali funzioni del corpo e  che è necessario reintegrare. Ora non sempre colmiamo certe perdite solo con la quantità, e la donna ne è un esempio. 


Secondo gli esperti americani del portale Yahoo, la fisiologia femminile durante un mese è sottoposta a variazioni di estrogeni e progesterone e questo influisce sulla sua capacità di idratazione. Stacy Sims, Ph.D., exercise physiologist–nutrition scientist spiega: “Le donne non sono ‘piccoli’ uomini. Hanno cinque volte più probabilità rispetto a loro di avere problemi gastrointestinali durante gli sforzi fisici, nonché più probabilità di soffrire esaurimento da calore”.

La spiegazione sta nel volume di sangue, e per mantenere le prestazioni femminili alte, il volume di sangue va tenuto alto. Nel momeno in cui i livelli di estrogeni e progesterone di una donna sono elevati (durante la fase luteale o premestruale del ciclo), si perde circa l’8% del volume plasmatico (in parte acqua e in parte sangue). Ma non solo, il loro alto livello rende problematico il trasporto dei nutrienti attraverso l’acqua nel sangue. Ecco perchè per equilibrare queste specifiche fluttuazioni femminili è necessaria l'idratazione giusta e un’intelligente alimentazione. Rispetto agli uomini, spiegano gli esperti di Yahoo, le donne hanno maggior bisogno di sodio e potassio, elementi che lavorano per prendere l'acqua presente negli zuccheri e per reidratare correttamente.

Per lo stomaco, l'Aneto

Oggi parliamo di una pianta utilissima per lo stomaco, e in generale per l'apparato gastrico: l'Aneto. Grazie alle sue proprietà è un rimedio naturale di tutto rispetto per molti disturbi dell'apparato digestivo. Quindi conosciamolo meglio.

Originario dell'Asia Minore, l’aneto, o Anethum graveolens,  si è felicemente naturalizzato in Europa. E' una pianta dalle importanti proprietà medicinali e si usa per la cura di diverse patologie, soprattutto a carico dell'apparato digerente.


Le sue proprietà si esplicano grazie al contenuto di olio essenziale, tannini, resine, mucillaggini e sostanze azotate; in particolare, contiene l’anetolo. Per il contenuto di vitamine del gruppo B e dei flavonoidi, l’aneto è utile attivare la secrezione di alcuni ormoni ed enzimi dall’azione calmante; inoltre contiene fibre e minerali e, per questo, è un buon alleato delle donne in allattamento che vogliono aumentare la secrezione lattea.

Si usa come antispasmodico, stomachico, carminativo e per la sua azione diuretica e vermifuga. Dell'aneto si usano le radici e i frutti. Principalemente è ottimo come rimedio contro il bruciore di stomaco, ma si rivela utile anche in caso di crampi allo stomaco, diarrea, di insonnia, per combattere l’influenza e per favorire la digestione.

Se ne usano i semi sotto forma di tisana, che aiutano a calmare il singhiozzo, le coliche e ad favorire la secrezione lattea; le radici in tisana servono a combattere le malattie da raffreddamento, mentre gli sciacqui esterni aiutano in caso di infiammazioni cutanee.

La tisana raffreddata va bene anche per fare dei gargarismi in caso di infiammazioni della gola. Molto usato in cucina come condimento aromatico, basta cospargere dei semi di aneto al cibo per favorire la digestione e combattere aerofagia e meteorismo. Masticare i semi di aneto aiuta a combattere l'alito cattivo.

Acqua di Rose: come farla in casa

Se amate le rose e il loro delizioso profumo allora saprete anche che le rose hanno straordinarie proprietà per la bellezza della pelle. Del resto chi non conosce l'acqua di rose?

Tutte le donne conoscono l'acqua di rose, un tonico ottimo per la pelle delicata e sensibile, rinfrescante, idratante e piacevolmente profumato. Se siete amanti dell'autoproduzione e desiderate risparmiare, potete fare l'acqua di rose in casa, a patto naturalmente che possiate procurarvi i petali di rosa. 


Fase 1: l'ingrediente base è costituito da 100 gr di petali di rosa, possibilmente di colore chiaro e mature: scegliete  i petali migliori, dovete evitare quelli anneriti,  scuri o macchiati. I petali devono essere delicatamente puliti con un panno leggero di cotone al fine di eliminare polveri ed eventuali animaletti. Conclusa la pulitura poneteli in una pentola abbastanza capiente e copriteli completamente con acqua distillata. Per regolarvi sulla quantità di acqua considerate che deve coprire tutte le rose, se è maggiore il tonico sarà più diluito e meno profumato.

Fase 2: ora ponete sul fuoco, medio basso, coprite la pentola con un coperchio per non disperdere le sostanze aeree e lasciate cuocere per un'ora circa. Nel frattempo disinfettate alcuni barattoli di vetro con dell’alcool, uno o più dipende dalla grandezza. Le rose durante la cottura scoloriranno del tutto, mentre l'acqua acquisterà un certa tonalità, è il momento di spengere il fuoco. Attendete 15 minuti e versate il liquido ancora caldo con i petali nel barattolo; chiudete e lasciate riposare per qualche ora: maggiore sarà il tempo, più scura sarà l’acqua di rose.

Fase 3: a questo punto filtrate l’acqua dalle rose, aiutandovi con una garza e strizzando bene i petali, mettetela in un contenitore di vetro scuro al riparo dalla luce. Così senza conservante alcuno per mantenerla fresca per  qualche giorno dovete tenerla in frigo. Altrimenti dovete ricorrere ad un conservante come l'alcool puro, alimentare, in quantità pari al 20% della soluzione.

Fase 4: versatelo su dischetti di cotone idrofilo e picchiettando sul viso. Per eliminare le borse sotto gli occhi e ridurre il gonfiore, applicate i dischetti con acqua di rose freddissima sugli occhi per almeno 10 minuti


martedì 26 aprile 2016

In barba di micio, in bernecche, incappellata, incavolata

Dagli atteggiamenti degli animali, alle ubriacature, ai piatti tipici...motti e detti traggono ispirazione da tutto

IN BARBA DI MICIO: oziando, senza far nulla. Dice il Rigutini e Fanfani: "Stare agiatamente e quasi pavoneggiandosi a suo agio, come fa il gatto satollo, che se ne sta seduto, leccandosi ogni tanto i baffi"

IN BERNECCHE: un po' ubriaco; sbronzo, ma non in modo sconcio. Secondo il Giacchi deriverebbe da "bernesco", perchè "apesso gli avvinazzati scherzano e cianciano lietamente". Dice il Camaiti in Parva selecta:
Vogliono dir ch'io sono un crapulone,
perchè amo il Chianti e adoro le bistecche;
ma non mi busco mail l'indigestione
e nessuno mia hamai visto in bernecche 


INCAPPELLATA: raffreddore, costipazione. "Prendere una incappellata"

INCAVOLATA: non è, come i pochi toscani sospeterebbero, un'arabbaitura, dal gergale "incavolarsi" eufemistico di "incazzzarsi" e, quindi, "incazzzatura". A Serrevezza e a PIetrasanta, in Versilia , si chiama INCAVOLATA la minestra tradizionale nella quale, oltre alla farina di granoturco, alla salvia, al lardo e ai fagioli freschi, entra il cavolo nero



Olio essenziale di limone per la pelle grassa

Chi ha la pelle grassa spesso tende a non curarla, convinto del fatto che sia meno delicata, ma non è così. La pelle grassa, va sempre curata e a questo scopo possiamo trovare un utile alleato nell'olio essenziale di limone.

Anche la pelle grassa e impura deve essere curata al fine di prevenire le rughe, anche perché pur con una pelle grassa bisogna ricordare  che il contorno perioculare è sempre un po' più secco. Un alleato naturale è l'olio essenziale di limone, un toccasana anche per combattere l'acne. Ci sono modi semplici per usarlo, vediamo quali.

Contro acne, pelle grassa e impura aggiungete qualche goccia di olio essenziale di limone nella preparazione di maschere di bellezza. L'olio essenziale di limone ha proprietà astringenti e schiarenti, caratteristiche che lo rendono adatto a combattere l'invecchiamento della pelle e le antiestetiche macchie solari.

Va bene anche per contrastare le borse, potete applicarlo puro dopo aver fatto impacchi di camomilla e tiglio, ma prima provatene una goccia nella parte interna del polso, perchè le pelli sensibili potrebbero irritarsi. Se non vi sono reazioni massaggiatelo delicatamente la sera a pelle pulita in senso circolare intorno agli occhi. Mi raccomando è una prassi da farsi a cicli: 20 giorni per 3 volte l'anno.

Ecco una semplice ricetta per una maschera fai da te per pelli grasse: frullare 3 cucchiai di yogurt con 6-7 fettine di cetriolo e aggiungere 4-5 gocce di olio essenziale di limone. Tenere sul viso per una ventina di minuti. Da ripetere per due o tre volte alla settimana.

Scrub e Balsamo Labbra con i fondi di caffè

Se i cosmetici naturali sono la vostra passione, allora non potrete più fare a meno dei fondi di caffè, con cui si possono preparare dei cosmetici fai da te davvero efficaci.

L'aromatico e gustoso caffè non è solo una delizia per il palato, il caffè può essere utile a tanti e numerosi scopi, senza sprecare nulla, anzi riutilizzandone i fondi. Oggi parliamo di cosmetica fai da te, un modo tutto naturale  per fare a casa ottimi cosmetici, con ingredienti naturali, sani, e che ci fanno risparmiare. Inoltre non dimenticate mai che sono efficaci.


Scrub per il corpo al caffé, olio di cocco e zucchero: avrete notato che la caffeina è uno degli ingredienti principali dei prodoti anticellulite, e questo perchè  ha un’azione snellente nei punti critici del corpo e aiuta a velocizzare il metabolismo dei grassi liquidi facilitandone l’eliminazione. L’olio di cocco  idrata, elasticizza ed è antinvecchiamento. Lo zucchero fa da esfoliante e facilita il rinnovamento degli strati dell’epidermide favorendo la produzione di acido glicolico. Per realizzare questo scrub avrete bisogno di: 500 gr di zucchero di canna, 180 gr di olio di cocco vergine, 4 fondi di caffé

Procedimento: innanzitutto sappiate che lo scrub non utilizzato si conserva in un recipiente a chiusura ermetica quindi potete anche regalarlo. Se potete usate uno sbattitore con le fruste. Mettete lo zucchero e il caffé in un recipiente, azionare lo sbattitore per circa due minuti. Quando i due ingredienti saranno amalgamati aggiungete l’olio di cocco e sbattete il tutto ancora per due minuti. Uso: spalmate e massaggiate le cosce e le parti interessate con movimento circolare e poi dal basso verso l’alto. Risciacquate con acqua tiepida.

Balsamo labbra al caffé:  30 gr di infuso di olio di oliva e caffé (di cui trovate la ricetta più avanti), 15 gr di burro di karité, 15 gr di burro di cacao raffinato, 7 gr di cera d’api vergine in scaglie, 10 gocce di olio essenziale di chiodi di garofano, 1-2 ml di olio aromatizzato al caffé,  120 gr di olio d’oliva o altro olio vegetale (mandorle dolci, jojoba, cocco…)

Procedimento: preparare l’infuso di olio di oliva e caffé in questo modo,  mettera in una caffettiera  3 cucchiai di caffé, riempire il serbatoio con l’acqua fino alla valvola, e fare il caffé come di consueto: al termine prelevare i fondi, che porrete in 120 grammi di olio di oliva. Mettere tutto in un pentolino e a fuoco basso cuocere a bagnomaria per un quarto d’ora. Spegnere e filtrare.Far sciogliere al microonde la cera d’api e il burro di cacao (oppure a bagnomaria), poi aggiungere il burro di karité passando ancora tutto al microonde (o a bagnomaria). Terminato questo passaggio aggiungere un pizzico di sale, mescolare e aggiungere l’infuso di olio di oliva e caffé. Unire goccia a goccia l’olio essenziale di chiodi di garofano e l’olio aromatico. Lasciar raffreddare completamente prima di usarlo. Mettetelo prima che si raffreddi in una scatolina di metallo o vetro, così potrete portarlo sempre con voi.



Uova scadute: riciclo in cosmetica

Avevate deciso di fare quella torta tanto buona, ma poi non avete avuto il tempo e le uova che avete comparto sono scadute. Non potete certo mangiarle, ma le potete riciclare in usi cosmetici davvero interessanti. Ecco come.


Maschera di bellezza adatta alle pelli grasse:  Con l'aiuto di un panno caldo, preparare il viso aprendone i pori. Separate prima il tuorlo dall'albume, poi passate sul viso l'albume come fosse una crema, grazie alle sostanze colloidali contenute al suo interno, alle proteine, ai lipidi e ai sali minerali l'albume aiuta in caso di pelle grassa. Grazie alle sue proprietà astringenti l'albume dell'uovo dona al viso un aspetto più luminoso.

Maschera naturale: mescolare in una ciotola il tuorlo con qualche goccia di limone e un filo di olio d'oliva o volendo anche mezzo cucchiaino di miele. Emulsionare il composto e applicare sul viso. Una valida alternativa è quella di massaggiare il viso direttamente con il tuorlo dell'uovo all'interno del quale potrete sminuzzare finemente anche il guscio dell'uovo per un effetto scrub.

Capelli: ecco una maschera per capelli bellissimi,  essendo ricco di proteine e grassi buoni che nutrono il cuoio capelluto. Capelli lucenti, forti e sani grazie al tuorlo e a un modo tutto naturale di riciclare le uova.

Traumi:  si usa l'albume. Per le sue proprietà antiinfiammatorie, l'albume delle uova può essere applicato su distorsioni o traumi sportivi da contusione. Dovete sbattere a neve la chiara d'uovo e applicarla sulla parte dolorante e fasciare.

Punture di insetti:  applicate sulle punture d'insetti l'albume delle uova e grazie alle sue proprietà sfiammanti, calmerà subito il fastidio legato alla puntura.

lunedì 25 aprile 2016

Il tempo fa culaia, imbecherare, immena, imparentarsi

Ci sono modi di dire davvero originali, alcuni devono la loro origine anche dall'abbigliamento, altri da oscuri derivati del latino

IL TEMPO FA CULAIA: sta per piovere. La forma tondeggiante delle nuvole, verso il basso, spiega la metafora che deriva da CULAIA, rigonfio vuoto che fanno sotto il sedere i pantaloni calati di vita. L'etimologia è naturalmente nell'analogia con "culo"

IMBECHERARE: ingannare, soprattutto con le chiacchiere

I MI' COGLIONI: esclamazione per esprimere meraviglia


IMMENA: "Ohimè!". Più frequente nell'entroterra della Versilia, nel Camaiorese. A seconda delle zona, l'esclamazione, più o meno accomapagnata da un sospiro, può variare in: IMME', IMMEA, IMMEO, IMMENE.Basta però un accento e I'MMENE significa andarmene, come in "Ci ho da ìimmene", devo andarmene

IMPARENTARSI: in dialetto non ha nulla a che vedere con la famiglia del coniuge, ma si usa quando due materiali, col tempo e l'ossidazione, finiscono per aderire in modo stabile; per esempio un dado con il relativo bullone, il cemento col ferro: s'imparentano.

Consigli per le allergie primaverili

Occhi che lacrimano, sensazione di prurito dentro al naso, qualche accenno d'asma, starnuti...ci siamo, sono arrivate le allergie primaverili, che ci fanno stare davvero male, costringendoci, molto spesso a ricorrere agli antistaminici. Ecco qualche semplice consiglio per vivere meglio in casa.

Chiunque soffre di allergie primaverili deve affrontare l'attacco dei pollini che inevitabilmente viaggiano felici nell'aria ma che mettono a dura prova la salute dei soggetti che non li tollerano. Abbiamo parlato dei rimedi naturali per stimolare il sistema immunitario, ma in ogni caso è bene attenersi ad un decalogo di consigli per cercare di soffrire meno. Ovviamente questi consigli vanno messi in pratica nei limiti del possibile. 



1. Vento e Sole:  quando ci sono giornate ventose o particolarmente assolate sarebbe bene rimanere in casa poichè la concentrazione dei pollini nell’aria è molto più alta.

2. Pulizia della a casa:  anche la pulizia della casa è utile per tenere sotto controllo le allergie. I pollini si depositano con facilità sui pavimenti e sui mobili, quindi quando dovete areare la casa fate attenzione e impegnatevi ad una pulizia più accurata.

3. Capelli:  possono catturare il polline e poi depositarsi sul cuscino del letto, quindi aanche in questo caso scegliete di lavarli una volta in più.

4. Protezione del viso: in macchina tenete i finestrini chiusi, usate gli occhiali da sole e se possibile anche le mascherine soprattutto quando viaggiate e vi muovete, sarete più protetti dagli attacchi.

5. Arredamento: evitate di tenere in casa tappeti, tende e moquette perché diventano facilmente un ricettacolo di batteri e particelle.


6. All'aperto:  se possibile evitare  prati, campi e campagne.

7. Sport: per evitare fastidiosi e pericolosi attacchi di rinite o asma prediligete in questo periodo la palestra.

8. Orti e giardini: se avete vicini con orti e giardini evitate di star fuori mentre sistemano piante e fanno potature. 

9. Animali: a volte cani e gatti possono essere portatori di pollini: fate in modo tale che non si posino su coperte e vestiti che potete trovarvi ad utilizzare.

10. Igiene personale:  lavate tutte le zone del corpo esposte al polline, con particolare attenzione ad occhi, naso e bocca.


Fare nostri i magici segreti della vita

Il nostro piano fondamentale è quello di cambiare il modo di pensare, parlare, agire, sentire, reagire e percepire. In altri termini, cerchiamo la "magia della vita". Tentare di modificare le condizioni esteriori senza mutare dapprima l'Io interiore è un triste spreco di energie. 

Un uomo può progredire e mutare casa, professione e amici ma, a meno che non cambi prima se stesso, non otterrà soddisfazioni durature. Quando noi cambiamo, anche il nostro mondo cambia. Van Der Leeuw lo spiegò in questo modo: "Quando abbiamo la visione della realtà, il nostro mondo è cambiato completamente al punto di essere irriconoscibile; e pertanto nulla è cambiato nelle cose. Abbiamo acquistato una nuova visione....che nasce quando l'uomo è liberato dalla tirannia dell'illusione. Allora il mondo intero appare radioso d'amore e di bellezza, completamente mutato in apparenza mentre in realtà il cambiamento s'è prodotto nell'uomo stesso". 

Supponiamo di entrare in una stanza buia e di schiacciare l'interruttore. La stanza rimane al buio. Constatiamo che l'impianto elettrico è difettoso. Lasciamo acceso l'interruttore nella speranza che arrivi la corrente? No, cercheremo il guasto e tenteremo di ripararlo. Sostituiremo le valvole. Le nuove valvole ora sono in grado di darci una visione completamente nuova della stanza. Ora vediamo le cose chiaramente e possiamo girare per la stanza con sicurezza e con gioia [Immagine mentale 46]

Allo stesso modo, un cambiamento all'interno di noi stessi illumina ogni cosa all'esterno. Ogni giorno della vita diventa magico.

Estratti di ciliegio: bellezza e depurazione

Depurare il proprio organismo è una buona abitudine e lo si può fare in vari modi o secondo le proprie necessità in base ai risultati che vogliamo ottenere. Oggi ci dedichiamo alle proprietà depurative degli estratti di ciliegio ottimi per il benessere che per la bellezza.


Bruciare i grassi con il tè verde al ciliegio:  per tutto il mese di aprile bere si possono bere due tazze di tè verde sencha alla ciliegia (in erboristeria), arricchito da fiori di ciliegio: è un valido aiuto brucia grassi soprattutto su cosce e punto vita.

Anti ritenzione decotto di peduncoli: il decotto, combatte la ritenzione idrica e aiuta il riassorbimento dei ristagni localizzati, e questo grazie ai principi attivi quali potassio, flavonoidi, tannini, vitamine A e C, polifenoli viene stimolata l’eliminazione dei liquidi dai tessuti e tonificano i capillari. Procedete così: alla sera mettere a macerare una manciata di peduncoli in un litro di acqua fredda e al mattino preparare il decotto facendo bollire il tutto per 10 minuti e tenendolo in infusione per 30 minuti. Bere mezzo litro al giorno, 2 volte alla settimana.

Potete fare anche uno scrub riattivante strofinando la pelle umida con un sacchettino di cotone dove avrete inserito farina di riso, polvere di azuki e un pizzico di alghe, vi sarà utile per eliminare le impurità dalla pelle e allo stesso tempo stimolare la circolazione.




domenica 24 aprile 2016

I' baccelli

Chi non conosce il Lunario toscano più famoso? Ma non solo Lunario...

I' BACCELLI: è il Lunario toscano per antonomasia. Il suo vero nome è "Sesto Cajo Baccelli, fratello maggiore di Settimio Cajo Baccelli nipote del celebre Rutilio Benincasa Astronomo-Cabalista soprannominato Lo Strologo di Brozzi" (Brozzi è una località alla periferia di Firenze).

Ormai quasi centenario (il suo stesso nome fa molto campagnolo, ma in Toscana, si badi bene, i BACCELLI sono sempre e soltanto le fave fresche) e I' BACCELLI conserva gelosamente il formato, la veste e la formula tradizionali, la vecchia copertina azzurra e le sestine-apologo che ogni anno trattano gli argomenti della morale attuale. Merita un esempio:

Una mattina, lazandosi, il buon Dio
gli Arcangeli chiamò presso il suo soglio
e disse loro: "Qui comando io;
è legge sacrosanta ciò che voglio;
annunciate perciò nomine domini
che onesti d'ora in po saranno gli uomini".
..........

Che meraviglia! Tutto il mondo in festa!
Sulle labbra di tutti un bel sorriso.
Non si vedeva più una faccia mesta.
Sparve l'inferno e apparve il paradiso...
Ma poi, pian piano, un pochettin per volta,
cominciò il malcontento e la rivolta.
Insorsero per primi i sindacati
in nome di miliardi di operai;
poi questurini, giudici, avvocati
aduti a un tratto nei più neri guai
a causa del benefico trapasso
che li aveva mandati tutti a spasso.
Chi facea, per esempio, serrature,
chiavi, inferriate, porte o casseforti
si ridusse in sì tristi congiunture
da venir con la fame ai ferri corti;
e per sanar la disoccupazione
non bastò più la cassa integrazione.
"Lo vedete? dicean gli ex farabutti,
anche noi si serviva bene o male
al lavoro e al benessere di tutti
nel progresso economico e sociale!"
E pretesero che la brava gente
dovesse aiutarli finanziariamente.
 


Contrastare le vene varicose con l'alimentazione

Quelle odiose striature blu sule gambe...inequivocabile prova dell'insorgenza delle varici. Come fare per contrastarle? Oltre agli oli essenziali possiamo aiutarci con l'alimentazione.

L'insorgenza delle varici è dovuta ad una progressiva dilatazione di una o più vene dovuta ad una perdita di elasticità della parete venosa o per capirci meglio ad un suo indebolimento. La cause possono essere diverse: aumento della pressione intraluminale venosa, trombosi delle vene profonde, insufficienza delle valvole venose. Ovviamente c'è anche una predisposizione genetica allo sviluppo di questa patologica; ora non c'è una cura vera e propria ma esistono alcuni alimenti che possono dare una mano a contrastare questo disturbo.


ACQUA: favorisce il mantenimento regolare del sistema digestivo. Senza acqua è facile andare incontro a stipsi, condizione che aumenta la pressione sulle vene e, quindi, la probabilità di far insorgere le vene varicose.

MORE E MIRTILLI: naturalmente ricchi di rutina, un flavonoide con fattori anti-coagulazione. La rutina può avere potenziali effetti di prevenzione sia per coaguli di sangue arterioso che causano ictus e attacchi cardiaci, nonché la formazione di coaguli venosi tipici della trombosi venosa profonda.

UVA: soprattutto quella rossa e quella viola sono ricche di flavonoidi e vitamine ma, soprattutto di proantocianidina oligomerica, un elemento che, potrebbe ridurre le perdite delle vene e il gonfiore delle gambe.

ZENZERO: contiene fibrina, una proteina che favorisce la coagulazione all'interno dei vasi sanguigni e sostiene la circolazione.

AGRUMI: pompelmi, arance, limoni, limes sono ricchi di vitamina C, le cui proprietà antiossidanti possono prevenire la formazione dei radicali liberi, autori, oltre all’invecchiamento delle cellule, anche di eventuali danneggiamenti alle pareti dei vasi sanguigni.

AVOCADO: contiene vitamine C ed E. Contiene un’alta concentrazione di minerali come il glutatione, definito da molti esperti come il padre di tutti gli antiossidanti.

Burghul, il frumento delle Mille e una Notte

Qualche anno fa, durante una delle mie scorribande nel mio supermercato preferito, spulciando scaffali e studiando etichette, mi sono imbattuta in un prodotto il cui nome mi fece pensare alle Mille e una Notte (non chiedetemi mai, vi prego, i perché di queste mie associazioni mentali): il Burghul.


Sono curiosissima (curiosità che credo un giorno o l'altro mi farà cadere vittima di un intrigo internazionale), quindi lo presi. Il burghul (ma anche bulgur, bulghur, boulgour, boulgoul o boulghoul), nome scientifico Triticum aestivum, è un alimento tipico della cucina mediorientale (Siria, Libano ecc.) che è poco conosciuto in Italia e anche in Europa. È un tipo di grano duro, germogliato, che subisce un processo di precottura al vapore, poi viene essiccato e tritato. In base alla granulometria ne esistono tre varietà o pezzature: finissima, fine, grossa.

È un alimento che si presta a svariati usi in cucina, in quanto viene usato per insalate fredde (per le quali si usano le pezzature più fini) o minestre (nella preparazione delle quali si usa la pezzatura grande), ma anche come contorno per piatti di carne o pesce. È un cibo dalla alta digeribilità e può essere consumato sia crudo che cotto.

Le caratteristiche nutrizionali sono simili a quelle del frumento; è quindi un alimento essenzialmente glicidico (78%), il contenuto proteico è circa il 15% mentre la percentuale lipidica è il 7%. A livello vitaminico è caratterizzato dalla presenza di vitamina E, vitamina A e vitamine del gruppo B (B1, B2 e B3); contiene inoltre anche alcuni minerali (calcio, fosforo, magnesio, potassio e zinco).

Lo si può reperire nei negozi che commercializzano prodotti etnici e in quegli esercizi specializzati in prodotti provenienti da agricoltura biologica o nelle erboristerie. Ha tempi di conservazione molto lunghi ma si deve avere l'accortezza di tenerlo al riparo dall'umidità.

sabato 23 aprile 2016

Hai voluto la biciletta? O pedala

La vecchia saggezza popolare vince su tutto e ci tramanda alcuni detti che anche oggi siamo soliti ripetere in determinate occasioni

HAI VOLUTO LA BICICLETTA? O PEDALA: è il mal voluto non è mai troppo e chi è causa del suo mal pianga se stesso riuniti in un unico e curioso modo di dire che  il pregio di non essere sentenzioso nè aulico

HO RIFATTO ANCO 'R MAONE: è un modo di dire popolano, ovviamente non raffinato, quando si è preso un purgante piuttosto drastico. Lo dicono a Pisa; e MAONE significa stomaco


IL MEGLIO COMPANATICO E' LA FAME: si dice quando i bambini fanno storie per mangiare: è una saggezzza sentenziosa che di solito non fa nè caldo nè freddo ma la frase lusinga chi la dice, se non altro per il suo contenuto sociale

IL MORTO E' SULLA BARA: cioè le carte sono in tavola; le cose stanno esattamente così; e anche, non c'è più nulla da fare. Modo di dire non molto allegro, che dà, tuttavia, l'idea dell'ineluttabilità.

IL PANE E LA SASSATA: il lato buono e quello cattivo; il vantaggio e lo svantaggio. "Dare il pane e la sassata" equivale a fare un favore ma con modi sgarbati.


Hang Son Doong: mondo perduto

Per gli appassionati di Jules Verne questa potrebbe essere l'occasione per fare un'esperienza davvero irripetibile, esplorare un mondo sotterraneo ancora in parte sconosciuto, perché tale è rimasto fino a qualche anno fa. Parliamo della Caverna Hang Son Doong.

Chi asserisce che i mondi sotterranei non esistono sostiene una teoria non veritiera. Simile veramente ad un luogo degno di una favola, in Vietnam si trova la grotta di Son Doong, la caverna più grande del mondo. All'interno possono scorprirsi delle meraviglie da paradiso terrestre. Forse potremmo definirlo un mondo perduto, tanto per citare un noto film di fantascienza. La caverna si trova nel Parco Nazionale di Phong Nha-Ke Bang, e fa parte di una immensa rete di 150 grotte. Son Doong in particolare è lunga 9 km ed ha un'estensione media per altezza e larghezza di 80 metri. Ma visono passaggi che le varrebbero un posto nel Guinness dei Primati, 250 metri di altezza e oltre 200 di larghezza. 


E' antichissima, circa 2,5 milioni di anni ed è nata perchè scavata da un fiume sotterraneo che ha eroso il calcare. In alcuni punti, dove il calcare era più debole, una parte del soffitto è crollato, lasciando passare la luce del sole dando vita ad una florida giungla. L'ecosistema sui generis, che ospita fauna variegata, corsi d'acqua, spiagge, cunicoli, nonché alcune delle stalagmiti più grandi del pianeta, alte fino a 70 metri e possiede un proprio microclima.

Questo mondo quasi incantato è stato scoperto solo nel 1991 da un contadino di nome Ho Khanh, ma il mondo diciamo che l'ha conosciuta solo nel 2009, grazie ad un gruppo di speleologi britannici guidati da Howard Limbert. . Sebbene molti dei misteri della grotta Son Doong debbano ancora essere svelati, dal 2013 esistono dei costosi pacchetti che permettono ai turisti di intraprendere un tour guidato di qualche giorno all'interno di questo mondo sotterraneo.



Curare la pelle con il burro di Karitè

Avere una pelle molto delicata, sottile, secca, molto delicata, soggetta agli arrossamenti, tendente all'aridità, e che subisce gli strali delle condizioni meterologiche e dello stress, è un bel problema per molte persone, anche economico, dato che, in questi casi, bisogna averne particolare cura. Come? Il burro di karitè può essere la giusta soluzione.


Il burro di karitè è un prodotto ecologico, perché non viene neppure coltivato, ma raccolto in natura. E' una sostanza che si estrae da una piccola noce, frutto dell'albero di Mangifolia. I frutti di questo albero vengono raccolti, da essi si rimuove la polpa fino ad arrivare alla piccola noce che viene essiccata o arrostita. La noce viene ridotta in polpa, impastata e lavorata a mano con acqua, fino a che la parte grassa coagula e viene separata dall'acqua. A questo punto il burro viene fuso per separarlo dai residui del guscio; quindi il burro puro, viene fatto solidificare.

Chiaramente il burro in tali condizioni è l'ideale, ha il massimo del suo potere nutrizionale, curante e cosmetico. Ha proprietà lenitive e antibatteriche. Panacea della pelle secca, squamata, o infiammata, ottimo sulle ferite e le abrasioni. E' la sostanza che alcuni indigeni africani cospargono sulla pelle dei bambini dopo la scarificazione (il rito in cui si fanno delle abrasioni sulla pelle per lasciare delle cicatrici permanenti), per evitare infezioni.

Sulla pelle è idratante, lenitivo e curativo (pelle secca), divino sulla pelle scottata, con piaghe, psoriasi. Può essere utilizzato su eczemi ed è perfetto per gli eritemi da pannolino.

Ha un'azione che promuove il rinnovamento cellulare e incrementa la circolazione sanguigna. Ciò che lo rende così adatto alla pelle è poi il suo alto contenuto in acidi grassi indispensabili per l'idratazione e l'elasticità. Inoltre è naturalmente ricco di vitamine A, E ed F, essenziali per un buon equilibro della pelle. Perfetto su labbra, mani e piedi quando la pelle è screpolata o fissurata, questa sostanza ha infatti delle proprietà antimicrobiche. Sembra che il burro di Karitè aiuti a migliorare la circolazione capillare e quindi a migliorare l'ossigenazione dei tessuti e l'eliminazione di tossine. Non solo, il burro di karitè ha un'azione antinfiammatoria che, oltre che sulla pelle, risulta efficace anche su altre manifestazioni dolorose. Infatti viene utilizzato per ridurre i dolori muscolari, sui muscoli indolenziti, ma anche: dolori articolari, dolori legati a traumi che generano gonfiori, e per lenire i dolori da artrite.

Il suo alto contenuto di acido cinnamico gli conferisce la proprietà di bloccare alcuni raggi UV dannosi del sole, garantendo una certa protezione nell'esposizione solare. Inoltre la sua consistenza grassa consente di creare una barriera efficace contro le irritazioni da vento, freddo, prodotti e detergenti aggressivi, senza occludere i pori, ma grazie al lento assorbimento della pelle. Essendo una sostanza idratante, che rende la pelle elastica e che non occlude i pori,  ha un'efficace azione anti radicali liberi, dovuta alla sua ricchezza di vitamine, dunque è un ottimo antirughe.

Inoltre può essere usato per rimuovere il make-up. Utilizzato in preparazioni per i capelli o come balsamo è ottimo per curare i capelli danneggiati e aiuta in caso di forfora. Sui capelli la sua efficacia sembra essere migliore del burro di cacao e dell'olio di Jojoba.
ATTENZIONE: il burro di karitè è sconsigliato per chi ha allergie a noci e al lattice.


venerdì 22 aprile 2016

Grendina, grondino, guà, guadè, guarda Cristo in Villamagna

La Versilia e la Lucchesia come anche Firenze offrono una grande varietà di parole e detti di grande interesse e tutti da memorizzare

GRéNDINA. in Lucchesia e in Versilia si chiama così la donna magra, e anche sciatta

GRONDINO: bicchierino di liquore, e anche bicchiere di vino


GUA': apocope di "guarda". Esclamazione di meraviglia, disprezzo o di rassegnazione. Quando fa eseguito a un aggettivo rafforza: "Bellino, guà!"

GUADE': esclamazione livornese composta di GUA' (meraviglia e sorpresa) e DE' (esclamazione vocativa per "ehi")

GUARDA CRISTO IN VILLAMAGNA: si dice a Firenze, come ufemismo ironico, di chi è strabico. L'espressione è nata a Candeli, villaggio a Est di Firenze sulla riva sinistra dell'Arno a cavallo delle strade per rosano e per Villamagna. Villmagna è un altro villaggio sulle colline, alle spalle do Candeli e lungo la strada che sale ai 558 metri del convento dell'Incontro. A una ripida curva di questa strada, su in alto c'è un grande crocifisso. Per rivolgere lo sguardo devoto a questa immagine, o comunque in quella direzione, i contadini al lavoro nei campi che scendono fino a Candeli devono effettivamente storcere gli occhi. Da questo devoto ammiccamento è nato il detto poi diffuso in tutta la zona.

Blatta Robot per salvare le persone

Essere sfiorati dal pensiero di rimanere intrappolati sotto le macerie  di un edificio è piuttosto inquietante e alquanto angosciante. Ma non è ancor più inquietante l'idea di essere salvati da un team di scarafaggi cyborg? E non è fantascienza, anzi quasi realtà.



E' ciò che ha realizzato un team di ricercatori della Texas A&M University di College Station (Stati Uniti) con una singolare tecnologia atta a trasformare le comuni blatte in robot controllabili da remoto. Anche se vi sembra assurdo i temuti scarafaggi, con il loro equipaggiamento bionico, potrebbero essere impiegati in missioni esplorative e di soccorso là dove gli esseri umani, i cani o i robot convenzionali non sono in grado di arrivare.

Come è stato possibile? Il team ha impiantato degli elettrodi nel sistema nervoso di due specie di scarafaggi americani, Periplaneta americana e Blaberus discoidalis. Grazie ad un sistema di opportuni impulsi  elettrici, i ricercatori sono riusciti a guidare gli animali facendoli girare a destra o sinistra come giocattoli telecomandati. Poi hanno applicato sul dorso degli scarafaggi un mini "zaino" contenente un ricevitore wireless, un controller e una batteria, trasformandoli così in piccoli robocop  pronti a rispondere ai comandi impartiti loro da remoto.

Ma ancora non tutto va per il verso giusto, perchè i robo-scarrafoni sembrano ancora un po' indisciplinati, infatti rispondono correttamente solo al 60% degli ordini che vengono impartiti, ma il team è ottimista. Si prevede di sostituire gli elettrodi con un sistema di minuscoli vibratori da incollare vicino alle antenne. Questi dispositivi, simulando le vibrazioni di un nemico in arrivo, dovrebbero costringere l’insetto a muoversi senza indugio.

E mentre negli Usa si studia un modo per sfruttare gli scarafaggi, in Francia (Università di Rennes) cercano un metodo efficiente e sicuro per liberarsene: qui infatti è stato messo a punto un robot-insetto programmato per farsi accettare come "capo" in una colonia di blatte, grazie ai movimenti e al rilascio di feromoni, così da far spostare un'intera colonia.

L'esperimento americano ha ricevuto notevoli ciritiche, poichè è stato considerato crudele e inutile. Ma come sottolinea il team gli animaletti non vengono sottoposti a superlavoro e viene loro garantita la possibilità di riposare. Inoltre è stato messo in evidenza il fatto che questi scarafaggi, sono tra le poche specie di animali in grado di sopravvivere per lunghi periodi in ambienti radioattivi, e questo li rende particolarmente adatti all'esplorazione e alla ricerca in zone contaminate altrimenti inaccessibili.

Come tornare ad essere se stessi, psicopittografia

Bisogna separare il vero dal falso, l'Io acquisito dall'Io reale. Quando eliminiamo le idee condizionate, scopriamo realmente chi siamo. E quando sappiamo veramente chi siamo, avviene un miracolo. La sofferenza, l'affanno, i conflitti se ne vanno per sempre. E non si tratta di parole: sono verità lampanti che possono esser provate. A volte si vedono film di questo genere:

Una spia che deve penetrare in territorio nemico, riceve un nuovo nome e nuovi documenti. Gli si insenga a parlare, agire e comportarsi in una maniera estranea alla sua natura. La si istruisce ad imitare i modi e i costumi del paese nemico. Egli assume una falsa personalità. La spia trascorre alcuni anni nel paese nemico, recitando il suo ruolo. I modi e i costumi che gli erano estranei, gli divengono abituali. La sua missione ha termine. LA spia ritorna in patria e cominciano le noie. Il suo falso entra in conflitto con la sua vita originaria. E' impacciato e confuso. Non può separare il falso Io dal suo Io originale. Egli non sa veramente chi è. Ma, poiché è saggio e coraggioso si mette al lavoro. Ritorna alla sua vera identità. Tutto torna normale ed egli può vivere in pace. [Immagine mentale 46]

Ecco ciò che capita spesso alla gente  che, investita da idee estranee, non sa più realmente chi è. Allora arrivano i conflitti e le pene. Ma noi possiamo esser saggi come la spia del film. Gradualmente respingiamo le false idee e identità. Noi possiamo rientrare in noi stessi. Spesso nelle nostre discussioni noi ci spingiamo più oltre. Siamo inconsciamente i carcerieri di noi stessi. I nostri problemi, le nostre pene, i nostri conflitti portano il marchio della nostra fabbrica. Il falso Io vive nella paura di esser spodestato. Egli combatte ogni volta che noi cerchiamo una via d'uscita. Questa è la ragione per cui siamo presi da grande spavento nel momento in cui cerchiamo di liberarci. 

Presentendo una minaccia per la nostra esistenza, il falso Io ci mitraglia con tutto il suo arsenale di armi. Ovvero ci obbliga a sentirci colpevoli per il fatto che noi lo abbandoniamo. Esso mormora la più grande di tutte le menzogne, che non esiste alcun altro modo di essere al di fuori del suo. E' la sua principale arma di terrore, cioè che allontanarsi da lui significherebbe dirigersi verso il nulla. Ma la verità è che in questo nuovo nulla si trova un mondo di chiarezza e di libertà. Cosa fa il vero Io? Cerca di farci intendere che siamo liberi e che lo siamo sempre stati. Ci mostra che noi non siamo schiavi delle illusioni del falso Io. Afferma che il falso Io ci inganna e che noi possiamo smascherarlo.


Catuaba: un formidabile tonico

Non tutti conoscono il catuaba, su cui per altro  c'è ancora della confusione in merito all'identificazione, ma solitamente si fa riferimento a due specie: il piccolo Catuaba cioè l'Erythroxylum catuaba, che cresce fino a 2-4 metri in altezza con fiori giallo-arancio e piccoli frutti non commestibili di colore giallo scuro e di forma ovale che in Brasile è chiamato solo catuaba e il grande Catuaba cioé la Trichilia catigua, che si sviluppa fino a 6-10 m di altezza, ha i fiori color crema e in Brasile viene chiamato catiguá e angelim-rosa della famiglia del mogano.


Queste specie sono ampiamente utilizzate in Brasile nella composizione di medicine a base di erbe,  per il loro potere afrodisiaco e tonico per l'impotenza maschile e come fortificatrici del sistema nervoso.  A scoprirne le qualità furono gli indiani Tupi, che ne decantarono molto le qualità e famoso è rimasto il detto: «Se diventi papà entro i 60 anni, il figlio è tuo, dopo i 60 il figlio è di catuaba».

I principi attivi sono contenuti nella corteccia e nella radice. Il decotto della corteccia è utile per l'impotenza sessuale, agitazione, ansia, nervosismo, fragilità di nervi, problemi di memoria e stimolante in genere del sistema nervoso centrale. Ha effetti benefici sia negli uomini che nelle donne come afrodisiaco ma è nell'area dell'impotenza maschile che si sono avuti i risultati migliori e non sono stati evidenziati effetti secondari nemmeno a lungo termine.

Attenzione però perchè in commercio vengono usati incorrettamente: Juniperus brasiliensis (che si suppone sia il corrispondente di piccolo Catuaba), Anemopaegma mirandum (è un enorme albero della famiglia della bignonia, che cresce fino a 40 m d'altezza e viene chiamato in Brasile catuaba verdadeira) e l' Eriotheca candolleana che sono specie totalmente differenti. Sono raccolte e vendute da raccoglitori inesperti o immorali (sono presenti nella composizione di prodotti erboristici venduti in America) che li classificano solo come catuaba.







giovedì 21 aprile 2016

Gli sta il dovere, gna, gnegnero, gonfiare, gradole, graticcio

Sapevate che nel pisano gnegnero significa cervello e che a Lucca gradole son le scale? NOn si finisce mai di stupirsi con i vecchi detti e le parole di un tempo.

GLI STA IL DOVERE: ben gli sta; se lo merita: una punizione meritata, con una sottintesa soddisfazione di chi pronuncia la frase

GNA: aferesi di bisogna. "Gna che ti mi dica icchè tu vo' fare".

GNEGNERO: termine familiare per cervello. "'Unn' ha punto gnegnero". Gnegnera, nel Pisano, è una donna lenta e dappoco (a Lucca gnenora)


GONFIARE: modo volgare per : mettere o essere incinta. "O la tu' moglie icchè la dice?" "Lei? la un dice nulla. La sta zitta e gonfia". Scherzoso doppiosenso riferibile anche a chi tace per non arrabbiarsi o non compromettersi, ma cova l'ira fino a esplodere

GRADOLE: a Lucca e a Pietrasanta sono le scalinate, specialmente delle chiese

GRATICCIO: si dice di una persona, specialmente di una donna, che è tanto magra da mostrare le costole, oppure malazzata

Antiche nanotecnologie: la Coppa di Licurgo

Antiche nanotecnologie: la Coppa di Licurgo. Come dico sempre, facciamo delle scoperte tecnologiche il nostro punto di forza, ma in realtà qualcuno prima di noi aveva già messo a punto tecniche molto avanzate. I Romani ce ne danno un esempio.

Pensate davvero che noi civiltà del terzo millennio siamo gli unici a saper utilizzare le nanotecnologie? Sì? Beh, abbiamo sbagliato, perché prima di noi, lo facevano i Romani e prova ne è la famosa "Coppa di Licurgo" un calice di 1600 anni fa. Si chiama così, perché la scena che rappresenta ritrae appunto il Re Licurgo ed è un calice in vetro, bellissimo.


Il calice che dal 1950 si trova al Britisch Museum, ha però una particolarità che ha sorpreso gli scienziati che lo hanno studiato. Esso infatti se illuminato da una fonte di luce diretta appare di color verde-giada, mentre se la fonte di luce è posta dietro il calice esso appare di color rosso sangue. Un bell'enigma. Ma già nel 1990, alcuni scienziati dopo aver esaminato alcuni frammenti del calice al microscopio, scoprirono che gli artigiani romani, erano parecchio avanti in fatto di conoscenze relative alle nanotecnologie. Infatti la tecnica usata consisteva nell’impregnare il vetro con una miscela di particelle di argento e oro, fino a farle raggiungere le dimensioni di 50 nanometri di diametro, meno di un millesimo delle dimensioni di un granello di sale.

Non è un effetto accidentale, gli artigiani romani sapevano molto bene cosa stavano facendo, come spiega Ian Freestone, archeologo presso l’ University College di Londra:  “Si tratta di un’impresa straordinaria”. Il meccanismo di funazionamento di questa tecnica è questo: quando il calice viene colpito con la luce, gli elettroni delle particelle metalliche vibrano in maniera tale da alterarne il colore, a seconda della posizione dell’osservatore.

Ma grazie ad una nuova ricerca coordinata da Logan Gang Liu, ingegnere presso l’Università dell’Illinois, e resa nota dallo Smithsonian Magazine, si è capito che questa antica tecnologia romana può avere utilizzi nella medicina, favorendo la diagnosi di alcune malattie e l’individuazione di rischi biologici ai controlli di sicurezza. “I romani sapevano come fare e come utilizzare le nanoparticelle per creazioni artistiche”, spiega il ricercatore. “Noi abbiamo cercato di capire se fosse possibile utilizzarla per applicazioni scientifiche”.

Infatti, il team guidato da Liu ha fatto un esperimento: sono stati creati una serie di recipienti in plastica intrisi di nanoparticelle d’oro e d’argento, realizzando degli equivalenti della Coppa di Licurgo. Una volta riempito ciascun recipiente con i più diversi materiali, come acqua, olio, zucchero e sale, i ricercatori hanno osservato diversi cambiamenti di colore. Il prototipo è risultato 100 volte più sensibile dei sensori utilizzati per rilevare i livelli salini in soluzione attualmente in commercio.

Grazie a questo esperimento i ricercatori sperano che un giorno questa tecnica potrà essere utilizzata per rilevare agenti patogeni in campioni di saliva o di urina, e per contrastare eventuali terroristi intenzionati a trasportare liquidi pericolosi a bordo degli aerei.Ancora una volta la storia ci insegna che non abbiamo inventato nulla, ma siamo stati cpaci di perdere preziose conoscenze nel tempo.

Psicopittografia, chi vive la nostra vita?


Soffermiamoci su alcune considerazioni. Facciamoci alcune domande e proviamo a rispondere. 
Chi vive la nostra vita per noi? Probabilmente saremmo portati a rispondere che nessuno vive la nostra vita per noi, noi viviamo la nostra. 
Cosa è che ci fa vivere il genere di vita che viviamo? Come sappiamo che ci fa fare quel che facciamo? 

Le nostre abitudini, i punti di vista, le convinzioni. Evidentemente il modo di pensare determina il modo di agire. Da dove abbiamo preso queste abitudini? Perchè pensiamo e agiamo in questo modo? Da dove traiamo le nostre opinioni sulla politica, la religione, il sesso, la vita? Le abbiamo imparate dagli altri nel corso della nostra crescita. Allora forse esse non fanno parte del nostro Io originale; ma in parte sono acquisite. 

Quindi viviamo secondo abitudini e opinioni che altri ci hanno comunicato. Dunque non viviamo realmente la nostra vita. E se le attitudini acquisite son cattive, chimeriche, nocive? Supponiamo di pensare che è impossibile abbandonare l'ansia per la felicità. Allora paghiamo il prezzo per la nostra falsa idea. Ci piace pagare questo prezzo? Non credo. Dobbiamo sempre mantenere i falsi punti vista? No. E perchè no? Perchè possiamo disfarcene, poichè essendo essi semplicemente acquisiti, possiamo gettarli, come facciamo con i vecchi abiti. E poi? E poi per la prima volta vivremo la nostra vita.
Domani affronteremo "Come tornare ad aessere noi stessi".

Un libro per le nostre buone azioni

Dovremmo essere consapevoli non solo delle buone azioni che compiamo, ma anche di quelle di cui noi stessi siamo oggetto. Le buone azioni ci trasformano interiormente.

Lavorare sulle proprie azioni ci permette di realizzare cose buone: impariamo a cogliere con sensibilità sempre maggiore le dimostrazioni di bontà che ci circondano. Diventiamo consapevoli non solo dei gesti che rivolgiamo agli altri, ma cominciamo ad apprezzare anche le azioni che gli altri dedicano a noi, e questo ci rende persone migliori.


  • Per ogni buona azione che compiamo una piccola parte di noi inevitabilmente si trasforma. Più ci diamo da fare per aiutare le guide spirituali, più cresciamo nello spirito e rafforziamo il nostro legame con gli altri e con le guide spirituali. Insomma, cambiamo in meglio da ogni punto di vista
  • Nei prossimi giorni compiliamo una lista di missioni ideate da noi, una piccola guida che ci sarà utile per crescere e motivarci a proseguire il lavoro
  • Nel corso di questi periodo, in cui abbiamo elencato le azioni da compiere settimanalmente avremo certamente notato anche i gesti che gli altri compiono ogni giorno per noi e per chi ci vuole bene. E' impossibile non lasciarsi ispirare dalla bontà e dalla generosità del prossimo: prendiamo esempio per fare del nostro meglio e dare sempre di più
  • Prima di iniziare a compilare la lista chiediamo alle nostre guide spirituali di aiutarci e portarci consiglio. Ripensiamo a tutte le esperienze che abbiamo vissuto  e che abbiamo visto realizzarsi intorno a noi. A questo punto iniziamo a scrivere
  • Attenzione: non possiamo includere nell'elenco le stesse azioni che abbiamo compiuto fino ad ora, dovremmo pensarne di nuove. Ogni compito della lista dovrà brillare di luce propria 
  • Quante azioni ci sono venite in mente? Continuiamo a lavorare in questa direzione consideriamola una richeista che arriva direttamente dall'Universo

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